venerdì 12 novembre 2010

Recensione - GRIM


GRIM - Noises From The Graveyard
(2009, Autoprodotto)

I Grim sono un allegro trio di mattacchioni creato nel 2008, che tra un pasto vampiresco e una cena con gli zombie non sanno davvero cosa scegliere, perciò diventano materia delle loro creazioni musicali.
Stiamo parlando di Hard Rock, nudo e crudo, e già questo mi piace!
I tre spiritelli dimostrano di saperci fare in questo Noises From The Graveyard, il groove è quello giusto, e la produzione è di qualità. Alex Grim alla voce/chitarra, Grave Rob al basso e Mark Mastiff alla batteria sono un trio affiatato e con le idee chiare.
Mi piace particolarmente il suono delle chitarre (anche se personalmente avrei dato maggiore “coda” al suono dei soli, un leggero delay…), vero traino di tutto il cd, che non risultano “piatte” come in molte produzioni. Forse la batteria è leggermente “dietro”, ma non in maniera penalizzante.
Bei riff, bei soli (mai troppo invadenti) anche se con qualche leggerissima imprecisione in alcune scale…
Tutto ok, allora?
Beh… non proprio tutto!
Fino ad ora non ho parlato dello strumento principale di ogni gruppo: la voce. L’indemoniato Alex ha sicuramente una voce particolare, decisa, con una bella timbrica graffiante... ma… non è sempre preciso e a volte gli risulta difficile mantenere l’intonazione. Peccato perché con una produzione così buona si doveva necessariamente porre maggiore attenzione alla voce.
Il “crimine” però è dietro l’angolo: l’ultimo pezzo SWEETEST NIGHTMARE parte con un bellissimo arpeggio (anche se leggermente alto come volume, al punto da coprire la voce) con sottofondo di pioggia e un cantato d’atmosfera, ma poi il pezzo prende un’altra strada, a mio parere rovinando tutta la bella premessa! Oltretutto, è anche il pezzo in cui forse si nota maggiormente la difficoltà sul cantato: qui proprio non ci siamo, Alex va decisamente fuori…
Insomma, da un lato c’è una band che sa scrivere canzoni, sa arrangiarle a dovere (tranne l’ultima quantomeno discutibile scelta…), suona bene… dall’altro c’è un cantato che, almeno su questo disco, non convince: posso solo consigliare di stare più attenti e dedicare maggiore cura a quello che è l’aspetto fondamentale di ogni band del mondo!
Rest In Peace!

The Rock Child

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