Wormhole - The String Theory
(2011, Autoprodotto)
Gothic Rock
Dopo due EP, i Wormhole mettono finalmente in commercio il loro full-lenght, intitolato "The String Theory", composto da nove tracce per tre quarti d'ora di durata complessiva. Autoprodotto, si, ma la cosa si sente poco e nulla: ci attestiamo infatti su livelli di produzione più che dignitosi, senza i fastidiosi sbalzi di volume, cacofonie e rumori vari tipici di molti lavori autoprodotti.
Come songwriting, tuttavia, i risultati non sono esattamente allo stesso livello, ma procediamo con ordine. Il genere musicale dei Wormhole ricalca un po' la scena gothic rock o comunque il metal molto leggero: Evanescence e Delain sono le due formazioni che mi son venute subito in mente. Esatto, le liriche sono cantate da una voce femminile molto pulita e (per fortuna!!) non troppo acuta né squillante, che sa adagiarsi sui toni alti come su quelli più bassi, risultando calda e suadente, benché il suo pieno potenziale, visibilmente riconoscibile, sembra non sia stato messo a frutto nella sua completezza. La voce è la delizia ma al tempo stesso anche la croce dell'album: le nove tracce che lo compongono, sebbene siano sommariamente valide e piacevolmente ascoltabili, sembra un po' come se musicalmente siano un "supporto" alla voce (la voce è anche registrata con un volume a mio avviso leggermente troppo alto rispetto agli strumenti), su cui viene posta tutta l'attenzione. Un mero contorno quindi, che non rende purtroppo fede allo sforzo dei musicisti.
Ripeto: le canzoni sono belle e si ascoltano con facilità: ma a causa del songwriting non particolarmente ispirato e originale, risultano difficili da ricordare e focalizzare, complice anche una voce fantastica ma forse un po' ripetitiva, perlomeno in sede studio.
Nulla da eccepire infine sui testi, profondi e significativi, facenti parte di un concept suddiviso in due sezioni distinte e complementari: ottimo lavoro ragazzi.
"The String Theory" resta quindi un buon album, che mostra le innegabili potenzialità di una band che nell'immediato futuro potrà confermare il suo valore e dimostrare che non ha nulla da invidiare ai nomi altisonanti del genere di riferimento.
Tracklist:
01) Your mortal remains
02) Autumn leaves
03) Black crows in me
04) My darkest side
05) Storyteller
06) Poupeé de porcelaine
07) Simon
08) Time tilt
09) Burning my soul
Continua…
(2011, Autoprodotto)
Gothic Rock
Dopo due EP, i Wormhole mettono finalmente in commercio il loro full-lenght, intitolato "The String Theory", composto da nove tracce per tre quarti d'ora di durata complessiva. Autoprodotto, si, ma la cosa si sente poco e nulla: ci attestiamo infatti su livelli di produzione più che dignitosi, senza i fastidiosi sbalzi di volume, cacofonie e rumori vari tipici di molti lavori autoprodotti.
Come songwriting, tuttavia, i risultati non sono esattamente allo stesso livello, ma procediamo con ordine. Il genere musicale dei Wormhole ricalca un po' la scena gothic rock o comunque il metal molto leggero: Evanescence e Delain sono le due formazioni che mi son venute subito in mente. Esatto, le liriche sono cantate da una voce femminile molto pulita e (per fortuna!!) non troppo acuta né squillante, che sa adagiarsi sui toni alti come su quelli più bassi, risultando calda e suadente, benché il suo pieno potenziale, visibilmente riconoscibile, sembra non sia stato messo a frutto nella sua completezza. La voce è la delizia ma al tempo stesso anche la croce dell'album: le nove tracce che lo compongono, sebbene siano sommariamente valide e piacevolmente ascoltabili, sembra un po' come se musicalmente siano un "supporto" alla voce (la voce è anche registrata con un volume a mio avviso leggermente troppo alto rispetto agli strumenti), su cui viene posta tutta l'attenzione. Un mero contorno quindi, che non rende purtroppo fede allo sforzo dei musicisti.
Ripeto: le canzoni sono belle e si ascoltano con facilità: ma a causa del songwriting non particolarmente ispirato e originale, risultano difficili da ricordare e focalizzare, complice anche una voce fantastica ma forse un po' ripetitiva, perlomeno in sede studio.
Nulla da eccepire infine sui testi, profondi e significativi, facenti parte di un concept suddiviso in due sezioni distinte e complementari: ottimo lavoro ragazzi.
"The String Theory" resta quindi un buon album, che mostra le innegabili potenzialità di una band che nell'immediato futuro potrà confermare il suo valore e dimostrare che non ha nulla da invidiare ai nomi altisonanti del genere di riferimento.
Voto: 6,5/10
Tracklist:
01) Your mortal remains
02) Autumn leaves
03) Black crows in me
04) My darkest side
05) Storyteller
06) Poupeé de porcelaine
07) Simon
08) Time tilt
09) Burning my soul
Grewon