lunedì 25 luglio 2011

Recensione - VALTYR


VALTYR – Verineen Sagaat
(2011, Autoprodotto)
Viking Metal

Un lento, impetuoso, feroce, nobile poema. Dopo numerosi progetti one-man-band, nasce dall'ingegno del poliedrico artista barese Nartum il solo project Valtyr, contrassegnato da molteplici stimoli per gli amanti del Pagan, Viking e Black Metal. A due decadi di distanza dai capolavori di Quorthon, nonché dalle pietre miliari della prima ondata Black, sono tuttora reperibili microcosmi artistici, nei quali musicisti armati di corde, pelli e voce sanno trasportare. Ne è la prova Verineen Sagaat, full lenght autoprodotto, 38 minuti di interessante nonché affascinante Viking, ricco di dettagli Ambient e atmosfere naturali.
La proposta compositiva si presenta minimale, priva di virtuosismi, talvolta down-tempo, tuttavia pregna di epos e assolutamente di ampio respiro. Tra le principali influenze è possibile notare "citazioni" di Moonsorrow, Falkenbach, Nokturnal Mortum, Pagan Reign e Summoning, rielaborati in chiave del tutto personale, con uno stile tipico e ridondante anche nel precedente progetto di Nartum, Ymir. Attraversando le 7 tracce, il primo pensiero che viene in mente è come certe sensazioni evocabili con la musica siano universali, indipendentemente dalla propria posizione geografica, che per luogo comune negli ultimi anni ha etichettato come nordico gran parte delle note suggestive del tipico sound Black Metal. Più vicino alle tradizioni finniche che norrene, la sanguinosa saga descritta in questo album affronta i temi chiaramente riconducibili al credo etenista nordico, con riferimenti al rito runico e al culto odinista. Dopo un breve Intro, apre l'album RUNESANG, traccia pressoché strumentale dopo i primi due minuti, ricca di sonorità e melodie in continua evoluzione, dal puro stile Falkenbach. I riferimenti ad esso sono svariati, dalla strofa giocata su piccoli cambi di tempo dietro le pelli, alla titanica voce sintetizzata nel narrato, ad ogni modo appare originale la rielaborazione da colonna sonora war-movie storico. Fortemente gradito il pezzo più violento dei sette, FALLEN IN BLOOD, stornello violento quanto ridondante, intervallato da ottimi interludi acustici e bridge. La title-track VERINEEN SAGAAT appare la sintesi delle capacità melodiche e ritmiche dell'intera fatica, dalla notevole durata di ben 8 minuti, la quale si rinnova continuamente dando spazio ad armonizzazioni e arrangiamenti dal gusto forbito, unito all'utilizzo di numerosi strumenti e sonorità: dai flauti al marranzano, da timpani rituali a glaciali synth. Il dualismo condotto dal canto straziato e dai melodici cori è una caratteristica preponderante, che prende il sopravvento toccando ogni parte di sé, dalla più rude alla sensibilità artistica più raffinata. Nel più tipico stile T.N. Black Metal si chiude la traccia più curata dell'opera, consumandosi in un lento fade out, per dare spazio a WODENCULT, un'ode eroica, nostalgica, introdotta da un climax di tastiere, per culminare chiudendosi in un intenso e soffuso coro narrato. Appare evocativo l'artwork, anch'esso di "virtuosa" semplicità, tratto da un'opera di un artista norvegese del XIX secolo, non lontano dai masterpiece artistici delle cover Falkenbach. Supportare l'underground è sempre utile, un piacere, specialmente quando un album parla da sé nelle sue melodie e l'autore stesso rende pubblico il download dei propri lavori. Non resta che attendere un nuovo capitolo di una saga Nartum, attendendo nuove sorprese.

Vandrer

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