lunedì 20 dicembre 2010

Recensione - VINTERBLOT

VINTERBLOT - For Asgard
(2010, Autoprodotto)

Quando ho ricevuto la mail di Metal Arci con la richiesta di recensire l’ep dei baresi Vinterblot, ho sentito un forte brivido percorrermi la schiena. Dovete infatti sapere che sebbene sia radicata in me l’affinità al Power Metal più sperimentale, è ancora più radicato l’amore per la mitologia norrena, qualunque sia l’arte che la tratta: ho divorato libri, consumato i polpastrelli con videogiochi (Rune in primis!!) e sfondato i timpani con band che trattavano queste tematiche nelle loro canzoni, primi fra tutti gli Amon Amarth. E i Vinterblot intendono ripercorrere esattamente lo stesso percorso musicale dei maestri svedesi, sia nelle musiche che nei testi. Premetto che ho assistito in prima persona ad un concerto dei Vinterblot, quando vennero a suonare all’Olimpio Rock Café di Racale (LE). In particolare ricordo il momento in cui hanno eseguito FREE WILL SACRIFACE degli Amon Amarth: in quel momento strinsi al mio petto il mio Mjolnir (il martello del dio Thor) che porto sempre appeso al collo e cantai sommessamente sui versi di Hegg in un crescendo di emozioni che raramente ci si aspetta di provare ascoltando una band emergente.
Eccovi quindi spiegato il perché del mio fervore nel recensire il primo ep del combo barese, e spero che le righe che scriverò possano aiutare in qualche modo questa band così vicina alle mie inclinazioni ad emergere dall’underground.
Come già accennato prima, i Vinterblot ricoprono le stesse identiche fattezze che contraddistinguono anche la proposta musicale degli Amon Amarth, e in tutto e per tutto. A parte l’intro strumentale, infatti, si fa davvero fatica a trovare delle divergenze fra le due band, soprattutto per gli “incroci” delle chitarre e per il growling del cantante, molto simile all’ultimo Johan Hegg, che ha eliminato quasi del tutto lo screaming in virtù di un growling più pastoso, salivare e fondamentalmente meno aggressivo ma più oscuro rispetto ai canoni del Death classico. Anche il basso e la batteria trovano perfettamente il loro incastro nell’insieme, pur non emergendo in maniera drastica ma amalgamandosi al composto.
L’ep comincia con un’intro strumentale di un minuto e mezzo, non gloriosa né aggressiva bensì tetra e malinconica… come una marcia funebre o un inno alla battaglia da cui si sa già di uscirne senza vita… o magari un’introduzione al passaggio della Naglfar, la leggendaria nave composta da unghie di defunti che preannuncia l’inizio del Ragnarok, la fine del mondo. Il secondo brano si collega all’intro per quanto riguarda il mood tetro e introspettivo, ma se ne discosta per il ritornello epico e cadenzato, a suggellare l’eroico coraggio degli dei dell’ordine capitanati da Odino contro la minaccia dei giganti, eterni nemici del pantheon nordico. In seguito troviamo il brano NAGLFAR, che parla quindi dell’orribile imbarcazione preambolo del giorno del giudizio, e lo fa con tinte più aggressive e rabbiose. Poi arriva il turno di AS SLEIPNIR RISES, senza dubbio la mia preferita dell’ep: intensa, appassionata, epica e complessa pur nella sua disarmante semplicità compositiva (Sleipnir è il cavallo a otto zampe di Odino, nato dall’unione tra Loki, travestito da giumenta, e un possente cavallo appartenente a un gigante travestito.. ebbene sì, la fantasia norrena è senza limiti). Forse qui avrei un po’ appesantito i cori che urlano “hail!”, anche sfruttando qualche effetto computerizzato, perché no, ma complessivamente spacca ugualmente, ed è ovvio che in sede live si abbia l’obbligo di urlare a squarciagola per rendere ancor più sanguinante l’effetto scenico. Le ultime due tracce del disco, VINTERBLOT e BLOOD FURNACE sono a mio avviso l’emblema degli Amon Amarth più recenti, caratterizzati da brani più tirati e d’atmosfera rispetto alla ferocia degli esordi.
Ciò che si fa notare fin da subito è la sfacciata somiglianza con gli Amon Amarth: solo un orecchio molto attento potrà accorgersi al primo ascolto che non si tratta degli svedesi bensì di una band emergente proveniente da una zona (la Puglia) che di “vichingo” possiede ben poco. Anche a livello di produzione i risultati sono dignitosi e non si rimpiangono i suoni martellanti curati dalla Metal Blade. L’ep scorre lisco e fluido nel lettore, e appena concluso è probabile che inviti ad un altro ascolto più approfondito, senza stancare l’ascoltatore. Se proprio devo trovare un difetto nella proposta musicale dei Vinterblot, posso magari parlare della loro poca originalità: essendosi così profondamente ispirati agli Amon Amarth, non sono riusciti a sviluppare una loro identità ben distinta. Ma ci sono due punti a favore dei baresi: per prima cosa non esistono molte band che suonino quel genere, quindi la presenza di una band italiana (e pugliese!!!) così vicina agli Amon Amarth è già comunque a suo modo un’originale novità; e poi comunque pur seguendo le orme dei maestri, i Vinterblot non hanno scopiazzato nulla, nemmeno un semplice riff o un giro armonico. Le cinque tracce (esclusa l’intro) dell’ep potevano tranquillamente risultare nella tracklist di un nuovo disco degli Amon Amarth, senza nessuna caduta di stile, anzi. Quindi i miei più sinceri complimenti ai Vinterblot, con la speranza che presto si possa ascoltare un full-lenght, magari prodotto da un’etichetta che possa garantire ai baresi la visibilità che meritano.

Grewon

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Live Report - Night Of The Graveless Souls


18.12.2010 - NIGHT OF THE GRAVELESS SOULS - Stige / Buio Omega / Tyrannizer Order @ Bike & Rock - Manduria (TA)

Temperatura gelida come gelidi erano i generi trattati in questo live, serata rigorosamente all'insegna del Black e dell'old school Death Metal.
Il live inizia in ritardo per i soliti orari del Bike & Rock: si da il via con un insolito fuori programma, maschera antigas e taglio di una croce in legno con una motosega (da parte di uno degli organizzatori presumo).
Andando oltre questo particolare ecco salire sul palco gli Stige, band dalle sonorità old school Death Metal stile Autopsy. Non si presentano male da un punto di vista scenico, il cantante ci sa fare… A loro discapito i suoni: il basso sparato a mille e la cassa della batteria che (al contrario) non si sentiva bene, un suono che non ha giovato alla prestazione della band che, tutto sommato, si lascia apprezzare e coinvolge molto bene il pubblico presente.
Gli Stige nonostante un suono molto discutibile sono stati un buon gruppo d'apertura.
Seconda band (questo è il loro primo live!) i Tyrannizer Order, gruppo Speed Black. Ricordano molto gruppi tipo Destroyer 666: un live cattivissimo il loro, pezzi ultraveloci, suono sporchissimo… ma a differenza della prima band, qui la saturazione ci stava tutta. Un genere questo che non ha vie di mezzo, o si ama o si odia. Come primo live sicuramente promossi a pieni voti.
Ultima band, i Buio Omega, propongono un Black Metal dalle ambientazioni classiche. Ricordano Vargsang, Behexen, e a tratti Carpathian Forest. Punto a sfavore alla band è stato il cambio palco interminabile che è stato ripagato, comunque, da una buona prestazione dei Buio Omega. Un live, il loro, che non lascia trasparire niente se non atmosfere cupe degne della serata affrontata.

SCUM

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sabato 18 dicembre 2010

Recensione - ANCIENT DOME


ANCIENT DOME - Perception Of This World
(2010, Punishment 18)

Secondo album della loro discografia (che conta anche 4 demo) per gli Ancient Dome, da Varese, una band d’altri tempi, che già col precedente Human Key del 2009 aveva attirato le attenzioni di numerosi thrashers “old school” dello stivale, me compreso.
Questo Perception Of This World è un degno successore: le coordinate stilistiche rimangono tali, ovvero un Thrash tecnico di matrice Heathen con rimandi ai redivivi Forbidden e ai canadesi Annihilator, ben suonato e piacevole…roba di qualità insomma, per un album che conferma le potenzialità della band, attesa al varco della difficile prova del secondo album.
Esame superato direi, visto che le 9 tracce (più 2 intro) sono tutte di sicuro valore, senza particolari cadute di tono. Già a partire dalla elettrizzante LIAR, che si apre con una serie di plettrate killer, il profumo di anni ’80 è forte, e per chi vi scrive non può che essere un bene.
I pezzi hanno una durata media abbastanza lunga (che supera i 5 minuti) e una struttura ben elaborata, e reggono sul lungo ascolto anche grazie alle varie sfumature dell’album. Si passa infatti da pezzi più reattivi come la succitata LIAR a PREDOMINANCE, a brani più ragionati e quasi dal retrogusto Prog come la splendida titletrack, fino addirittura all’onirica ballad DREAM AGAIN (e qui l’accostamento che mi viene è con FALLEN IDOLS dei Cirith Ungol), impreziosita da un ottimo cantato coinvolgente e da soli melodici molto efficaci.
Gli Ancient Dome da parte loro offrono un’ottima prova tecnica: ascoltando i pezzi si capisce di avere a che fare con una band esperta e sicura dei propri mezzi, un valore aggiunto per un prodotto già di per sé competitivo e che non farà fatica a invocare il proprio spazio nella scena italiana underground.
Ottima anche la cura del “catastrofico” artwork e del booklet (nel quale compare anche una pagina fumettosa con protagonisti i 4 della band), piccoli dettagli che vanno comunque ad aumentare la schiera di componenti positive di questo Perception Of This World, che ci consegna quindi un’altra forte freccia a disposizione nell’arco del Thrash italiano, valorizzata da una valida casa discografica, da un buon seguito nel Nord e da importanti live di supporto anche a bands storiche.
Fate spazio quindi agli Ancient Dome, 2 ottimi album valgono bene l’accesso nei palazzi alti della nostra scena e procuratevi quest’album che potrà essere un ottimo regalo natalizio per ogni buon thrasher che si rispetti!

Torrrmentor

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Storia del Metal Salentino (2) - C.O.M.A.

Ho voluto fortemente questa intervista per un gruppo che personalmente a me ha dato tanto. I miei primi ascolti li devo a loro, ma quello che mi fa tanto piacere è avere avuto l'onore di intervistare Giovanni De Luca (batterista della band), il mio primo punto fermo batteristicamente parlano, mia prima fonte di ispirazione. Ogni musicista, e non solo Metal, nel Salento deve essere riconoscente a questa pietra miliare dell'estremismo sonoro. Solo e unicamente su Metal Arci, per la storia del Metal Salentino, C.O.M.A.

1) Mi parli della nascita dei C.O.M.A.? In che circostanze è avvenuto il tutto, luoghi e periodi? Fammi una presentazione, per chi non ha vissuto quei periodi e per chi gli vuole rispolverare.
Beh, sono passati un bel po’ di anni, inizio anni 90, anzi precisamente dicembre 89 quando io e Tonio Esposito ci siamo per la prima volta parlati. In realtà lui è un mio cugino di secondo grado ma fino ad allora non avevamo avuto nessun contatto, finché una mattina non mi ferma davanti all'Itis di Lecce (scuola che entrambi frequentavamo) chiedendomi se io suonavo la batteria, notizia che aveva avuto da altri parenti. Io risposi di sì. Lui in quel periodo studiava al conservatorio chitarra ed eravamo entrambi appassionati di musica Metal, così nel giro di due secondi decidemmo  di mettere su una Metal band, cosa abbastanza inusuale in quel periodo ed in particolare in piccolo centro come Guagnano.
Io avevo 14 anni e lui 16: la prima band prese il nome di Insania per poi dopo passare ad Acrania. La formazione era composta da me alla batteria, Tonio alla chitarra, Andrea Carrozzini alla chitarra e Salvatore Camillo (che tu conosci benissimo) alla voce; in particolare ricordo proprio l'episodio quando Salvatore mi venne a cercare a casa: aprii la porta e vidi questo personaggio già molto conosciuto in paese per le sue imprese da ballerino che mi chiede subito «Ma qui voi avete una Metal band?» praticamente con una faccia incredula, e subito si propose come cantante! Da lì è cominciata tra l'altro la nostra splendida amicizia che dura a tutt'oggi!
Devi capire che in quel periodo noi per le persone del posto eravamo degli alieni, o forse meglio degli alienati! Non ti nascondo che quando abbiamo cominciato a prendere le sembianze di una Metal band eravamo sempre bersagli di schermaglie da parte di persone anche della nostra età o un po’ più grandi, o se vogliamo da parte di persone chiuse ed ottuse che non erano preparate a quel tipo di cultura e che quindi non la comprendevano e ne avevano anche un po’ paura. Così siamo diventati per tutti dei drogati e pazzi, e quindi bersaglio di prese in giro. Ti posso con certezza affermare che in quel periodo eravamo veramente in pochi. Però a distanza di poco tempo ti posso anche dire che tutte quelle persone che ci prendevano in giro erano sempre a casa mia durante le prove a fare casino ed era sempre una festa, e che da lì tanta gente che prima non era così vicina alla musica comincio ad avvicinarsi ed anche a strimpellare.
Comunque, ritornando agli Acrania, nel 1990 abbiamo avuto la nostra prima esperienza live, partecipando ad un festival organizzato dal centro sociale di Guagnano, "L'altraguagnano", dove gli headliner erano i Sud Sound System, quindi una bella occasione per 4 ragazzi (tra l'altro senza bassista) che suonavano male ma non si vergognavano di niente e di nessuno e che provarono a far sentire a tanta gente (perché quella sera c'era tanta gente: che figura di merda…) un po’ di Metal. Ti posso assicurare che eravamo penosi, ma tanto carichi di energia e voglia di spaccare il mondo!
Comunque dopo quella esperienza decidemmo che le cose dovevano cambiare e che dovevamo diventare bravi, cosi senza dilungarmi di più, tra tanti live e tanti personaggi passati arriviamo al 1992, anno in cui ufficialmente nascono i C.O.M.A. Nell’estate del 92 entra nella nostra vita un personaggio con il quale ho condiviso tanto e con il quale (anche se non ci vediamo quasi mai) c’é una grande amicizia ancora: Lorenzo Rubinacci. Lorenzo suonava già in una band. Nel frattempo dappertutto nascevano band e si diffondeva la cultura, e in una serata dopo un concerto sulla spiaggia proprio insieme a lui e la sua band, decidemmo insieme a Tonio di far uscire dalla formazione C.O.M.A. gli elementi con il quale suonavamo fino a quel momento e di far entrare Lorenzo Rubinacci, e finalmente un grande bassista (Andrea Rizzo) nella band. Da quel momento in poi trovammo il vero sound dei C.O.M.A. ed eravamo veramente completi e pronti a far vedere a tutti chi eravamo. Con questa formazione abbiamo fatto innumerevoli concerti e 2 demo tape, fino al 1994/95 se la memoria non mi inganna, anno in cui per vari motivi Andrea Rizzo lascia la band e ritroviamo sul nostro percorso l'amico di sempre Salvatore Camillo, che prende il suo posto e con il quale la band non ha perso groove ma anzi ha acquistato una grande immagine live perche Salvatore, come ben sai, è un animale da palco.
Sono stati degli anni bellissimi. Si suonava quasi ogni sera, c'era sempre tanta gente. All'epoca esistevano delle realtà che con la musica volevano diffondere le proprie idee, c'erano tanti centri sociali, aggregazioni di ragazzi vogliosi di organizzare e creare movimento, c'erano tante band e tanta amicizia. Non c'era ancora internet cosi come lo conosciamo oggi, con tutti i suoi mezzi di comunicazione, social network e quant'altro, eppure riuscivamo a farci sentire lo stesso. E noi nel nostro piccolo stavamo riuscendo ad imporci e a farci conoscere.

2) Come mai il nome C.O.M.A.?
Il nome C.O.M.A. è un acronimo e sta ad indicare Contro Ogni Mezzo Armato. Da sempre noi crediamo che la guerra in tutte le sue forme sia sempre sbagliata: alla base dei C.O.M.A. c'è sempre stata l'intenzione di far sapere al mondo come la pensavamo e di prendere posizione, anche politica, nei confronti di quello che stava avvenendo attorno a noi; ci siamo sempre definiti degli anarchici nel senso ideologico e politico del termine, e siamo stati sempre degli antimilitaristici infatti nessuno di noi (tranne Salvatore ma ancora non aveva preso coscienza di sé) ha fatto il militare e ci siamo sempre dichiarati tutti, compreso Salvatore, "obbiettori di coscienza". Da qui il nome e l'idea che i C.O.M.A. hanno sempre voluto portare avanti con la loro musica e con i loro testi: eravamo contro tutto quello che la cultura del momento proponeva, contro gli ipocriti dogmi della Chiesa come istituzione, non avevamo niente contro Dio ma ce l'avevamo con chi lo rappresenta sulla Terra; eravamo contro la politica di destra ed alcune volte anche di sinistra dal momento che non faceva altro che i propri interessi; eravamo contro tutte quelle persone che si definivano normali, e che impedivano una divulgazione di informazioni a favore di una stabilita politica, imbavagliando tutto il resto.... e cazzate del genere.

3) I vostri gruppi di riferimento?
Noi siamo cresciuti a pane, Sepultura e Metallica. Questa è una delle domande che ti mettono sempre in difficoltà: sicuramente il comune denominatore erano i Sepultura, anche se ognuno di noi aveva i propri gusti. Abbiamo sempre cercato di essere quanto più originali possibile, ma sicuramente suonando un genere che non è proprio della nostra cultura ma importato dall'estero per forza di cose ne sei influenzato. Diciamo che la linea guida erano loro......

4) Quante produzioni avevate all'attivo prima di dividervi?
La storia discografica dei C.O.M.A. ha inizio con il primo demotape Massacro Legale del 1993 registrato ad Aradeo, demo completamente autoprodotto che proponeva sei brani e che fu malamente stroncato dalla rivista Metal Hammer! Da quel momento in poi ci siamo messi sotto ed abbiamo dato vita al secondo demo tape, diciamo quello della svolta, che è Colpo in canna (titolo provocatorio riferito al fatto che l'unico colpo in canna che noi potremmo sparare è quello rivolto a chi limita la libertà delle donne di scegliere, stuprandole), registrato nel 1995 in tre giorni a Livorno negli studi Cappanera (studio storico per il Metal italiano dato che apparteneva alla band Cappanera, caposaldi dell’Heavy italiano degli anni 70/80). Colpo in canna è stato il demo che ci ha fatto conoscere di più, e che questa volta la rivista Metal Hammer ha premiato con un’ottima recensione, definendoci i Sepultura italiani! Il demo è stato interamente registrato in analogico. Prima era molto difficile e costoso avere una registrazione, non è come oggi che chiunque può ottenere un discreto prodotto anche in casa ed  a basso costo: prima le cose erano più complicate, dovevi per forza affidarti ad uno studio ed i costi per una band indipendente non erano sempre sostenibili, tanto è vero che questo demo è stato prodotto non da noi ma dal manager che avevamo in quel periodo, che era "l'Ing. Scarcia di Acquarica", personaggio straordinario che ci diede un milione di lire per produrre il disco. Colpo in canna proponeva 6 brani di grande impatto, chitarre possenti e veloci legate ad un’ottima base ritmica e testi provocatori e politici che ci portarono a suonare tanto in tutta Italia e per la prima volta all'attenzione delle radio, ed anche ad ottenere il nostro primo ed ultimo contratto discografico: fummo contattati dalla Spring Rain, etichetta discografica di Viterbo, che aveva prodotto gli HIRA (band Metal conosciuta all’epoca) proponendoci un contratto di cooproduzione per la realizzazione di un album; così firmammo il contratto e nell'estate del 1996 entrammo in studio a Viterbo per la registrazione dei 12 brani che avrebbero dovuto comporre il nostro primo album ANNO X. La registrazione di questo disco è stata un’esperienza eccezionale, un mese da soli a Viterbo per realizzare il nostro sogno!!! Lascio alla vostra immaginazione i momenti che abbiamo passato.

5) ANNO X era il nome del vostro cd che non è mai venuto alla luce. Ci spieghi i motivi e che storie ci sono dietro quel lavoro mai partorito?
ANNO X doveva essere il disco della speranza, della svolta. La possibilità che tutti i musicisti sognano e che sperano di avere nella loro carriera, ed invece come a volte avviene per noi è stato il disco dello scioglimento, della caduta di un sogno!!! Ultimate le registrazioni stavamo preparando l'uscita del disco con tutta la promozione che ne doveva seguire, quando invece ci giunge la notizia che la nostra etichetta navigava in cattive acque e che quindi non era in grado di far fronte all'uscita del disco!!! Questo ci ha molto scossi, ma non è l'unico motivo. ANNO X è stato suonato male e registrato peggio, per tanti motivi che non sto a elencare nel dettaglio, però resta il fatto che ci eravamo accorti che quel prodotto non poteva essere proposto e di conseguenza nemmeno riproposto ad altre etichette...

6) Il lavoro dei C.O.M.A. che ti sta più a cuore e magari quello che ti ha dato più soddisfazioni in merito a live e critica?
Sicuramente Colpo in canna è il lavoro che più di tutti mi sta a cuore perche è stato il culmine della nostra carriera. E’ stata la prima vera registrazione, quella che più di tutte mi ha emozionato e soddisfatto, anche per le ottime recensioni che sono state fatte e anche per il seguito che ha avuto: avevamo dei fan fissi che partivamo da Santa Maria di Leuca e si muovevano con tutti i mezzi di fortuna che trovavano solo per seguirci ovunque andavamo; e poi la soddisfazione di andare a concerti più grossi, come nel caso dei CSI, e venire avvicinato da un gruppo di persone che mi chiede l'autografo perché ero stato riconosciuto come il batterista dei C.O.M.A.: un’esperienza unica!
Invece il live che mai dimenticherò è quello di Chieri (To) del 1995 dove abbiamo fatto da spalla ai Church Of Violence, band Hardcore relativamente nota del periodo: live fatto davanti a 1000 persone deliranti e che alla fine del concerto ci hanno fatto sentire delle vere star facendo passare in secondo piano quelli che erano gli headliner, e che ci hanno veramente osannati!!! Che bello, dal viaggio al concerto un'esperienza unica ed indimenticabile.

7) Mi fai una presentazione di tutti i membri della band, anche in merito a presenze di breve durata?
Nel corso degli anni ho avuto il piacere di suonare con tanta gente più o meno brava, ma tutti in qualche modo hanno lasciato un segno e mi hanno insegnato qualcosa: io e Tonio Esposito siamo i fondatori di questo progetto e abbiamo suonato insieme dal primo all'ultimo giorno. Tonio è una grande persona, un fratello ed un grande musicista anche se adesso ormai (‘sto coglione) non suona più. Ci siamo sempre capiti al volo… In ordine cronologico ricordo Andrea Carozzini che è stato il primo chitarrista quando eravamo Acrania, personaggio molto strano. Poi il primo bassista dei C.O.M.A.,Verdesca, con cui formavano un trio di cui mi scuserete ma non ricordo il nome. Gianni, chitarrista di Veglie (non ricordo il cognome): personaggio eccezionale da un punto di vista scenico ma negato con la chitarra. Il provino fatto ad Ermanno (attuale bassista dei Negramaro) quando eravamo in cerca di un bassista. Andrea Rizzo, forse il bassista più bravo con il quale io abbia mai suonato: insieme eravamo una bomba ritmica!!! Lorenzo Rubinacci, grande chitarrista ritmico a mio giudizio, veramente in pochi sanno suonare il genere come lo suona lui!!! Ci vogliamo un sacco di bene ma quante volte ci siamo mandati affanculo! Abbiamo passato dei grandi momenti insieme, abbiamo suonato dappertutto ed abbiamo fatto la storia del Metal Salentino! E a quanto ne so non molla mai: grande Lorenzo!
Il più grande personaggio che io abbia mai conosciuto è Salvatore Camillo: un amico, un fratello, un mentore riguardo alle donne, il maestro dei maestri, un bravo musicista pieno di idee... minimoooooo!!! L'allegria e la spensieratezza anche nei momenti più bui della band!!!
Poi sono passate tante persone in quegli anni, alcuni non li ricordo nemmeno… ma uno in particolare lo voglio menzionare: il primo squalo dell'ambiente musicale che abbiamo conosciuto è stato il nostro primo manager Andrea... Non dico il cognome… Per carità, ci ha molto sostenuto, credeva in noi. Ma si arricchiva alle nostre spalle! Pensate che ci proponeva alle diverse Proloco facendoci tanta pubblicità e facendoci tanto suonare, però ci vendeva a un milione e mezzo di lire, e a noi dava solo trecentomila lire!!! Che volpe.... fate attenzione ragazzi…

8) Parliamo di primi o metà anni 90, che aria si respirava da un punto di vista live in quel periodo? La gente sosteneva a pieno le vostre performance?
E’ stato un grande periodo di fermento, di voglia di fare! Si suonava sempre: pensa che noi mediamente suonavamo 2/3 volte a settimana. Si organizzavano concerti dappertutto e questo ti dava la possibilità di farti sentire! Non avevi bisogno di fare tanta pubblicità, la gente in un modo o nell'altro lo sapeva. C'era sempre tanta gente ai live e fra le band c'era tanta amicizia, quindi ci si scambiavano le visite a vicenda: chi veniva ai concerti molto spesso erano tutte le altre band della scena e non solo. Naturalmente questo ti garantiva una qualità di pubblico sicuramente più alta perché più attenta alla musica ed a quello che facevi, e c'era anche una sana competizione, quindi andavi anche ai concerti per vedere i progressi della concorrenza! Noi in particolare eravamo molto seguiti e come ho già detto in precedenza avevamo un gruppo di fan che ci seguiva dappertutto: erano grandi!!!!!!!

9) All'epoca non vi erano supporti informatici per pubblicizzare eventi ma classiche locandine fotocopiate e passaparola. Molti gruppi adesso, anche di ragazzini, si sentono già delle star e pretendono di suonare in contesti molto più ampi delle loro potenzialità. Che consiglio senti di dare alle nuove generazioni tu che hai vissuto quei periodi? Nonostante supporti informatici e altro, la gente qui tende a muoversi pochissimo in sede live. Manchi dal Salento da diversi anni ormai, ma secondo te da cosa è dovuto tutto ciò?
Beh, sicuramente i tempi sono cambiati e ci sono lati positivi e lati negativi nel cambiamento. Oggi internet ha reso tutti più vicini ma allo stesso tempo più lontani: di positivo c’è la possibilità tramite i tanti social network di farsi conoscere in tutto il mondo: praticamente in tempo reale da Lecce possiamo far ascoltare il nostro brano ad un amico di New York nel tempo di un click! In passato questo era impensabile, se volevi fare una cosa del genere dovevi aspettare almeno quindi giorni per sapere se quel brano gli era piaciuto! Oggi hai la possibilità di farti ascoltare da addetti al settore in maniera più semplice, economica e diretta, e chiedendo continuamente conferma se questo è avvenuto. In passato se volevi farti ascoltare da un'etichetta dovevi prima preparare una musicassetta e non un cd (e stiamo parlando di 15 anni fa non 50), poi dovevi spedirlo o farti migliaia di km se volevi portarlo a mano, e se non ottenevi risposta eri sempre nel dubbio che il tutto gli fosse arrivato! Oggi puoi informare rapidamente centinaia di persone contemporaneamente del concerto che stai per fare, prima dovevi farti le giornate ed anche le nottate ad attaccare manifesti e locandine dappertutto per informarli dell'evento! Oggi realizzi graficamente qualsiasi progetto in maniera veloce ed economica, prima erano cazzi già solo per fare una locandina prendendo immagini qua e la montandole su un foglio bianco e poi fare le fotocopie per creare una locandina! Di sicuro oggi e più semplice e veloce, ma dato che lo fanno tutti e anche più difficile farsi ascoltare! Siamo tempestati tutti giorni da mail spam, eventi sulla nostra mail o sui nostri social network che la gente nemmeno fa più attenzione a cosa gli arriva! Prima di sicuro se volevi vedere suonare qualcuno e sentire della buona musica eri costretto ad andare a vedere un concerto e la cosa ti emozionava: oggi invece avendo tutto a portata di mouse la gente è diventata pigra, nulla è più una novità, ormai è stato visto tutto… e questo ha portato a una disattenzione da parte dei ragazzi per le cose vere facendo diventare tutto virtuale!
Oggi le band solo perche hanno 5000 contatti sullo Space si sentono tutti delle star… ma, ragazzi, bisogna fare migliaia di km e migliaia di concerti per sentirsi pronti ad affrontare il grande palco!!! Purtroppo l'educazione musicale di oggi fa vedere che basta andare dalla De Filippi del cazzo, avere un filo di voce, muovere un po’ il culo per diventare delle star!!! Col cazzo!!! Andatelo a dire alle vere band!!! Sono solo cazzate commerciali che però hanno rovinato l'ambiente: negli anni 90 c'erano band italiane con i controcazzi conosciute solo a livello underground, un fermento continuo di idee e di originalità da far paura!!! Oggi tutti cloni di cloni di cloni… dove sono le idee??? Ad X Factor??? Ma vaffanculoooo!!! Questo discorso purtroppo è molto ampio e fa tanto incazzare chi crede veramente nella musica! Di sicuro oggi gli spazi per fare live si sono sempre più ristretti, sopratutto per la musica originale, ma la colpa è anche la nostra perché nessuno ha più voglia di sudare e di farsi il culo, nessuno la sera ormai preferisce uscire e farsi un po’ di km per vedere quattro ragazzi buttare il sangue su un palco e stare ad ascoltare quello che hanno da dire… Ormai preferiscono stare su un pc a farsi i cazzi degli altri invece di ingrandire il proprio bagaglio culturale con la musica e socializzare per davvero con le persone e non in forma virtuale!!! Ormai io manco da tanto quindi non conosco bene l'attuale scenario, ma vivendo a Roma e vedendo la situazione qui, lo posso immaginare. Il mio consiglio? Andate in sala prove  e lottate con i denti per farvi ascoltare da un palco e non da un pc!!! L'ultimo consiglio che mi sento di dare è: non aspettate che qualcuno vi chiami per fare una serata ma organizzate da voi i concerti. Unitevi tra band e cercate di fare quante più serate possibile mettendo da parte rivalità e competizione. L'unione fa la forza, noi facevamo questo! Ti racconto solo questo episodio: io per dare visibilità ai C.O.M.A. a 18 anni compiuti mi sono messo sulle spalle 6 milioni di lire di debito (mio padre mi voleva ammazzare) per far suonare gli Extrema nel mio paese con lo scopo di fare da spalla!!! Ecco… rischiate, datevi da fare e i risultati verranno!!!

10) Il vostro migliore e peggiore live? Secondo i tuoi punti di vista.
Beh, sicuramente il miglior live che io ricordi è stato l'ultimo subito dopo lo scioglimento al "Protesi" di Porto Cesareo (che credo non esista più): è stata una serata grandiosa!!! Tanta gente, ma sopratutto abbiamo suonato coma mai proprio per lasciare l'ultimo segno del nostro passaggio!!! Il peggiore? Beh...uhm...eh… ce n’è stato più di uno!!! Però se proprio ne devo menzionare uno… in centro sociale a Leverano: Tonio che vomitava, Lorenzo che doveva cantare tutti i brani senza una chitarra, audio pessimo, la pelle della cassa che si rompe.... ma anche questo è Metal!!!

11) Parlami dello scioglimento dei C.O.M.A. Quali sono le vere motivazioni che hanno portato la band a fare questo passo decisivo?
La mancata uscita di ANNO X ha insinuato in noi un grande dubbio ed una grande delusione, e tanta sfiducia nei nostri mezzi. Non era quello che avevamo sognato: così, come avviene in questi casi, ci si comincia a dare addosso e cominciarono dei veri e propri litigi all'interno della band: ognuno di noi dava delle colpe agli altri, ma la realtà era che ormai avevamo perso la fiducia in noi stessi e come spesso avviene le cose belle prima o poi finiscono.. Così ognuno di noi ha intrapreso un strada diversa. C’è anche da dire che il quel periodo la scena Metal stava cambiando: stava arrivando il New Metal con l'avvento dei Korn e noi non siamo stati capaci per nostra colpa e divergenze varie a cavalcare quella nuova onda, ma nessuno di noi scorderà mai il percorso fatto insieme e il segno indelebile che ha lasciato nella nostra vita!!! Di sicuro ci sentiamo incompleti, ed in colpa per aver mollato. ma questa è la vita… Ogni tanto vorrei tornare anche solo per un giorno a quei momenti per farvi capire quanto sono stati importanti e belli per noi.

12) Ok, grazie Giovanni a nome di Metal Arci Webzine: chiudi questa intervista come meglio credi.
Grazie a voi, ed in particolare a te Giovanni perche ci ricordi sempre che qualcosa di buono lo abbiamo fatto, e di questo a nome di tutti i C.O.M.A. ti ringraziamo! Grazie dell'affetto che ancora a tutt'oggi mostrate nei nostri confronti! Un grande in bocca al lupo a tutte le Metal band Salentine, affiché possiate emergere e far sentire a tutti la bellezza del Metal! Un ultimo saluto a tutti i tuoi lettori e tutto il mondo Metal Salentino: se volete ascoltare qualcosa dei C.O.M.A. o vedere qualche foto potete andare sul mio Space www.myspace.com/delucagiovanni
Ciao vuagliooo… buon Metal a tutti!!!

SCUM

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