giovedì 23 maggio 2013

Recensione WILL'O'WISP

WILL'O'WISP - KOSMO
(2012, NADIR MUSIC)
PROG DEATH

I will o wisp tra vicissitudini e varie calcano la scena da oltre 20 anni, ed ora presentano questo ambizioso Kosmo alla nostra attenzione, album dalle tinte prog technical death, tra Atheist e Cynic come influenze e sound.
Un intro accattivante ci catapulta nei vortici ritmici di Five colours e Six forms of existence, ottimi pezzi strutturati nella ricerca sadica della perfezione compositiva, sicuramente per costruzione dei pezzi e per esecuzione siamo di fronte a livelli alti.
Persecution, Choose my matrix e Going back impreziosite da una produzione ottima che sfocia in un suono pulito e preciso, trasportano in meandri musicali molto piu' cupi, i pezzi sono articolati e fusi in stili diversi con una maestria davvero invidiabile, unica pecca per ora, la chitarra che non osa e resta ferma al contrario di una sezione ritmica molto piu' poliedrica ed esaltante.
Going back e Kosmo segnano il passo di pezzi che per la loro composizione dopo un po' risultano difficile da seguire e dove la matrice death lascia il posto a ricerca forsennata di melodia ed elettronica incalzante.
La seconda parte di questo lavoro, con Om mani pad me hum, a Place of rebirth e Bardo thodo continua ad esaltare la caratura tecnica dei musicisti, perfettamente a loro agio nell'interpretare un genere ambizioso e difficile da comporre ed incastrare, ma qui le doti non mancano.
Chiudendo il lavoro con The thoroughness of thought e Sumatra-buddhi bisogna dire che se in precedenza ritmica ed assoli non sono stati all'altezza della sezione ritmica anche la prova vocale si assesta sicuramente in strati qualitativi decisamente inferiori alla prova ritmica.
Sicuramente una band rodata con capacità tecniche sopraffine, un album suonato bene che si attesta in un genere che magari di death ha poco e nulla ma col prog dice violentemente la sua.
In futuro quando tutti i componenti si esprimeranno ad alti livelli sicuramente il risultato sarà molto piu' positivo.
Per ora un ottimo cd per i fan del genere e della didattica.

Voto: 6/10

Tracklist:
1- Mrtyu (Instrumental)
2- Five Colours
3- Six Forms Of Existence
4- Persecutions
5- Choose My Matrix
6- Going Back (My Samsara)
Part 1 (Mauna)
Part 2 (Garuda)
7- Kosmo
8- Om Mani Pad Me Hum
9- A Place Of Rebirth
10- Bardo Thodol
11- The Thoroughness Of Thought
12- Sumatra-Buddhi


Furia
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Recensione VIGILANCE

Vigilance - Queen Of The Midnight Fire
(2013, Metal Tank Records)
Heavy Metal

L'heavy metal non morirà mai, dobbiamo prenderne atto. Nel corso degli anni sono nate infinite derivazioni e contaminazioni più o meno degne di nota, ma il sano vecchio heavy made in England è lungi dall'essere dimenticato. E non soltanto grazie ai bimbiminkia hipster che ripetono a pappagallo i nomi dei mostri sacri del genere, ma anche grazie a coloro che l'heavy metal lo amano veramente, senza seguire mode di sorta. In questo secondo filone troviamo i Vigilance, una giovane formazione che propone un heavy secco e diretto, come un pugno in piena faccia. Di "vecchio" qui c'è ben poco, se non la radice intima del genere musicale.
Benché non si tratti di un capolavoro assoluto, "Queen of the Midnight Fire" ha il merito di siglare uno stile tutto personale e a suo modo innovativo. Abbiamo infatti lievi richiami ed accenni ai primi due dischi degli Iron Maiden, ma troviamo anche accenni power metal riscontrabili in "Walls of Jericho" degli Helloween, ma anche brevi accelerazioni speed e innumerevoli associazioni con l'hard rock settantiano.
I nove brani che compongono il disco sono incisivi, diretti e senza nessun calo di ritmo. Forse il songwriting non tocca le corde dell'anima, ma alla fine possiamo trovarci tutto quello che si cerca da un album che propone l'heavy vecchia scuola. Musicalmente e a livello di produzione abbiamo infatti sonorità molto retrò, che sono una piacevole riscoperta per le orecchie abituate a tutto il digitale moderno. La vera sorpresa si riscontra tuttavia nella voce, incerta e non entusiasmante nelle clean vocals, ma in grado di sparare acuti eccezionali, così come eccezionale lo è anche nelle piccole parti di screaming.
Concludendo, "Queen of the Midnight Fire" è un album sommariamente discreto, con diverse frecce al suo arco e in grado di regalare piacevoli momenti agli amanti del genere.

Voto: 7/10

Tracklist:
01) Queen of the midnight fire
02) Behind the cellar door
03) SpeedWave
04) What lies beyond...
05) Night terrors
06) Four crowns of Hell
07) Poetry and the gods (in G minor)
08) Under sulphurous skies
09) Ritual of death


Grewon
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Recensione ONIRICA / BIOS POLEMOS

Onirica / Bios Polemos - Split
(2013, Autoprodotto)
Melodic/Suicidal Black Metal

Ammetto che si tratta della prima volta che mi capita di recensire un disco split. Non so come mai, ma finora ho sempre "snobbato" questo tipo di produzioni, fedele come sono alla concezione classica di "full lenght" o al limite di ep. Devo però ricredermi totalmente, e ammettere che il mio era soltanto un cieco pregiudizio: produzioni come lo split di Onirica e Bios Polemos è servito a farmi cambiare idea. Ma procediamo con ordine.
"Split" è composto complessivamente da otto tracce, e si apre con quattro canzoni del progetto Onirica, una one-man band salentina di black metal melodico. Quattro pezzi incisivi, graffianti, dal riffing esplosivo e dalla malinconia marchiata a fuoco in ogni passaggio. Uno screaming sofferente e disperato ma con accenni ben marcati di violenza e aggressività. Una produzione fai-da-te che eccelle anche sotto l'aspetto sonoro, oltre che come songwriting.
Il disco procede e conclude con quattro brani di un'altra one-man band, denominata Bios Polemos. Qui la ferocia lascia lo spazio all'introspezione, alla calma gelida e piovosa degli ultimi giorni d'autunno: sensazione che spesso mi suscita il depressive black metal, e che funge da ottimo prosequio per questo split, che ricopre quarantacinque minuti complessivi di durata. Le poesie di Andrea Donaera, musicate nelle canzoni di Onirica, lasciano lo spazio alla poesia strumentale di Bios Polemos, a creare un ottimo tappeto sonoro per la conclusione del disco.
L'unico difetto ben visibile (o meglio, udibile) di questa singolare composizione musicale è rappresentato dalla differenza troppo marcata a livello di produzione: mentre per i brani Onirica ci troviamo su standards elevati, per i Bios Polemos abbiamo una produzione più scadente, oltre ad un volume di registrazione troppo basso. Ripeto, è la troppa differenza di produzione fra le due parti a farmi storcere leggermente il naso, null'altro: il depressive black, infatti, ben si sposa coi fruscii e i rumori, che anzi contribuiscono enormemente a creare un'atmosfera in grado di toccare le corde della nostra anima.
Che altro dire quindi: ottima prova per entrambe le band, ognuna fa la sua parte per offrire all'ascoltatore un'esperienza a suo modo unica nel genere, senza che nessuna prevarichi sull'altra. A me, personalmente, questo Split è piaciuto davvero molto, considerando anche i suoi difetti e le sue imprecisioni.

Voto: 7,5/10

Tracklist:
(Onirica)
01) Furor in mortem vertit
02) Le mani
03) Il verbo
04) Nodo

(Bios Polemos)
05) Inanitas
06) Tears
07) Perpetual
08) Rassegnazione


Contatti:
Facebook

E-Mail:
oniricaband@gmail.com
hellishpoet@gmail.com

Grewon

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Recensione DERDIAN

Derdian - Limbo
(2013, Autoprodotto)
Power Metal

Attendevo con ansia il nuovo album dei lombardi Derdian, soprattutto a livello affettivo, dato che la recensione del loro capolavoro "The Apocalypse" è stata la mia prima recensione pubblicata su MetalArci. Temevo di essere deluso dal nuovo lavoro, che a loro dire si sarebbe un po' distaccato dalle tematiche fantasy e filo-rhapsodiane, ma restavo fiducioso nella bravura artistica del combo milanese e non vedevo l'ora che questo "Limbo" vedesse la luce (perdonate la pessima battuta).
Di cose, in questi tre anni che separano "Limbo" dal disco precedente, ne son cambiate parecchie. Prima fra tutti la rottura con la Magna Carta, prestigiosa casa discografica produttrice di alcune perle sonore come i While Heaven's Wept o il progetto Liquid Tension Experiment, che ultimamente si stava lasciando andare con pessime scelte gestionali. I Derdian hanno quindi optato per l'autoproduzione, e posso tranquillamente affermare che la differenza non si nota: suoni potenti, puliti, perfettamente livellati, come se dietro i mixer ci fosse non dico la Nuclear Blast, ma quasi.
Tuttavia il cambiamento più radicale è avvenuto all'interno della formazione: è stato sostituito il precedente bassista (a cui ero particolarmente affezionato, lo ammetto. Ma anche il nuovo sa farsi valere benissimo) e anche il cantante. Si, Joe Caggianelli non fa più parte dei Derdian. Il suo contributo nella band è stato fondamentale e la sua voce, non troppo alta e sempre piacevolissima da ascoltare, ha sempre rappresentato uno dei maggiori punti di forza.
D'altro canto, il suo sostituto, Ivan Giannini, è un autentico mostro. Tecnica canora impeccabile, una voce pulitissima ed eclettica, perfetta e versatile, pronta ad affrontare con maestria ogni repentino cambio di tono e di tempo. Dico davvero, è quanto di meglio si possa ascoltare nel panorama power, con la giusta dose di potenza e melodia. Una voce, però, ancora pressoché sconosciuta nel panorama metal e che meriterebbe una visibilità ben maggiore, non avendo nulla da invidiare ai nomi altisonanti.
L'ultimo cambiamento (anche se preferisco parlare di "evoluzione") riguarda infine l'intero songwriting, maturato all'ennesima potenza e capace di toccare le corde dell'anima fin dalle prime note, per non lasciarci più fino alla sua struggente conclusione. Come già anticipato, in "Limbo" siamo lontani dalle tematiche piene di mostri mitologici e divinità oscure da sconfiggere, per affrontare argomenti più attuali, filosofici, riflessivi, espressi in modo stupefacente dalla penna e dagli spartiti di coloro che ne hanno composto testi e musiche. Ci allontaniamo quindi dai Rhapsody of Fire per avvicinarci maggiormente ai Vision Divine del loro periodo migliore, quello con Michele Luppi alla voce. E' facile infatti associare "Limbo" al magnifico "Stream of Consciousness": vi assicuro che le emozioni provate sono le stesse.
Inutile dilungarmi ulteriormente su quest'ulteriore conferma alle mie convinzioni: i Derdian meritano molta più visibilità di quella che hanno e sono una band, assieme agli Ancient Bards, in grado di sostenere il "duello" con tutti i mostri sacri del genere e con qualsiasi controparte internazionale. Sono band e dischi come questi che devono portare nel mondo il nome della nazione, non le cagate uscite dai talent show. Ma l'arte, la bellezza, la cultura, sono privilegio per pochi eletti in grado di coglierne l'essenza, si sa.

Voto: 9/10

Tracklist:
01) Carpe diem
02) Dragon life
03) Forever in the dark
04) Heal my soul
05) Light of hate
06) Terror
07) Limbo
08) Kingdom of your heart
09) Strange journey
10) Hymn of liberty
11) Silent hope

Contatti:
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Grewon
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Recensione HYDRA

Hydra - Ghost Town
(2013, Autoprodotto)
Alternative Metal/Metalcore

Questa band mi era quasi passata davanti al naso senza che avessi l'opportunità di ascoltare quanto aveva da proporre. Grande sacrilegio, quando si parla di un'alternative metal band, che sia al tempo stesso anche validissima e non scadente nei vari cliché di sorta.
Gli Hydra sono una formazione genovese assemblata non in tempi recenti, ma che nel corso degli hanni ha avuto diversi cambi di line-up e conseguentemente anche di indirizzo musicale. Grazie all'entrata dell'ultimo cantante, ha potuto finalmente definire una direzione ben precisa, e portarla avanti fino alla realizzazione di un full-lenght di debutto, intitolato "Ghost town".
Quanto proposto, è un sound particolare e innovativo, su base alternative: sia a livello strumentale ma soprattutto a livello vocale si riconoscono chiarissimi richiami (che a volte sembrano quasi scopiazzature, senza però esserlo realmente) ai System Of A Down. Per il resto, le influenze riscontrabili spaziano dal metalcore/groove metal all'heavy metal ottantiano.
Un minestrone? Esatto. Esso è croce e delizia dell'album: sebbene aggiunga infatti novità ed eterogeneità al composto, al tempo stesso priva la band di un'identità musicale ben precisa. I brani che compongono "Ghost town" risultano spesso relativamente prolissi e ripetitivi, essendo comunque la radice da cui provengono, l'alternative metal, non comprensiva di molte variazioni sul tema.
Ciònonostante, questo debut album completamente autoprodotto (e supervisionato da un membro dei Sadist durante la registrazione e il mixaggio) riesce a convincere sotto l'aspetto del songwriting, che con delle correzioni (per limitare sbavature, lungaggini e qualche calo di tono) avrebbe potuto essere all'altezza dell'atmosfera, che è il punto di forza dell'album. Già, esattamente: ciò che colpisce di "Ghost town" è appunto la sensazione claustrofobica e sofferente che i brani, seppur generalmente tirati, sanno dare con inaspettata disinvoltura. Il cantante, che ogni tanto si concede qualche stecca, sa stupire per l'ecletticità e la destrezza con cui passa dai timbri puliti a quelli sporchi, e tutto sommato dà una prova più che dignitosa delle proprie potenzialità.
Non mi sento quindi di dare un voto molto elevato all'album, in virtù delle pecche che ha. Si tratta però di un lavoro degno di tutta stima: geniale, innovativo e particolare. Pieno sostegno pertanto ai genovesi Hydra: che possano farsi valere in sede live e proporre in futuro un album coi controcazzi, meritevole di essere annoverato come capolavoro. Le basi e le capacità ci sono tutte.

Voto: 6,5/10

Tracklist:
01) Welcome to...
02) ... Ghost town
03) Hope in my bedroom
04) Can't go
05) Dream of a life
06) Gunshot
07) Eliminate
08) She's the love
09) Oracle
10) Brand new world
11) Thank you very f***in' much


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Grewon

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Recensione MERCILESS ATTACK

Merciless Attack - Mercy for None
(2013, Autoprodotto)
Thrash metal

Dalla città "romantica" per antonomasia, Venezia, e dalle sue incantevoli stradine, arrivano i Merciless Attack, un combo composto da quattro ragazzi, pieni di energia metal distruttiva...Orgio alla voce, Fede alla chitarra, Punzo al basso e Marco alla batteria, sfornano, in questo loro demo, circa 20 minuti di puro e “old style” Thrash Metal...! Il sound è sporco al punto giusto e i riff sono veloci e taglienti come una lama di rasoio; la parte ritmica, regolare e potente, fa degnamente il suo lavoro, senza strafare ma dando sempre l'apporto giusto; la voce di Orgio, sempre in "clean", è rabbiosa e ricorda un po' l'hardcore e il crossover. I testi dei sei brani spaziano dalla religione con “Pray to your God”, a personaggi di film famosi come Texas Chainsaw Massacre con “Leatherface”, per parlare poi di nucleare in “The toxic avenger” e “Nuclear tsunami”; e, soprattutto, della passione per il metal e per i concerti, con un brano come “In the pit” e con la title track.
Ora passo a esaminare i punti deboli di questo demo: questi quattro ragazzi veneti hanno dimostrato che idee ed energie ne hanno da vendere...ovviamente, peccano ancora di poca esperienza nel writing (che ha margini di miglioramento), nella produzione e qualità del suono; e, infine, in quel “qualcosa” (il “quid” latino) di personale, pur restando in un genere ben definito, che fa fare il salto di qualità a ogni band.

Voto: 7/10

Tracklist:
01 - The Toxic Avenger
02 - In The Pit
03 - Nuclear Tsunami
04 - Leatherface
05 - Pray To Your God
06 - Merciless Attack

EvilViking

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Intervista BURNING NITRUM

Qui per noi oggi su METALARCI WEBZINE il leader di una delle band più promettenti della scena metal barese, Davide Cillo, singer dei thrashers baresi BURNING NITRUM


1) Ciao Davide, iniziamo parlando del vostro ep "Pyromania" che sta giustamente riscuotendo ottimi pareri. Te l'aspettavi di entrare così da subito nelle grazie della critica del settore?

Ciao, grazie dello spazio! Mentirei se dicessi che me l'aspettassi, no non me l'aspettavo affatto. Spesso o per invidia o per pregiudizio o per altro é molto difficile riscuotere certi consensi quando si é così giovani. Per questo posso dire di essere rimasto piacevolmente sorpreso!


2) La soddisfazione è ancora maggiore se pensiamo al fatto che hai dovuto penare non poco per problemi di line up, ma alla fine la tua determinazione è stata premiata, parlaci di questa faticosa gestazione del gruppo e come si è arrivati alla line up attuale.

Beh, sì é davvero stata una "tragedia", io mi auguro che adesso i problemi siano finiti... l'unico che é con me dalla nostra nascita é il batterista Dario, per il resto mi é toccato fare 7 cambi di bassista, uno alla chitarra ritmica e uno alla solista. Visto l'importanza che questo progetto ha per me ci sono stati dei momenti che devo dire non facili. Ma alla fine tutto é bene quel che finisce bene! Speriamo di aver trovato il nostro assetto definitivo!


3) Ti risparmio la solita banalissima domanda sulle influenze musicali, è chiaro che vi riferite al thrash old school di vecchia scuola, spiega ai nostri lettori però cosa spinge 5 giovanissimi nati negli anni 90 ad abbracciare tali sonorità anzichè le più "facili" e inflazionate ritmiche groove/post thrash di adesso?

Cosa ci spinge? La passione. E anche la convinzione, la convinzione che il thrash sia tutt'oggi un genere sottovalutato a cui sono anteposte proposte musicali di minor valore. Il metal vecchio stampo non deve essere messo da parte, anzi và rivalutato per quello che é, uno dei pochissimi generi veramente riusciti
all'interno della storia della musica. E lo dice uno aperto ad ogni, se valida, sonorità. Spesso leggo recensioni o mi dicono frasi del tipo "nulla di nuovo, però bello" o "bello per gli amanti del genere". Perché? Non capisco il perché di questa cosa. Perché una qualche cosa deve essere nuova, se il "modello
precedente" era uscito meglio? Questo genere ha ancora tantissimo da dare, e ci teniamo di cuore a dimostrarlo noi per primi.


4) Da ottimo conoscitore thrash come giudichi la scena attuale, sia a livello regionale che italiana.

Micidiale. Sul serio. Potrei parlare dell'underground thrash della nuova ondata negli Stati Uniti, Sud America, Medio Oriente, ecc. ma nessuno supera quello italiano, nemmeno la terra dove questo genere é nato, anzi. Vedere gente che riscuote una certa fama all'interno del genere impugnare le chitarre e realizzare
che qui in Italia abbiamo ragazzi di livello ben superiore, mi fa venire a pensare che ci siano pregiudizi contro noi italiani da parte delle grandi label e non solo. E' ignoranza, é una situazione vergognosa. L'acciaio italiano non delude mai!! Un'idea più chiara di ciò che sto dicendo? Basta visitare il link e la avrete. Troverete più di una trentina di band di altissimo livello che possono essere già ritenute pronte per ogni tipo di scenario internazionale.


5) Come ho accennato in precedenza siete un gruppo con un'età media molto bassa, e quindi con ampi margini di miglioramento e con grandi prospettive, da leader del gruppo come però vi penalizza quest'aspetto? Immagino che il fronte live sia stato un pò compromesso, giusto? Vi gira meglio in compenso in quanto a figa?

Sì, specie qui nel Sud Italia non é raro trovare "senatori" del genere pronti a giudicare solo in base alla tua età. E magari preferire a te una band di gente d'esperienza che però sul palco e a livello compositivo non dimostrano nemmeno la metà. Ma grazie al cielo non sono tutti così, c'é anche gente simpaticissima
ed organizzatori che andrebbero onorati, per il lavoro che fanno. Certe volte penso che senza certa gente la nostra scena sarebbe in seria sofferenza, e il rispetto che ho per chi si impegna nel portarci avanti é indescrivibile. Basti guardare qui in Puglia eventi come il Metal Symposium, o organizzazioni come Rockcult.
Di figa potrei averne quanta me ne pare certo, ma sono un amante di quelli che ritengo i sani principi: non c'é niente di meglio di una bella relazione piena di affetto con la persona giusta, é una delle soddisfazioni irripetibili della vita. Mentre andare a scopare a cazzo, senza poi quel sentimento di fondo, che
soddisfazioni dà? Ben poche, la verità é che la gente lo fa (o dice di farlo) perché é la più triste moda dei tempi recenti. O perché non ha capito ciò che nella vita veramente conta.


6) Di recente il thrash ha perso una delle sue leggende, come hai preso la notizia della scomparsa di Hanneman?

Malissimo. Sul serio. Non abbiamo perso un genio ma IL genio. Chi aveva la sua creatività? Chi creava i riff come li creava lui? Chi quell'attitudine, che derivava anche dalle sue influenze hardcore punk? Se esiste il nostro genere lo dobbiamo anche alla validissima scena punk hardcore, e negarlo sarebbe da ipocriti.
Jeff era l'anima, l'anima del nostro genere. Anche oggi devo ancora farmi una ragione della sua scomparsa.


7) Se avessi la possibilità di portare sullo stesso palco le tue 4 bands thrash preferite di sempre chi sarebbero i tuoi big four?

Domanda cattivissima. Credo che i big four meritino di essere loro, ci sono Metallica e Slayer che hanno dato vita ai due "settori" del genere, quello classico e quello più estremo. I Megadeth che sono i miei preferiti, il loro "Rust In Peace" lo ritengo un capolavoro insuperato. Gli Anthrax sono stati di grande aiuto
per lo sviluppo di un altro genere di thrash, che personalmente amo altrettanto. Se poi ci si chiede chi avrei voluto vedere insieme nei loro tempi d'oro... Megadeth, Slayer, Exodus e Testament. Quattro band che ritengo importantissime anche per il mio lato artistico.


8) Dove volete arrivare voi Burning Nitrum? Quali sono i sogni nel cassetto e i progetti futuri?

Non ci prefissiamo limiti, faremo il massimo possibile giorno per giorno e vedremo quali soddisfazioni riusciremo a raccogliere. Condividere il palco con le band con cui siamo cresciuti e magari perché no stringere un rapporto di amicizia con quegli artisti sarebbe però senza dubbio una grande fonte di soddisfazione.
Ieri é uscito il nostro nuovo singolo, "Turned to Ashes (Nothing Stands Still)", invito tutti a dare un ascolto. Per l'anno prossimo é invece prevista l'uscita del nostro album di debutto, che avrà un più che adeguato supporto live in Italia e all'estero! Tenetevi pronti perché noi siamo carichi!!


9) Senza peli sulla lingua: è il momento del vaffanculo pubblico. Nella tua ancor breve carriera metal ti saranno senz'altro girate parecchio le palle per qualche trattamento ricevuto da qualche addetto ai lavori / organizzatore / band. Se vuoi mandarlo affanculo, questo è il momento.

Un bel vaffanculo alla mafia del "pay to play", a questi proprietari (e proprietarie) di locali del cazzo che non ti fanno suonare perché non sei una cover band, anche dopo che ci sei andato apposta a parlare e fissato la data. Un bel vaffanculo ci sta anche agli invidiosi che non riuscendo a raccogliere nulla nella vita sentono l'esigenza di criticare, e a quelli che stanno a cazzeggiare come dei coglioni o passare le serata davanti al computer invece di venire i concerti e supportare il proprio underground. You will burn!!


10) L'intervista si conclude qui, ti auguro tante soddisfazioni con la tua cazzutissima band. Chiudi come preferisci

Ragà, supporto, siamo una famiglia! Se si inizia a rosicare e fare gli invidiosi, ad essere presenti solo al concerto della propria band, qui non si và da nessuna parte! E comprateli i cd di noi band underground, invece di buttare i soldi per qualche stronzata o per qualche fighettina stronza. THRASH 'TILL DEATH!!
Continua…