giovedì 21 ottobre 2010

Recensione - THE LETHAL DOSE OF RAGE


THE LETHAL DOSE OF RAGE – The Fall Of The Man
(2010, Autoprodotto)

La scena metal barese è sempre stata molto valida e rigogliosa, soprattutto se si parla della componente  Extreme (e non poteva essere altrimenti visto che da lì provengono i padrini del Death italiano Natron!).
In cotanta abbondanza Death si inserisce una nuova e giovane band, i The Lethal Dose of Rage, un quintetto che nonostante la pochissima esperienza sembra già aver bruciato le tappe, ed è ciò che si evince da questo demo The Fall Of The Man: solo 3 pezzi, ma sufficienti a farci capire che la stoffa c’è eccome.
Il contesto di riferimento è il Death/Core moderno dei Carnifex, palese influenza del gruppo, il sound è a volte cupo e a volte sfrenato e sempre abbastanza godibile, senza particolari ed eccessive pecche, risalta soprattutto la prova vocale del singer Alessandro, che alterna con facilità un profondo growl a un malefico scream risultando convincente in entrambi, ottima anche la prova alla batteria di Livio, con tempi sempre molto ben sostenuti che tengono alto il ritmo dei pezzi, ma si può dire che in generale tutta la lineup può essere contenta della prova offerta, soprattutto tenendo conto che i margini di miglioramento sono altissimi (l’età media della band è intorno ai 18/19 anni). I 3 pezzi sono di buona qualità, AFTER sembra il migliore, sia perché più violento e immediato sia anche per via della travolgente parte centrale,  SONS OF DECADENCE gioca più su tempi sincopati,  mentre MACHINE OF TORTURE da buona opener scorre molto bene.
La registrazione è amatoriale ma superiore alla media, piccole imperfezioni sui volumi, ma ampiamente compensate da un generale sound più che soddisfacente. La band ora sta avendo anche una discreta attività live che immagino aumenterà i loro consensi (li ho visti al debutto e devo dire che anche sul palco confermano un’inaspettata disinvoltura, tipica di chi ha già una buona maturità) nel frattempo la band ha solo da far tesoro delle proprie buone capacità per cercare di migliorarsi ulteriormente e puntare ad allargare i propri confini, stando attenta a non cadere in facili entusiasmi giovanili ma soprattutto a non diventare troppo derivativi, perdendo di personalità. Se queste premesse verranno mantenute sentiremo presto parlare di questi The Lethal Dose of Rage anche al di fuori dei confini baresi.

Torrrmentor

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Intervista - Paul Speckmann


In esclusiva per Metal Arci Webzine un personaggio storico del Metal: Paul Speckmann dei Master!

1) Paul Speckmann, cantante e bassista, da oltre 20 anni sulla scena con la massima coerenza e professionalità. Qual’è il segreto?
Credere in se stessi è la chiave per la longevità. Per alcune persone il Metal è un hobby, per me è un modo di vivere. Io vivo attraverso la mia musica.
Naturalmente ho una vita personale come tutte le persone, ma la cosa più importante nella mia vita è di essere in grado di creare ed eseguire musica dal vivo per le masse, quando posso. Naturalmente non è un modo semplice di vivere, ma questa è la vita che ho scelto e devo convivere con essa. Può essere molto difficile, a volte, ma in qualche modo portare avanti la fiaccola della Metal, amico mio.

2) Musicista coinvolto in diversi progetti e frontman dei leggendari Master, quali sono gli artisti che hanno influenzato la tua musica e da dove prendi ispirazione per le canzoni?
La più grande ispirazione è la vita stessa. L'umanità è in difficoltà, con la popolazione sempre crescente in tutto il mondo e prove e tribolazioni da dover affrontare ogni anno. Il mondo intorno a me è la più grande ispirazione sulla mia musica. Le band che più mi hanno influenzato agli inizi sono state Punk band come Exploited, GBH e Discharge, ed Heavy Metal band come Saxon, Motorhead e Black Sabbath.

3) Personalmente ho avuto il piacere di vedere dal vivo i Master nella seconda edizione del Vulgar Fest. Vista la tua grande esperienza live, qual è il tuo posto preferito per suonare, come risposta di pubblico?
Ci sono davvero troppi posti. Italia, Brasile e Germania sono sempre posti molto caldi, ma anche l’Obscene Extreme Festival in Repubblica Ceca è stato un grande festival quest'anno. E poi negli Stati Uniti ci sono grandi città per suonare, e io sarò di nuovo lì in un futuro non troppo lontano.

4) Ci puoi parlare di The Human Machine? Da dove viene questo lavoro musicalmente? E di che tratta?
Purtroppo oggi in questo mondo stupido ognuno cerca di diventare l’uno il clone dell'altro. Il libero pensiero è una cosa del passato. Se la gioventù di oggi non si muove e cerca di cambiare, la libertà come noi la conosciamo andrà perduta. La gente indossa gli stessi abiti, acquista gli stessi prodotti, anche i tagli di capelli devono essere uguali. Cosa è successo all’essere unico, te stesso? I governi ed i politici decidono come la gente dovrebbe vivere, e questo tipo di controllo è troppo, a mio modo di pensare. Questo è ciò di cui tratta The Human Machine.

5) Death Strike, Master, Speckmann Project, Krabathor e molti altri progetti musicali. Quale ti rappresenta meglio?
Tutti i dischi hanno un posto nella mia carriera e classificarli sarebbe stupido per me. Tutte queste band e gli album sono una parte della mia storia e tutte le canzoni sono state scritte con una motivazione, che è stata ispirata in un momento particolare con determinati eventi. Criticare una parte particolare del mio lavoro non mi interessa, perché in quel momento mi è piaciuto registrare quelle canzoni e pensavano che fossero grandiose.

6) Come vedi la scena metal di oggi? Che consiglio puoi dare ai molti gruppi underground che ti vedono come una fonte di ispirazione?
Suonare! E dare il vostro cuore e l'anima per la tua musica se si crede davvero in quello che stai facendo. Tagliare la sporcizia, per così dire… La vita nel mondo della musica può essere estremamente difficile, ma tenete duro, se questo è ciò che volete veramente, e per amor di Dio crescete i capelli lunghi! Essere conformisti è una cosa orribile.

7) A quali nuovi progetti stai lavorando? E quando avremo il piacere di vedervi dal vivo in Italia?
Se tutto va bene saremo in Italia la prossima settimana a supporto dei Six Feet Under.

Grazie di tutto, Mr. Speckmann

Furia
  
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mercoledì 6 ottobre 2010

Intervista - NATRON


Inutile usare troppe parole, ecco a voi Max Marzocca, batterista e fondatore della storica band Death Metal italiana NATRON:

1) Voi esistete dal 1992, inutile dire che siete stati e lo siete ancora la storia del Death Metal made in Italy. Mi parli di come sono passati questi anni e di come è cambiata la scena?
Per noi non e' cambiato niente: c'e' sempre la passione per la musica che suoniamo! Ci divertiamo, registriamo dischi, viaggiamo parecchio....insomma siamo soddisfatti di quello che abbiamo fatto in 18 anni di attività, soldi ne abbiamo visti pochi ma ci siamo tolti delle soddisfazioni. Per quanto riguarda la scena italiana ci sono diverse band valide e da un po' di tempo all'estero ci guardano con occhio diverso, la scena Death Metal sta pian piano acquistando credibilità al di là dei nostri confini e di questo non posso che esserne felice! Il livello tecnico e qualitativo della musica proposta dalle band di casa nostra è cresciuto in generale e può solo tendere a migliorare, dispiace piuttosto constatare che molte nuove band faticano a crearsi un seguito per via della costante esterofilia del nostro paese e del fatto che certi circuiti di promozione - vedi i grossi festival, certa stampa Rock e Metal… - continuano ad essere chiusi alle band estreme e al Death Metal in generale, e questo purtroppo continua a succedere solo in Italia!

2) Ormai in Italia, voi ne siete un esempio, si suona per pura passione. Cosa pensi riguardo a questo argomento? Perché all'estero è considerata una professione come tutte le altre?
Credo che ormai questo sia un mito da sfatare. All'estero come in Italia se suoni Metal lo fai per pura passione, non e' musica che ti permettere di sopravvivere con i guadagni delle vendite dei dischi o gli incassi derivanti dai tour. A volte ti reputi fortunato perché in un modo o nell'altro sei riuscito a rientrare nei costi di un tour, altre volte con quello che guadagni ci campi al massimo un mese e ti posso assicurare che questo vale anche per i nomi più blasonati. Si contano sulle dita di due mani i nomi che nella scena estrema riescono a vivere di musica e questa gente é continuamente in tour con le proprie band o con side project , o come musicisti session. Se invece parliamo di “professionalità” per tutto ciò che concerne label, music club, promozione, distribuzione etc... allora lì è già un altro discorso e in parte ti do ragione!

3) I vostri rapporti con le etichette? Come affrontate il discorso della promozione dei vostri lavori oltre ai live?
Principalmente se ne occupano le case discografiche, anche se in prima persona da sempre sono io che curo il management dei Natron. Il discorso promozione è sempre stato oggetto di disputa con le nostre etichette perché hanno sempre fatto meno di quello che ci aspettavamo!

4) In molte vostre interviste vi fanno la fatidica domanda “a quali band vi ispirate?”. Io non voglio farti questa domanda perché considero i Natron una band che ha dato vita, o ha contribuito, all'evolversi di questo genere e al massimo dovrebbero essere altre band ad essere ispirate a voi. Quanto siete consapevoli di essere la storia? In Italia la gente che viene ai vostri live sa chi ha di fronte o no? La stessa domanda rapportata all'estero?
Noi volevamo solo suonare del Death Metal nello stile più personale possibile. Se poi all'estero la stampa ci ha definiti i “padrini del Death Metal italiano” ci fa piacere... Ci scherziamo su ma non è una cosa che ci interessa molto, sono centinaia le band che hanno fatto meglio di noi in tutto questo tempo. Davvero per noi all'inizio era importante essere in una Death Metal band, registrare un demo, beccare magari un contratto e andare in tour con una delle nostre band preferite. Quando fondai i Natron nel 1992 , periodo
culminante nel successo del genere, credo che nessuna band emergente nella scena pensasse ad altro. Fummo folgorati ad esempio da EFFIGY OF THE FORGOTTEN dei Suffocation e pensavamo che un giorno sarebbe stato figo andarci insieme in tour, poi tutto questo è successo realmente in seguito dopo tanto lavoro ed è stata una bella soddisfazione!

5) Autodefinisci il vostro sound e dammi una spiegazione.
Per me è solo puro Death Metal! Non trovo altre parole, tra l'altro con le definizioni penso che i giornalisti ci sappiano fare meglio.....

6) Che differenza c'è tra registrare all'estero e in Italia? Avete avuto esperienze passate in Svezia: perché siete ritornati a produrre i vostri lavori in Italia?
Per una mera questione pratica. Di sicuro i dischi dei Natron prodotti in Scandinavia (parlo anche di Livid Corruption, mixato e masterizzato in Danimarca) sono stati un’esperienza “formativa”, ma oramai per registrare un buon disco entro certi budget non occorre più andare all'estero.
I Golem Dungeon Studio - dove abbiamo registrato Rot Among Us - sono tra i migliori nel nostro paese per quanto riguarda il Metal e credo che se mai ci sarà un altro disco dei Natron lo registreremo lì! E poi, vuoi mettere la comodità di avere uno studio professionale a 10 minuti di macchina da casa?

7) Quanto conta la scena live per voi? Il pubblico migliore che avete trovato?
Il live è tutto: a registrare un disco brutale, velocissimo e ipermoderno con le nuove tecnologie sono tutti buoni, ma è sul palco che si vede se ci sai fare o meno. E di questi tempi per me rappresenta l'unico metro di giudizio di una band! Andarsene poi in giro per il mondo a suonare è la cosa più divertente che un musicista possa fare. Pubblico migliore? Francia, Spagna , Repubblica Ceca, l'est europeo in generale....

8) Ok Max, grazie per questa intervista. E' stato un piacere per me, visto che siamo anche colleghi e amici. Un saluto da parte di tutta la Metal Arci Webzine. Chiudi l 'intervista come meglio credi.
Grazie a te per il supporto! Procuratevi Rot Among Us e venite a vederci dal vivo!!!!!!

SCUM

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Recensione - DEVASTATOR

DEVASTATOR – Andatevene Tutti Affanculo!
(2010, Autoprodotto)

I lucchesi Devastator ci hanno ormai abituato a dissacranti provocazioni, e questo nuovo mini-capitolo della loro nutrita discografia non fa certamente eccezione. Già dal titolo e dall’artwork è chiaro il messaggio che i Devastator vogliono trasmettere, cioè che a loro non frega un cazzo di mode e tendenze musicali, loro suonano quel che vogliono, cambiando pelle ogni volta, senza schemi prefissati o pregiudizi di sorta, e se ciò non vi garba Andatevene Tutti Affanculo!
Un titolo e un artwork che indubbiamente catalizzano l’attenzione, una geniale mossa di marketing che indubbiamente porterà dei risultati a una band che comunque gode di ampia visibilità, anche perché il terzetto toscano di certo non è alle prime armi, ma è una band che si è ritagliata uno spazio consistente nel nostro panorama underground.
Questo EP ci consegna una band che come di consueto si rinnova totalmente a ogni uscita discografica e il nuovo capitolo è anni luce lontano dallo stile rockeggiante di Underground N’ Roll e sceglie di atterrare su lidi prettamente hardcore, pezzi diretti e veloci, senza un attimo di pausa, che strizzano l’occhio ai Municipal Waste ma anche ai più datati Hirax.
Un po’ di perplessità suscita la durata dell’EP: logico che la nuova direzione spinga versi una durata media ancora più ridotta, ma 4 pezzi per un totale di 9 minuti sembrano davvero pochi... Un paio di pezzi in più avrebbero dato di sicuro maggior “longevità” a questo prodotto che non ha pretese di lasciare un ricordo indelebile tra i propri fans, ma va interpretato nell’ottica di “apripista” dell’album, un assaggio cioè di quanto ci aspetterà a breve col nuovo full, nonché un modo per far familiarizzare con la nuova voce dei Devastator. Dietro al microfono infatti, dopo l’abbandono del vecchio singer, è passato il chitarrista Rob. Proprio questo cambio alla voce ha dato al gruppo maggior potenza, il cantato ruvido e grintoso di Rob sembra infatti una nuova freccia all’arco delle potenzialità a disposizione dei Devastator, e ciò si può notare soprattutto in LA BELLA MUSICA (di cui è stato realizzato un videoclip) ma soprattutto nella spassosa SONO UN TERRORISTA (che a mio parere sarebbe un peccato lasciar fuori dal prossimo album). Non colpiscono invece più di tanto VERGINE e SFILATA DI MODA. C’è da giurare che considerata “l’iper-attività” in studio di questo terzetto non ci sarà da aspettare molto per il nuovo album targato Devastator, le aspettative ci sono, la chiave per mantenerle sarà nel dare “personalità” ad ogni pezzo, perché nel punk-hardcore il rischio maggiore è la monotonia, perciò SONO UN TERRORISTA rappresenta la strada da battere.
In bocca al lupo ai Devastator!

Torrrmentor

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martedì 5 ottobre 2010

Intervista - NEURASTHENIA


Ospiti di MetalArci Webzine stavolta sono i Neurasthenia, una delle band più interessanti della scena italiana e internazionale. La parola a Lehmann, bassista del gruppo…

1) Neurasthenia, personalmente seguo la band dagli albori, se così possiamo dire, ed album dopo album ho visto il vostro sound migliorare continuamente, passando da un Thrash in pieno stile Tampa Bay a ritmiche più ricercate e complicate, pieno segno di una crescita compositiva... voi come genere da dove attingete ispirazione? E come riuscite a far coesistere preferenze stilistiche molto diverse tra loro?
Innanzitutto grazie per averci contattato, per noi è sempre un onore poter rispondere alle interviste a chi è curioso al riguardo della nostra band.
Ti posso dire che tutti noi non abbiamo preferenze riguardo ad un genere musicale definito, ci piace ascoltare tutto, facendo sempre molta attenzione alla composizione del pezzo che stiamo "studiando" e proprio per questo ci piace ascoltare nel nostro studio molta musica differente per avere sempre idee fresche e tenere la mente aperta.
Semplicemente suoniamo quello che ci viene naturale senza doverci improntare in un genere che potrebbe essere solo il Thrash, lavoriamo molto sui pezzi e molte volte li riscriviamo da capo per raggiungere quella che per noi al momento può essere la perfezione.

2) Ho ascoltato molto bene il vostro Your Omen, un netto distaccamento rispetto ad Assassination secondo me, molto più simile a un’idea di Thrash Death in stile The Gathering, con una diversa cura anche nei testi, visto pezzi come NO POLITICS e THRASH IS BACK IN TOWN. Come nascono i vostri testi e la scelta degli argomenti da trattare?
Ci piace raccontare la nostra vita di tutti i giorni, oppure, nel mio caso, raccontare in maniera molto ricercata delle riflessioni su pensieri e stati d'animo, girandoci attorno con frasi forti e d'impatto. Riguardo all'album la nostra è stata una scelta ragionata e ci siamo concentrati sopratutto sull'atmosfera del disco, più che sui singoli pezzi.
Ti posso garantire che il nuovo disco su cui stiamo lavorando sarà ancora più aggressivo...

3) E' da tempo che volevo farti questa domanda, visto il vostro approccio al Thrash Metal: quanto del progetto Furere Neil ha fatto confluire nei Neurasthenia?
Ah! Ah! Beh, come per me per i Kreas, penso proprio niente. Ci piace mantenere le nostre idee mirate ai Neurasthenia, il di più lo teniamo riservato per i nostri progetti paralleli....infatti sia io che lui abbiamo molto altro materiale oltre a quello della band, con cui potremmo entrambi scrivere due album!

4) Tempo fa ho definito i Neurasthenia una delle cinque migliori band Thrash attualmente in circolazione in Italia. Malgrado le critiche ed in pieno furiacentrismo ribadisco e rafforzo il mio pensiero ma mi chiedo come mai, ironicamente, veniate più apprezzati all'estero che in Italia: cos'ha che non va la nostra scena?
Guarda, questo è un discorso molto delicato. Noi proprio non capiamo il motivo per cui il pubblico italiano non sia spinto a supportare a pieno le proprie band, e sopratutto quelle che portano all'estero la musica italiana. Semplicemente si riducono ad accorgersi delle band italiane solo quando ormai all'estero sono già molto conosciute! Noi siamo un po’ stufi di questa cosa, e proprio per questo credo che per un bel periodo terremo all'ultimo posto l'Italia come location per suonare, e questo ci dispiace moltissimo, ma il riscontro all'estero sia da parte dei promoter che del pubblico, al momento e nettamente in vantaggio.

5) Le vostre esibizioni live non lasciano nulla al caso, sia musicalmente che per impatto scenico. Quale live ricordate con più piacere e quale un po' meno?
Sicuramente al momento la maggior parte dei live che abbiamo fatto durante i nostri tour sono sempre stati molto eccitanti, e ci siamo divertiti tantissimo. E ti dico che a parte i live la soddisfazione più grande l'abbiamo trovata scendendo dal palco, ed entrando in camerino sia i Flotsam & Jetsam che gli Exciter ci hanno fermato e con aria molto seria ci hanno detto «Ragazzi, fate paura: dovreste essere vuoi la band headliner! E adesso che lo tiene il palco?» e noi rimaniamo sempre spiazzati, puoi capire che questa è gente che ha creato un genere e l'ha vissuto in pieno. Qui capiamo che abbiamo fatto un ottimo lavoro, in particolare un lavoro di squadra dove ognuno sa tenere il suo ruolo e metterci tutta la grinta che ha in corpo.
Per i live che non ricordiamo con molto piacere, non dico niente per non essere ripetitivo. Ma aggiungo una parentesi, che per me è molto importante, e sai bene che sono sincero su questo: ogni volta che suoniamo al Sud per noi è sempre fantastico....il vostro pubblico è veramente Hot!

6) Come vedete la scena underground italiana?
Satura, piena di gente che ogni due secondi mette su una nuova band. Questa non è una buona cosa, ed ovviamente non voglio vietare a nessuno di suonare. Ma bisogna fare molta distinzione tra chi lo fa molto seriamente ed impiega veramente tutto il suo tempo, anche sacrificandosi tanto, per curare ogni aspetto della band, e chi invece la fa con meno cura ma vuole raggiungere gli stessi obiettivi e magari ai live viene sempre seguita solo dagli amici. Io credo che sia bellissimo essere anche solo un ascoltatore oppure un fan, senza per forza mettere su una band...
Il mio appello al pubblico italiano è: guardatevi intorno e vi accorgerete che qui in Italia ci sono band con ottime capacità ma attenzione, non limitatevi ad andare a vedere le solite band oppure solo quelle che suonano a ruota sempre negli stessi locali, siate curiosi di scoprire nuove realtà di ragazzi che hanno passione e che nei loro live vi possono trasmettere una grande carica....perché alla fine questo è il Metal!

7) Cosa ci dobbiamo attendere nell'immediato futuro dai Neurasthenia?
Sicuramente un nuovo album devastante su cui, come ti dicevo prima, stiamo lavorando proprio adesso. Siamo molto concentrati su quello e non vediamo l'ora di portare al termine tutti i nuovi pezzi.
Non appena sarà pronto il master ci metteremo alla ricerca di una nuova etichetta che possa promuoverci al meglio e che ci dia la possibilità di passare la maggior parte del nostro tempo a suonare.....
Vi terremo aggiornati!
Un saluto speciale a tutti quelli che credo in noi, e un invito a tutti quelli che non ci conoscono ad ascoltare le nostra musica... Grazie!

Furia

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