mercoledì 12 gennaio 2011

Recensione - INGRAVED


INGRAVED – Onryou
(2010, Power Pain Records)

Tornano sulla scena I brindisini Ingraved con questo Onryou, terza fatica del gruppo, che fa seguito a Hatred From Outside e Moe Agare, supportati stavolta dalla label tedesca Power Pain Records e forti di una fama sempre crescente in Italia come anche in Europa (a giudicare dalle date del loro tour, che toccherà anche Russia e Lettonia).
Il sound del gruppo è andato modificandosi  nel corso degli anni, ammorbidendosi maggiormente rispetto al Death iniziale, giungendo quindi all’attuale consolidamento su basi vicine al Metalcore, di cui gli Ingraved sono ormai dei fieri portabandiera. In questo contesto si inquadrano quindi i punti di forza della band, che fa del groove e dell’energia in sede live il proprio credo, aiutati anche da un’ottima preparazione individuale di ognuno di loro.
Nel dettaglio Onryou vuole essere l’album della rivalsa, come esplicitato anche dal concetto stesso alla base del titolo, ovvero uno spirito della tradizione popolare giapponese che torna nel modo fisico per avere vendetta… Vendetta che per gli Ingraved è contro i problemi personali e contro gli anni di faticosa lotta nell’underground, e per ottenerla si basano su un prodotto già collaudato, arricchito da una dose di sperimentazione per lo più volta ad ottenere un approccio più fortemente melodico, 10 tracce (di cui l’iniziale BAD KARMA e SHOWTIME FOR MY APOCALYPSE già presenti sul precedente Moe Agare) che seguono gli stilemi del Metalcore, senza osare né rischiare stravolgimenti, ma infilandoci dentro anche un po’ di mestiere.
Ciò che fa un po’ storcere il naso è l’uso forse eccessivo (e a volte superfluo) di clean vocals poco incisive (meglio dare più risalto all’ottimo scream del singer) e una certa ripetitività di fondo che fa un po’ calare la media del prodotto, che comunque rimane valido, nonostante sia meno d’impatto dei precedenti. E’ un caso che gli episodi più convincenti siano proprio i 2 pezzi estratti da Moe Agare? Si potrebbe dire che a questo Onryou manca ancora qualcosa per poter essere il vero album dell’auspicata “vendetta” ma è facile immaginare che i fans degli Ingraved rimarranno comunque contenti ascoltando le note di questo Onryou.
Un ultimo appunto finale va all’artwork fumettoso ed originale (lo stile è vagamente simile all’ultimo degli Infernal Poetry) che rappresenta il concept alla base dell’album,  e che quindi strizza l’occhio al Sol Levante anche nella veste grafica.

Torrrmentor

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