giovedì 28 aprile 2011

Recensione - WILDROADS


WILDROADS - Wildroads
(2010, Autoprodotto)

Direttamente da qualche strip club di qualche boulevard toscano ecco i Wildroads, quintetto dedito all’Hard Rock dal chiaro sapore eighties!
L’influenza dei Motley Crue è chiara e lampante, ma i Wildroads non fanno nulla per nasconderlo, anzi ci sguazzano letteralmente! Mi sembra di vederli, tutti e cinque, sbavare sotto il palo della stripper di turno e infilarle nel minuscolo slip banconote da 10 dollari…
Il quintetto è un’ottima combinazione di tecnica e gusto. Fin dal brano d’apertura RIDER OF THE SUNSET non perdono un colpo, non una battuta a vuoto: solo chitarre ruggenti e la voce di Michael Cavallini a miscelare il tutto. Buona prova, quella del singer.
Passando per l’omonima WILDROADS, si arriva a SHE HAS BEEN CHEATED, che si apre con un estratto in lingua originale del film Io, me & Irene (in realtà in un primo momento pensavo fosse della serie Californication... che ci sarebbe stato bene! Eh! Eh!)
Alle chitarre si segnalano ancora una volta le ottime scelte stilistiche di Nik Capitini e Giulio Antonelli, supportate al meglio da Simone Baldi alla batteria e Alessandro Lupo al basso.
La quarta traccia è una classica Rock ballad dal titolo RE-LIVE MY LIFE, il classico strappamutande nella migliore tradizione Rock.
Si arriva così alla quinta e ultima traccia, SICK SOUL, e ci si chiede perché così pochi pezzi…
Sicuramente il quintetto ha altro materiale in cantiere, e il sottoscritto avrebbe avuto il piacere di ascoltarlo… vale a dire: a quando il prossimo disco?
Ok, sappiamo (io per primo) quanto costa autoprodursi un cd, tra registrazione e stampa, per questo capisco la scelta di cominciare con un “assaggio” di cinque tracce per poi buttarsi su un full lenght, anch’io la pensavo così, e così abbiamo fatto con la mia band. Ma… con l’esperienza, vi dico che se avete buon materiale, è inutile tenerlo nel cassetto (col rischio che ci rimanga per sempre!): meglio bruciare subito!!!
Comunque, ragazzacci, siete avvisati: vi terremo d’occhio, Wildroads

The Rock Child

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domenica 24 aprile 2011

Intervista - BEHEADED


1) Beheaded, 20 anni sulla scena all'insegna del Death Metal più estremo. In questi anni ho sentito accostare il vostro sound a nomi di mostri sacri del genere: da dove realmente trarre ispirazione il vostro micidiale sound?
Tenendo conto delle età individuali dei membri della band, e dei 20 anni complessivi della band, si può tranquillamente dire che le ispirazioni sono tratte maggiormente dal Death Metal più classico. Nomi come Suffocation, Immolation, Cannibal Corpse, Morbid Angel, Obituary, Brutality, etc. Per noi sono principalmente le band con le quali siamo cresciuti e per le quali ancora oggi abbiamo maggior rispetto.

2) Siete attivi sulla scena da molti anni, sempre con gusto e coerenza della composizione. Come avete visto cambiare la scena in questi anni?
Nel corso degli anni, lo stile Death Metal è passato attraverso diversi cambiamenti di popolarità. Citiamo i primi anni 90, gli anni d’oro del Death Metal, che poi ha visto un calo nella popolarità dello stile a paragone di altri generi come il Black Metal. I Beheaded, comunque, hanno continuato a suonare e a credere nel Death Metal, perché per noi l’amore e la passione per questa musica non è influenzata da quanto questa sia popolare o meno. Ovviamente, con l’arrivo di Internet, oggigiorno l’underground ha cambiato completamente faccia, nel senso che la musica e più accessibile rispetto ad alcuni anni fa quando, per trovare degli album, uno doveva impegnarsi a cercare di più. Però, questo fattore ha probabilmente cambiato la scena in modo negativo, perché sembra che alcuni fans non apprezzino che la musica sia cosi facilmente accessibile, e susseguentemente non apprezzano neanche il lavoro delle band.

3) Penso che siate una delle band più attive sulla scena, con presenze in tutti i festival più importanti della scena Metal. Quale è il paese che meglio risponde ad un live estremo come il vostro?
Ogni show e ogni paese è una storia diversa dall’altra. Le reazioni non sono sempre le stesse. Ci sono dei paesi nei quali la gente partecipa più di altri. Siamo appena ritornati da Bangkok, in Tailandia, per la prima volta, dove siamo stati accolti molto bene. Suoneremo il nostro prossimo show, il Neurotic Deathfeast, un festival nel quale abbiamo suonato l’anno scorso, e l’accoglienza e stata buonissima. Per ora stiamo suonando in questi festival per poi fare delle tournée più lunghe quando uscirà il nuovo album.

4) Voi provenite da Malta, un paese che deve la sua leggendaria fondazione e caratteristiche culturali ai Cavalieri Templari. Ad oggi, la dimostrazione di una integrazione individuale e culturale invidiabile quanto influisce sul vostro sound, in questa particolare connotazione geografica?
Ritornando alla prima domanda, quando noi crescevamo ascoltavamo certi gruppi, particolarmente negli anni 90, non essendoci internet e tenendo conto della connotazione geografica del nostro paese, che è distaccato dal resto dell’Europa. Le nostre influenze sono diverse, quando si comparano a delle persone che ascoltavano musica estrema nell’Europa centrale. Ciò è dato dal fatto che questa era aperta a molte band che, allora come oggi, andavano in tournée. La scena su Malta è molto chiusa in se stessa, e questo era un fattore molto importante, particolarmente prime dell’avvento di internet.

5) Nel 2009 avete raggiunto una line-up stabile. Come mai la prima formazione non ha dato stabilità al gruppo, tenendolo lontano dal palcoscenico per più di un anno?
Sfortunatamente nella line-up precedente c’erano membri con opinioni diverse ed anche incompatibilità caratteriali che hanno portato a diversi problemi, lasciando la band lontana dal palcoscenico per qualche anno. Comunque, oggigiorno siamo molto contenti della nuova line-up perché c’è più sintonia fra i membri ed è indiscutibilmente la miglior line-up nella storia della band.

6) Nel 2010 avete annunciato di essere impegnati nella registrazione del nuovo album: è possibile darci un’anteprima?
Il nuovo album s’intitolerà Never To Dawn e possiamo dire che, come stile, va molto sul Death Metal classico e, probabilmente, trae molto dagli album precedenti come Perpetual Mockery e Ominous Bloodline.

7) Nei vostri show, siete stati spesso supportati da band della scena underground italiana. Come vedi la nostra scena estrema?
Abbiamo fatto uno show in Reggio Emilia l’anno scorso, il Lowlands Deathfest, nel quale hanno suonato molte band italiane molto giovani e promettenti, e sembra che lo stile estremo in Italia vada abbastanza bene. Una band che sta facendo particolarmente bene sono gli Hour Of Penance che, fino a pochi mesi fa, erano nella nostra casa discografica, Unique Leader.

8) Quali sono i vostri piani per il futuro? E quando i fan italiani avranno il piacere di rivedere un vostro show?
Quest’anno, di sicuro faremo delle tournée in Europa, e forse anche in America, quando uscirà l’album. Ovviamente speriamo di avere anche qualche data in Italia.

9) Io vi ringrazio per il tempo che ci avete dedicato. Se volete aggiungere qualcosa, oppure salutare o ringraziare qualcuno fate pure.
Ti ringraziamo a nome dei Beheaded, e cogliamo l’occasione per salutare i nostri fans e amici italiani, e a presto.
DEATH FUCKING METAL!!!!

Furia

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Recensione - GROUND CONTROL

GROUND CONTROL – Dragged
(2010, Punishment 18)

Seconda pubblicazione per questa band veronese, arrivata (come si legge nella biografia) dopo vari cambi di formazione.
Già dai primi brani si evince il filone in cui questo lavoro vuole collocarsi: Thrash Metal classico con qualche contaminazione Hard Rock sparsa qua e là. Il primo approccio all’album è positivo; le tracce inizialmente si presentano energiche, ma questo effetto é destinato a svanire presto. La struttura dei pezzi, pur non essendo elementare e statica si dimostra poco incisiva, non permettendo all’album di infiammarsi. Il brano FINAL SOLUTION sembra ridare vigore all’album, merito anche di un poderoso riff iniziale, ma anche in questo caso la traccia è destinata a spegnersi lentamente, vittima di un cantato non proprio incisivo.
Il momento migliore dell’album si ha in DAYS RAGE, finalmente caratterizzata da un groove più potente e rapido e da un assolo di chitarra degno di nota. Chiusura affidata a LEAVE ME ALONE, traccia noiosissima e sinceramente “evitabile”. Da sottolineare come in maniera molto evidente la band si ispiri a mostri sacri come Metallica e Testament, non riuscendo però a raggiungere il muro sonoro al quale queste band nei rispettivi tempi d’oro ci hanno abituato. Questo lavoro non si dimostra difficile da ascoltare ma pecca purtroppo di eccessiva derivazione: i ragazzi sembrano infatti ingabbiati dagli stessi nomi ai quali si ispirano e naturalmente questo fattore potrebbe incidere dannosamente sui lavori futuri. Per quanto riguarda la produzione c’è da dire che Dragged con un sound maggiormente definito avrebbe potuto “fare più male”.
Come giudizio finale non posso che confermare il fatto di trovarmi di fronte a un lavoro che di principio vuole essere improntato su un Thrash Metal di stampo americano, ma che non ne rispecchia i canoni fondamentali: potenza, rabbia e velocità. Un lavoro, insomma, che un appassionato del genere difficilmente riuscirà ad apprezzare.

Morbid Tales

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mercoledì 20 aprile 2011

Intervista - ANTROPOFAGUS


Tra le band italiane di maggior spessore e più acclamate, si deve citare per forza il nome Antropofagus, band nata nel 1997 con Meatgrinder alla chitarra, Rigel, Void ed Argento a completare la formazione, con un nome ispirato dalla geniale produttività del filone horror italiano, partorisce, nel 1999 una perla di rara bellezza estrema come No Waste Of Flesh, album che brilla nel panorama non solo italico per pregevolezza.
Nel 2004, diverse vicissitudini portano la band a bloccare la propria attività fino al 2009, quando Meatgrinder decide di rimettere in piedi il progetto, e ridare ai fan una delle migliori band del panorama italiano.

1) Dopo un lungo stop, uno dei desideri più ricorrenti dei fan di Metal estremo diventa realtà. Puoi spiegarci le fasi e le motivazioni di questa reunion?
Ciao a tutti! Innanzi tutto grazie per l'interesse e le belle parole spese su di noi: vedere che a distanza di anni c'è ancora molta gente che aspetta il nuovo materiale è appunto uno dei motivi per cui decisi di riformare il gruppo. La reunion ufficiale è del 2010, anno in cui è uscito il Promo che ci ha permesso di poter firmare per l'americana Comatose Music. Il motivo principale è che avevo al mio interno un discorso inconcluso, una voglia di riprendere da dove Antropofagus era rimasto, ne sentivo il bisogno! Vedere poi ancora moltissima gente amarci ed acclamarci ha fatto sì che la reunion diventasse realtà.

2) Dalla formazione diciamo “originale” sono cambiati tutti i membri tranne te, con un simile rinnovamento di line up, dobbiamo anche aspettarci un cambio di sound?
Non drasticamente. Della line up originale ci sono solo io esclusivamente perché gli altri membri non hanno potuto partecipare e non perché si volesse sperimentare qualcosa di nuovo. Tengo a sottolineare che siamo tutti in ottimi rapporti, quindi direi che il sound Antropofagus non potrà cambiare, ma è inevitabile che la modernizzazione, e i 10 anni di distanza da No Waste Of Flesh si sentiranno.

3) Ritengo No Waste Of Flesh un album che nulla ha da invidiare anche a livello estero nel genere estremo: che mi dici del nuovo album?
Sì, in effetti adesso a distanza di anni mi rendo conto che se quel disco fosse uscito direttamente in U.S.A. adesso staremmo parlando di un'altra band, in quegli anni sopratutto in Italia era difficile poter sentire qualcosa fatto bene come quel cd, le produzione non erano eccelse e c’erano molti meno gruppi rispetto ad adesso. Ebbe comunque un ottimo successo all'estero, se non erro è stato il primo prodotto Italiano ad uscire fuori dalla penisola e avere un discreto successo. Riguardo al nuovo materiale, uscirà direttamente in America, avendo una “label di New York”! So che lì il nostro nome è abbastanza apprezzato, puntiamo molto sull'Europa adesso e l'attesa che abbiamo constatato in questi ultimi mesi fa ben sparare. Di mio posso solo dirti che chi aspetta il lavoro non ne rimarrà deluso, il nostro sound non cambierà. Sarà estremamente più veloce di No Waste ma senza perdere in orecchiabilità, per noi è essenziale nonostante stiamo parlando di Brutal.

4) Dal nome della band, suppongo che tu sia fan di artisti cinematografici e filmografia del settore horror, di quali per la precisione?
Il nome deriva da una Italianizzazione del famoso film. I veri estimatori del genere erano Void e Argento: non che io sia da meno, ma il nome ed il logo derivano da un idea di Void. Una cosa che non tutti sanno è che il nostro logo ormai con restylig nasceva come vagina, era anche molto più illeggibile come da tradizione anni 90.

5) Quali band e quali artisti hanno influenzato ed influenzano il vostro sound?
Ormai non sono influenzato più da nulla semplicemente perché ho un modo tutto mio di comporre (essendo autodidatta e non avendo studiato) e se provassi ad emulare sonorità altrui non essendone padrone mi verrebbe fuori una cosa fatta male. In passato naturalmente sono stato fortemente attratto da Morbid Angel, Suffocation e Cannibal Corpse.

6) In questi anni, la scena estrema sembra stia rinascendo. Come vedi la scena underground italiana ed estera, e quali band ti hanno più entusiasmato?
Al mio rientro ho notato con molta felicità e stupore quanto la scena estrema sia in crescita sia all'estero che in Italia: era ora! Penso che per quanto riguardi l'Italia The Vile Conception dei HoP abbia spianato molto la strada, Septycal Gorge e Putridity stanno facendo il resto. Questi sono i nomi Italiani che adesso maggiormente stanno portando l'Italia ad essere fiera della propria crescita nel nostro genere, anche se parliamo sempre di underground.

7) In Italia i concerti che danno totalmente spazio ai generi estremi sono rarissimi, come mai si tende a privilegiare generi più orecchiabili?
Perché la gente è pigra ed è pigro di conseguenza l'orecchio. Non sto dicendo naturalmente che il Brutal sia di facile ascolto, è pur sempre impegnativo e di nicchia, ma se solo si provasse prima di giudicare (come spesso si fa) ad ascoltare e cercare di capire quale estenuante e ricercato lavoro ci sia dietro, sono sicuro che verrebbe meglio apprezzato e avrebbe sicuramente più pubblico di quanto abbia adesso. Si è quindi portati ad organizzare Festival più che concerti singoli, in modo da aprire un po’ di più gli spazi e il pubblico, senza esagerare naturalmente nella scelta degli accostamenti: è un grande rischio esagerare sotto quel punto di vista.

8) Il 21 maggio al Bike & Rock avremo il piacere di vedere un vostro live, un evento molto atteso dai vostri fan, cosa ci dobbiamo aspettare per questa data?
Come prima cosa i miei capelli corti (Ah! Ah! Ah!)! A parte gli scherzi, proporremo 5 nuovi brani estratti dal prossimo full di cui non abbiamo volutamente ancora rivelato né il titolo né l'autore della cover, visto che aspettiamo di avere il definitivo artwork tra le mani. Tre brani tratti da No Waste Of Flesh: RECOLLECTION OF HUMAN HABITS, THICK PUTREFACTION STINK e LOVING YOU IN DECAY.

9) Gli Antropofagus sono legati nel bene o nel male ad Argento: come mai in questa reunion non c’è lui alla voce?
Poiché all'ultimo minuto ha dovuto rinunciare, per via di problematiche che avrebbero reso impossibile l'impegno al 100% che richiedeva un nome come il nostro e avrebbero complicato la sua vita privata, quindi alla fine ho per fortuna trovato Tya che sono sicuro non farà rimpiangere Argento sia come voce che come presenza, nonostante siano due persone totalmente differenti.

10) Per un lasso di tempo il progetto Antropofagus è stato composto da un duo e capitanato da Argento. Cosa puoi dirci di questo periodo?
Un lasso di tempo praticamente inesistente, giusto il tempo di registrare il mini cd, dopodiché la mancanza mia e di Rigel ha reso anche impraticabile il palcoscenico e quindi è andato tutto morendo, per poi riprendere vita nel 2010.

Furia

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Recensione - LEGEN BELTZA


LEGEN BELTZA - Need To Suffer
(2011, Punishment 18)

I Legen Beltza provengono dai caldi Paesi Baschi, questo combo spagnolo è una delle band di punta del panorama Thrash Metal mediterraneo.
Non parliamo di una band nata da poco, ma al contrario, loro hanno esperienza da vendere. Esistono dal 1998, con l'uscita del loro primo demo Ziztu Bizian, fino ad arrivate al loro quarto album all'attivo, per l'appunto questo granitico e genuino Need To Suffer.
Questo va a dimostrazione che non solo il Nord Europa riesce a sfornare ottime band.
I Legen Beltza  con questo album danno dimostrazione, sin dai primi ascolti, che sono una band matura.
I riffing appaiono potenti già dalle prime note. I pezzi non scadono mai nella banalità, i riferimenti sono palesi, si intuisce il rifacimento ai Testament ultimi periodi.
La struttura dei pezzi è ottima, un buon intreccio di parti di chitarra ritmiche e assoli che non sfociano mai nella banalità, il tutto portato avanti da un drumming davvero potente che non sbaglia un colpo,  amalgamato poi da un’ottima produzione che porta questo album ad essere un discreto portabandiera del Thrash Metal nuova scuola.
Buone le parti vocali di Xanti Rodriguez, che è anche il bassista della band, da subito il riferimento al mitico Chuck Billy non può passare inosservato.
A mio avviso il pezzo migliore di Need To Suffer rimane VAPORIZED: ottimo il ritornello e nel complesso una struttura impeccabile. Sound potente, e non male le melodie che trascinano per tutto l'album e che non disturbano nel complesso questo lavoro, ma anzi lo rendono più tecnico e meno scontato del solito revival Thrash.
Scorre davvero bene questo Need To Suffer, da MIDNIGHT MEAT TRAIN a CHURCH BURNING, fino ad arrivare al decimo pezzo AMAIERARIK EZ DA, titolo esclusivamente in lingua madre che ci sta sempre.
Questo ultimo brano è tutto in strumentale, che chiude dignitosamente questo lavoro e racchiude benissimo quello che i Legen Beltza hanno da proporre.
Punto a favore più di tutti va al batterista Ivan Hernandez, il suo lavoro dietro le pelli alza il livello di questo cd di moltissimo, tutta la costruzione dei pezzi si poggia e va avanti grazie alla sua impeccabile e precisa prestazione.
Ascoltando Need To Suffer sicuramente non si grida al miracolo, ma penso che i Legen Beltza non hanno nulla da invidiare a capisaldi del Thrash Metal Nord Europeo, proprio per questo l'intero lavoro è promosso a pieni voti.

SCUM

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