HOS – The Beginning
(2011, Punishment 18)
Dal Veneto all’improvviso, con
addosso gilet di jeans, toppe e borchie giungono alla ribalta i giovani HOS, interessante promessa del Thrash italiano, che già al debutto
riescono a strappare un contratto con la Punishment
18, particolarmente attenta alla scena Thrash/Death
nostrana.
La ricetta con cui è stato
composto questo The Beginning non
sarà certo un trionfo di originalità, ma sufficiente per poter affermare di
aver fatto un album di più che buona fattura , come quelli di una volta, senza
modernismi né tentativi di rivoluzionare, ma solo tanto Thrash incazzato e votato all’headbanging.
Tra i principali riferimenti
del quartetto possiamo senza dubbio citare i Kreator degli esordi, ma
anche gente del calibro dei Morbid Saint o Demolition Hammer,
influenze sicuramente pesanti, che se fossero anche solo un tantino più marcate
farebbero gridare al plagio, ma hanno il merito di fermarsi un passo prima, ma
passiamo ad analizzare più nel dettaglio l’album.
FALLOUT apre il tutto,
introdotta da un intro, e sembra una bomba pronta ad esplodere, e ciò avviene
nel distruttivo finale da scapocciamento
selvaggio, che prosegue anche con la successiva ANNHILATION OF SOCIETY, che
però cala di tono nella parte centrale, riprendendo vigore nel finale.
La voce del singer è cattiva
come il Petrozza di Endless Pain, peccato che ogni tanto cada nella monotematicità.
La batteria viaggia sicura. Basso e chitarra hanno il loro bel da fare, anche
se in particolare quest’ultima potrebbe essere migliorabile, soprattutto nella
parte solista. Altri brani da segnalare sono anche NO MORE TRAITORS in cui i
cori danno maggiore compattezza, ma
anche EARTHQUAKE, che come da titolo è un vero e proprio terremoto, pezzo da
sicuro pogo incessante in sede live, e l’orecchiabile WE ARE H.O.S. con cui si
chiude The Beginning.
In conclusione si può dire con
certezza che i ragazzi ci sanno fare! Questo debut album, anche se con qualche
difetto, è un ottimo biglietto da visita, e con una maggiore maturazione potremmo
sicuramente ritrovarci a parlare, magari per il secondo album, di una band che
può definirsi come una band interessante del Thrash italiano. Per ora si parla di promessa, una maggiore
maturazione del sound e un songwriting più personale sono d’obbligo per potersi
migliorare, il rischio è quello di cadere nell’eccessiva derivazione, e sarebbe
un peccato. Staremo a vedere se gli H.O.S.
sono o no una band su cui puntare: l’età gioca dalla loro parte e l’entusiasmo
c’è… chissà… Se tutto va bene i 4 ragazzi veneti potranno togliersi un bel po’
di soddisfazioni. In bocca al lupo!
Torrrmentor
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