MIDNIGHT MADNESS -
From Ashes To Madness
(2010, Autoprodotto)
I Midnight Madness sono una
band Heavy Metal di Napoli, e da poco è
uscito il loro primo cd autoprodotto dal titolo From Ashes To Madness. Le 11
tracce che lo compongono sono fortemente “eighties”, e lo sanno bene i cinque
componenti del gruppo, almeno nello spirito.
E’ vero che il cantato del
vocalist Michele Colangelo, dotato di un’ottima estensione vocale, richiama
(intensionalmente o meno) quel Bruce Dickinson che ha fatto da scuola a tanti
singer metallari, ma gli anni ottanta sono passati da un pezzo e restano solo
nello spirito e nelle sonorità. Diverso infatti è il discorso per quanto riguarda la
struttura dei pezzi, delle scelte compositive soprattutto a livello di armonia.
I Midnight Madness possono
contare su una buona vena e i pezzi non sono così scontati come ci si potrebbe
aspettare sapendo le premesse (o promesse) di Heavy ottantiano.
Merita una sottolineatura,
quindi, la cura compositiva, oltre alla succitata prova vocale davvero notevole
(a voler proprio cercare il pelo nell’uovo ci voleva un po’ più di cura nei
cori…).
Discorso diverso per alcuni
aspetti tipici dei cd autoprodotti.
Cominciamo dalle chitarre
(soprattutto ritmiche) che risultano un po’ “piatte” sia come suono che come
presenza. Naturalmente tutto sta al gusto del musicista, è probabile che siano
state volutamente registrate così, ma all’orecchio dell’ascoltatore risultano
dei power chord che muoiono troppo presto (manca un po’ di coda) e, provo ad
azzardare, manca il “suono della valvola”. Inoltre le avrei alzate un poco.
Insomma, un po’ di piattezza, ma che non pregiudica comunque la buona prova di
Eduardo Iannaccone e Pietro La Tegola alle chitarre.
Basso e batteria
(rispettivamente Vincenzo La Tegola e Dario Marchetti) sono solidi ed efficaci,
non perdono un colpo.
Insomma, i cinque formano un
bel combo, e From Ashes To Madness suona davvero bene per essere un cd
autoprodotto. Come già detto non deve ingannare l’etichetta di band Heavy ottantiana
che loro stessi si sono cuciti addosso, perché se a tratti l’influenza degli
Iron Maiden e simili è molto marcata, comunque poi sono riusciti a dare un’impronta
personale (sempre a livello compositivo) ai loro pezzi, e questo non può essere
che positivo.
La speranza è riescano a
ritagliarsi uno spazio nella scena musicale e che abbiano la possibilità di
registrare un album con la produzione adeguata. In bocca al lupo, ragazzi!
The Rock Child
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