Ad onorarci della sua presenza sulla nostra webzine è Giorgioni Cifuni,
cantante degli TSUBO, band giovane e
portabandiera del Grind Made in Italy.
Mi parli della nascita del gruppo?
Ciao ragazzi! Allora: gli TSUBO nascono nel 2003 da Fasano
(chitarra) ed Erkz (batteria) che, nell’intento di tirare su una band,
pensarono al sottoscritto come screamer
(in realtà era previsto anche un growler,
ma non si presentò mai alle prove…) e accettai. Poco dopo Gux (basso) entrò a
far parte della band completando la formazione, ed io cominciai a fare da
secondo a Fasano con la chitarra.
Passò un annetto (primi 2005):
TrasherDemo sostituì Erkz dietro le pelli, i pezzi vecchi furono più o meno
tutti abbandonati e venne steso del materiale completamente nuovo. Nell’arco di
8 mesi (novembre), entrammo in studio per registrare il primo “promo”…
Le vostre influenze musicali?
Questa rimane sempre una delle
domande più difficili a cui rispondere… I nostri ascolti personali hanno un
raggio davvero molto ampio (pensa che, proprio gli ultimi km del viaggio di
ritorno dal Vulgar Fest, sono stati
accompagnati dalla Sinfonia n°9 di
Beethoven!), ma per quello che può riguardare la band, direi che le
influenze che è doveroso menzionare sono: Terrorizer,
Brutal Truth, primi Cephalic Carnage…
Come nasce un lavoro degli TSUBO?
Eh, è una vera faticaccia! (Ah! Ah! Ah!) Per quanto riguarda la
musica, Fasano è il principale songwriter. Una volta proposti ed “approvati” i
nuovi riff, inizia un lavoro a 3 che porterà le eventuali prime modifiche.
Fatto questo si passa alla fase più lunga, quella con la batteria che, di
solito, apporta ulteriori nuove modifiche alla struttura del brano,
definendolo. Siamo tutti molto meticolosi ed esigenti e prima di portare un
pezzo dal vivo ci mettiamo mesi: lo proviamo e riproviamo all’esasperazione,
finché non siamo tutti soddisfatti e convinti.
Non so se con “lavoro”,
intendevi un semplice pezzo o un disco intero. In caso avessi mal interpretato
basterà fare una semplice proporzione… (Ah!
Ah! Ah!)
Il vostro rapporto con i live?
Decisamente fondamentale! Un
live fatto bene è in grado di ricaricarci e di darci nuovi stimoli, nonostante
sia davvero difficile vederci soddisfatti appena scesi dal palco! Ma quella è
autocritica, ed è stimolante anche quella.
Il live è il vero biglietto da
visita di qualsiasi band: sui dischi è abbastanza semplice essere bravi,
soprattutto con i mezzi di cui disponiamo oggi. Il concerto è il momento della
verità, è il confronto diretto con il pubblico. E’ quando si mescolano una
miriade di fattori come la “presenza scenica”, e non basta più solo e
semplicemente suonare, devi riuscire ad emozionare chi hai davanti: è senza
dubbio il resoconto finale di quello che sa fare e regalare una band.
Differenze tra situazione italiana ed
estera in sede live?
Purtroppo le nostre esperienze
live all’estero si riducono ad una ed unica per il momento, anche se è in
programma di recuperare tale carenza (Ah!
Ah! Ah!)…
Comunque, il nostro unico live
all’estero è stato all’Obscene Extreme
Fest l’anno scorso e… che dire? Davvero senza parole! Ripeto, non abbiamo
grossi termini di paragone ma è stata una grande esperienza! Anche perché, in
Italia, situazioni estreme così grandi non ne abbiamo, e probabilmente mai le
avremo…
Mi parli delle vostre impressioni sul Vulgar Fest? E' difficile organizzare un
festival di musica estrema nel Sud Italia ma sembra che la cosa stia prendendo
piede… Come vi siete trovati?
Beh, abbastanza scorretta come
domanda visto che l’intervista la fa uno degli organizzatori! (Ah! Ah! Ah!) Scherzi a parte, siamo
stati benone, grande ospitalità e non ci è mancato proprio niente! Grandi!
Conosciamo benissimo le
difficoltà di dare vita ad eventi del genere: anche noi siamo annualmente impegnati
nell’organizzazione dell’Underworld Fest,
ed è lodevole l’impegno ed il coraggio di chiunque si tuffi nell’organizzazione
di questi concerti. Se poi al tutto aggiungiamo la difficoltà di farlo al Sud, beh….
massimo rispetto per tutti voi! Non mollate…
State avendo ottimi riscontri, si sente
molto parlare di voi. Chi si occupa della promozione dei vostri lavori?
sfruttate molto il live per la promozione o avete anche altri tipi di canali?
In realtà fino ad oggi ci
siamo mossi molto da soli, ma sentiamo quotidianamente crescere il bisogno di
un aiuto esterno, soprattutto per quel che riguarda la promozione. Come ho già
detto, siamo fermamente convinti che il live sia la sede migliore per
promuoversi: abbiamo avuto la fortuna di affiancare band di fama anche mondiale
e penso che questo abbia contribuito a darci un po’ di visibilità sul
territorio nazionale ma, purtroppo, non basta.
Comunque, adesso come adesso
abbiamo in mente il disco nuovo e speriamo di trovare un’etichetta valida
interessata a promuovere il nostro nuovo lavoro: vedremo…
Mi fai un resoconto della scena italiana
in generale per quanto riguarda il Grind
e il Death Metal?come vedi la
situazione nella nostra penisola fra band che nascono, muoiono e live?
Non mi stancherò mai di
ripetere che in Italia abbiamo una scena spaventosa che non ha davvero niente
da invidiare all’estero! Senza contare quanto sia difficile avere una band
estrema qui rispetto a tanti altri paesi… Credo che potenzialmente spacchiamo
il culo ad una bella fetta di mondo! Qualche nome?
Ascoltate band tipo Muculords,
Diorrhea, Buffalo Grillz, Zora, Dr.Gore, Ultimo Mondo Cannibale, The Orange Man
Theory o gli storici Undertakers, Cripple Bastards e Natron… a chi dobbiamo
invidiare cosa?
La scena c’è e c’è la voglia
che ci sia! Quello che è brutto è che spesso ci si imbatte in situazioni paradossali
con condizioni disumane, come la piaga delle band che PAGANO per suonare a
festival o di spalla a qualche nome grosso e la poca (a volte pochissima!)
solidarietà tra le band stesse…
Ok, Giorgioni, grazie per questa
intervista, un saluto da tutta la Metal
Arci e concludi come meglio credi.
Grazie a voi per lo spazio
concessoci ed ancora per l’invito ed ospitalità al Vulgar Fest.
Boicottate e denunciate chi vi
chiede soldi per suonare e, soprattutto, andate ai concerti ragazzi!
SCUM