sabato 28 maggio 2011

Recensione - ANGELI DI PIETRA


ANGELI DI PIETRA - Anthems Of Conquest
(2011, CCP Records)

Dopo il nuovo album dei Thorondir, eccomi a recensire l’ultima fatica anche di un’altra band sotto contratto con la CCP Records: gli Angeli Di Pietra. Nome italiano che però identifica una band austriaca composta da sei elementi, con all’attivo un altro album e un discreto seguito di fans e acclamazione popolare e giornalistica.
Essi definiscono il loro sound come Power Folk Metal, anche se parlando sinceramente non ho trovato molte associazioni col concetto di Folk. Chi leggendo le parole Power Folk ha subito pensato ai nostri compaesani Elvenking, si metta tranquillo e cancelli l’idea dalla sua testa, in quanto siamo lontanissimi da quanto proposto dal combo toscano.
La musica degli Angeli Di Pietra a mio avviso è più accostabile a quella dei Battlelore, cioè un Power/Gothic Metal molto melodico e in qualche modo epico, soprattutto per i temi trattati nei testi. O magari anche agli italianissimi Ancient Bards. Se però i Battlelore sono votati all’universo Tolkeniano, gli Angeli Di Pietra invece citano svariate mitologie antiche: la Persia de “Le mille e una notte” (MARK OF THE SCIMITAR), la tradizione celtica (BOADICEA), l’antica Roma (I AM SPARTACUS), il ciclo Arturiano e bretone (la strumentale AVALON), la mitologia norrena (ONWARDS TO ASGAARD), eccetera. Nessun concept quindi, ma 9 canzoni e 4 brevi intermezzi e intro/outro strumentali che trattano l’epicità nelle sue varie sfaccettature. Questo a livello di liriche, ma musicalmente come siamo messi?
Il livello è più che discreto, c’è da dirlo. Nulla che faccia gridare al miracolo, eh! Così come nulla che stupisca particolarmente. Sono 13 tracce ben suonate e sommariamente ben studiate, che deliziano l’ascoltatore senza però colpirlo direttamente al cuore. La voce principale è quella di Sjoera Roggeman, una bella ragazza con una voce che una volta tanto non cerca di tramortire l’ascoltatore con gorgheggi lirici e acuti impossibili: la sua voce è fresca e pulita, nemmeno tanto acuta, che non annoia l’ascoltatore, ma al tempo stesso non lo stupisce. È una voce che non osa, che fa il suo dovere e si limita a quello, senza sperimentare qualcosa di più. Il suo dovere, tuttavia, lo svolge bene. La voce di Sjoera è anche accompagnata dall’ormai immancabile growl maschile, che personalmente avrei valorizzato di più: si sente poco e male, avrebbe meritato più spazio in alcune tracce.
Come produzione ci si è attenuti agli standard della CCP Records: suoni puliti, non troppo pompati, buon livellamento dei volumi. Niente di “NuclearBlastiano”, e direi per fortuna! Trovo che talvolta i suoni troppo perfetti e pomposi mal si addicano al Metal, un filone musicale molto più intimo e introspettivo, che ha bisogno di mostrare la bravura e il carisma delle band al di là di ogni effetto computerizzato. E questa, devo dire, è stata una scelta azzeccatissima per la musica degli Angeli Di Pietra: le atmosfere create sono talvolta sognanti, oniriche, e se si ama il genere musicale proposto non possono deludere, anzi.
In definitiva, questo Anthems Of Conquest è un disco affabile, spontaneo, sincero, che si lascia ascoltare senza indugi dall’inizio alla fine, lasciando alla fine un buon sapore in bocca. Forse a livello vocale si sarebbe potuto osare qualcosa in più, ma il risultato generale è più che buono. Consigliato agli amanti del genere.

Tracklist:
01. Last Flight of the Valkyries
02. Gates of Time
03. Fate of the Promised Land - The Desert
04. Fate of the Promised Land - Mark of the Scimitar
05. Towards New Shores
06. Buccaneers
07. Anthem of Conquest
08. I Am Spartacus
09. The Battle of Camlann
10. Avalon
11. Boadicea
12. Onwards to Asgaard
13. Remembrance

Grewon

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Recensione - VIOLENTOR


VIOLENTOR – Violentor
(2011, EBM Records)

30 minuti. E’ questa la durata dell’album dei toscani Violentor. 30 minuti in cui la band vi rapirà e vi conquisterà sicuramente stordendovi con la loro carica Speed/Thrash di ottima fattura! Passati questi 30 minuti vi ritroverete come me a dire: “Sto cazzo che album!” e già qui si potrebbe chiudere la recensione, ma sarebbe ingeneroso verso chi vuole saperne di più, e quindi andiamo avanti.
Cercando online la bio della band ho trovato solo la scritta: “Go to Hell” e quindi saltiamo i cenni preliminari dicendo solo quello che si sa, e cioè che vengono precisamente da Lucca/Firenze e che in formazione milita il bassista dei più noti, ma altrettanto casinari Devastator.
Finiti i convenevoli di rito passiamo all’aspetto prettamente musicale: come detto in precedenza la band spacca di brutto, il sound è grezzo e fottutamente caldo, grazie a quel sapore old school dannatamente arrapante per uno come me che sui modernismi iper-pompati ci piscia sopra.
Attitudine: è questa quella che sembra essere la parola chiave dei Violentor,  e ciò trasuda da ogni singola nota, nonché da ogni parola urlata dal ruvido cantante chitarrista Ale, il quale dal timbro di voce sembra essere un figlioccio bastardo del leggendario Lemmy dei tempi d’oro, stesso cantato sporco di fumo e whisky, stessa rabbia e tanta voglia di prendere a calci in culo chiunque capiti sotto tiro.
Proprio a proposito di Lemmy, c’è da dire che la band potrebbe benissimo meritare di essere accomunata ai Motorhead (ma anche Baphomet’s Blood direi) visto che l’influenza è pesante e palese (forse rispetto ai miti hanno una batteria leggermente più incalzante che fa pendere l’ago della bilancia più sul Thrash che sull’Heavy) ma così facendo rischieremmo di liquidarli come una qualunque band di emuli ben riusciti, e questo non è sicuramente il loro caso, la band ha personalità e carisma tali da poter brillare di luce propria, e in questo album gli episodi che lo confermano ci sono eccome: l’incazzatissima AWAKENED IN DEATH in cui il singer sembra sputare l’anima, la tankardiana MY STOMACH STRONG AND FIT, ma soprattutto WE HATE ALL che, come prospettato dal titolo, è un fanculo collettivo! Queste su tutte, ma potrebbero benissimo essere citate indifferentemente anche tutte le altre.
Ottima anche cura dei testi, alcolici e graffianti come si conviene, che si integrano alla perfezione…
Insomma cosa dire di negativo su questo ottimo colpaccio dei Violentor? Andando a cercare il pelo nell’uovo si potrebbe appuntare che il packaging dell’album (formato digipack) “all black”, scarno, con logo rosso e 4 teschi rossi possa dare a chi non conosce la band, un’impressione che si tratti di una fredda band nordica dedita a un Black Metal intransigente (anche per le fattezze spigolose del logo) ma in fin dei conti è roba da poco, contenti loro contenti tutti.
Non c’è altro da dire su quest’album, se non che dovete assolutamente farlo vostro, perché band underground così cazzute vanno supportate.
La Toscana brucia… i Violentor hanno iniziato a fare terra bruciata!

Torrrmentor

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Intervista - MEMBERS OF GOD


In esclusiva per Metal Arci Webzine, le parole dei Members Of God.

1) Salve ragazzi, grazie innanzitutto per aver accettato di essere intervistati da Metal Arci Webzine. Essendo forse l’unico recensore credente di Metal Arci, non potevo non intervistarvi. Presentatevi, diteci brevemente il vostro background.
Grazie mille a te per averci proposto quest’intervista! Abbiamo già avuto il piacere di essere recensiti, come ben sai, da un altro recensore della tua rivista, ma per nostra sfortuna, un fermo sostenitore di un qualcosa che viaggia parallelamente al messaggio cristiano! Direi che il tuo intervento ci regala un po’ d’ossigeno! In breve, la nostra formazione nasce nel 2009, dall’iniziativa di Enzo, il quale decise di mettere su questo progetto, dalle idee chiare e compatte: avere il dovere di condividere con la gente, mettendo alla luce le conoscenze acquisite con anni di esperienza, l’insegnamento di Cristo. Osare dire che Cristo è Metal, che la sua formula di dolcezza/violenza è troppo moderna per esser compresa ancora oggi e che molti di coloro che lo rifiutano, in realtà non hanno avuto ancora la possibilità di conoscerlo veramente. L’idea in sé è quella di fonderlo strettamente con il Metal , genere musicale da sempre prediletto. Da sottolineare che in questo caso, come nella maggior parte dei concept musicali, c’è uno stretto legame tra parole e musica, e come ai tempi di Monteverdi, proclamiamo “che la musica nasca in funzione della parola!”
La nostra musica tende a fondere  ingredienti di un Progressive Metal sinfonico con elementi di alta ricerca orchestrale e contrappuntistica da colonna sonora, con citazioni del panorama musicale folkloristico ebraico infatti, la presenza di strumenti siropalestinesi ne dà testimonianza. Riguardo la line-up: Enzo Donnarumma in arte “Jesus of Nazareth”, (voce, chitarre acustiche e strumenti etnici); Antonio Alex Pinto in arte Uriel from Fire (chitarre); Roberto Pinto in arte Robert from Water (tastiere e synth); Gianluca Pinto in arte Jahn from Wind (basso) e Raffaele Bardese in arte Ruel from Earth  (batteria e percussioni). In sintesi abbiamo scelto di rappresentare rispettivamente i 4 elementi convergenti nella figura principale di Cristo, interpretata dal cantante.

2) Ascoltando il vostro album si nota subito il vostro apprezzamento alla scena prog americana: Shadow Gallery (che io adoro) e Dream Theater in primis. Ma al di là di ciò che proponete, che musica ascoltate?
In effetti, hai colto le nostre principali influenze. Gli Shadow Gallery e i Dream Theater sono le band che hanno accompagnato la nostra crescita musicale. La cosa bella ma non anomala, è il fatto di aver fuso le nostre influenze, com’è giusto che sia in ogni band ben amalgamata. Con il tempo e l’unione avremo occasione di rendere compattezza assoluta. Evitando di perderci in chiacchiere (come ben noti mi piace dilungarmi), delle altre influenze possiamo citare band che possono esser ricordate nel concept, come i Pain of Salvation, Fates Warning, Testament, nonché il presente filone classico-sinfonico, spinto in particolare, da studi bachiani (il nostro preferito tra i maestri classici) e la portante sopracitata, contrappuntistica da colonna sonora, ispirata da compositori dei quali nutriamo stima profonda come James Horner; ed altre che in realtà sono di comune ascolto nella band, ma che non hanno ramificato in esso, come Nightwish (quelli con la mitica Tarja), Opeth, Pantera, Metallica, Pink Floyd, Slipknot, Symphony X, Epica, Ivanhoe.. e potrei comunque andare avanti per un po’.

3) La cosa che subito balza all’occhio, è la bizzarra e al tempo stesso carismatica figura di Enzo, il vostro cantante, che nelle foto e (credo) anche in sede live appare con in testa una corona di spine, a sottolineare la sua somiglianza con Gesù Cristo. Questo vi ha creato problemi di qualche genere o è stata una scelta ben accettata dal pubblico o comunque guardata con curiosità?
Effettivamente abbiamo ricevuto una serie di critiche, alcune delle quali degne di una risposta ponderata. Tutto sommato, la gente ha risposto con sorpresa e stupore all’iniziativa, non potendo far a meno di rimandarci alla grandissima opera di Jesus Christ Superstar. Riteniamo assolutamente indispensabile per l’occhio del nostro pubblico incarnate il personaggio di Cristo, dando, tra l’altro, uno schiaffo provocatorio alla figura, scontata ed a nostro avviso errata, del buon pastore mite, mansueto, rassegnato al dolore e asceticamente assente ai problemi pratici di ogni uomo che, qui in terra, grida giustizia! In ambito live, cureremo a pennello il tutto, rappresentando teatralmente la figura di Cristo, rappresentata da Enzo, come quella dei 4 elementi, rappresentati dal resto della band. Una spettacolarizzazione, che renderà perfettamente il messaggio e la trama del concept!

4) Da quanto ho letto, Enzo è impegnato da 15 anni in diversi progetti: musical, film, recite, vie Crucis eccetera. Un artista poliedrico ed eclettico, che però interpreta sempre la stessa parte, quella di Gesù. Anche voi, con Ten Talking Words, vi siete fatti promotori di tematiche cristiane. Siete stati coraggiosi, per aver preso le distanze dalle solite tematiche anticristiane e filo-sataniste che sono molto presenti nel Metal (e che io considero roba da poser). Ma quanto conta per voi realmente la figura di Gesù? E quale messaggio volete trasmettere a chi ascolta la vostra musica?
Noi crediamo fermamente al messaggio e alle promesse della Parola di Dio, crediamo di averne assimilato i più seri e veri consigli d’amore ed il risultato è che attualmente viviamo la nostra vita con una pienezza di felicità che non immaginavamo minimamente potesse esistere: il Paradiso è già qui, ora, sia in tempi facili che in tempi complicati. Eppure questo non ci porta a rifiutare quasi nulla della vita, contrariamente a quanto si predica in molti contesti repressi: amiamo il Metal come la libertà, il vino, le risate, le lacrime e tutto ciò la vita ci lascia condividere. Soprattutto stiamo imparando ad amare, donando noi stessi al prossimo. Sarebbe la blasfemìa più totale, se tenessimo per noi questa conoscenza, senza condividerla con l’umanità! Ognuno sarà libero di scegliere in che modo ascoltare la nostra musica, ma ovviamente speriamo che possa essere apprezzata nella sua totalità!

5) Starei a parlare con voi di religione per giornate intere, perché è un argomento che mi interessa molto e di cui mi sono abbastanza informato e documentato, ma Metal Arci è una webzine musicale e quindi torniamo a parlare di musica in senso stretto. Cosa ne pensate della scena musicale attuale? Non solo in ambito Metal ma anche a livello globale.
Ci sono tantissimi ottimi musicisti in giro, per questo vogliamo incoraggiare ogni Metal band emergente di ogni cultura e pensiero a non demordere in un panorama prettamente consumistico, che schiaccia migliaia di ottimi prodotti ad un ostentato mercato di massa. Se poi dovessi esprimermi riguardo al panorama italiano, beh, potrei essere poco delicato. Emi e Sony, che sono le etichette più importarti italiane nell’ambito commerciale, non fanno altro che deludere nelle scelte. Parliamoci chiaro: in Italia, la gente che firma i contratti discografici, è quella che esce da ‘Amici di Maria’ (o Talent Show del genere), perché lì acquisisce la notorietà necessaria; di conseguenza la label sfrutta tutto questo per poter vendere un gran numero di copie. Non c’è più interesse nel voler investire nel talento dell’underground, né l’intenzione di rischiare nel credere che una band possa davvero ramificare il proprio messaggio nei cuori della gente! Discorso diverso rispetto a molti paesi esteri. La Scandinavia credo che sia il posto più ambito da ogni metallaro; lì il commerciale è proprio il Metal!!!

6) Concordo pienamente! Quali sono state le reazioni a livello locale per il vostro album?
Siamo stati contentissimi delle opinioni riscontrate nelle recensioni ricevute dalle diverse webzine che hanno richiesto il nostro disco e alla quali abbiamo fatto appello. I giudizi positivi non hanno fatto altro che regalarci maggiore entusiasmo; quelli negativi sono stati motivo di sprono per valutare ulteriori miglioramenti. Del resto, si cresce soprattutto attraverso le critiche negative!

7) Ora che progetti avete per i Members Of God?
Stiamo valutando delle proposte davvero valide ed interessanti, ma non ne pubblicheremo news fino a quando tutto sarà compiuto (ovviamente potrai capire il motivo)! Pubblicizzare in seguito il nostro disco Ten Talking Words propagandando la nostra immagine attraverso il web, nonché attraverso i live. Se vorrai  terremo aggiornato e te e le persone che vorranno interessarsi al discorso Members Of God.

8) Certo, mi farebbe piacere. Beh, siamo arrivati alla fine di questa breve intervista. Salutate i lettori di Metal Arci Webzine.
Salutiamo affettuosamente te in particolare per la tua gentilezza e la tua voglia di conoscere noi ed il nostro progetto, la redazione di Metal Arci e i lettori, che spero potranno leggere compiaciuti le domande, nonché le nostre risposte. Che Dio benedica voi ed il Metal!

9) Grazie di cuore. God bless you!
GRAZIE \m/
MEMBERS OF GOD

Grewon
 
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Recensione - SOULDECEIVER


SOULDECEIVER - The Curious Tricks of Mind
(2011, Nadir Music)

I Souldceiver sono una band che affonda le proprie radici nel Death Thrash Metal di matrice tecnica, si sfiorano i vecchi canoni di questo genere ma a far da padrone sono le sonorità nuova scuola.
Si sente l'influenza, in particolare per il suono della batteria, dei primi Fear Factory, ma anche un bel po’ di scuola svedese nelle parti soliste, che non guastano mai.
Buona la prestazione sia del vocalist che dei musicisti, in molti riff richiamano parti alla Monstrosity ultimi e richiami melodici alla Dark Lunacy, il cd scorre davvero bene da HUNDRED 25 a SUICIDING.
Molto bello il settimo pezzo ICON OF YOUR GOD, a mio avviso il brano di punta di questo lavoro, il tutto reso davvero molto interessante grazie ad un'ottima produzione, frutto dei famigerati Nadir Studios (la professionalità non si discute!).
Passiamo ad analizzare qualche punto dolente: manca un brano che dia potenza a questo lavoro, a volte si scade nella monotonia e questo cala l'intensità di ascolto. E poi da menzionare la copertina un po’ fuori dai canoni, scelta discutibile… ma i gusti son gusti!
Nel complesso The Curious Tricks Of Mind è un ottimo lavoro e  si capisce sin da subito che non stiamo parlando di una band di ragazzini alle prime armi, ma la qualità compositiva e tecnica dei Souldceiver è da tenere in considerazione.
Band, quindi, da tenere sotto occhio per quello che potrebbe essere il panorama Metal italiano nel prossimo futuro.

SCUM

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