EERIE SIN - The Price
Of Our Hate
(2010, 2+2 Records)
Mmm… è sempre difficile
recensire un disco così distante dai propri ascolti abituali… Ovviamente i
gusti personali devono essere tenuti fuori, e bisogna analizzare l’incisione in
maniera più obiettiva del solito. Gli Eerie
Sin propongono un Heavy/Thrash Metal
con richiami alla tradizione old-school e un songwriting forse in alcuni punti
leggermente scontato, ma comunque mai banale o troppo prevedibile. Il disco di
questa recensione, The Price Of Our Hate,
credo si possa definire più un full-lenght che un ep. Benché infatti sfiori
appena la mezzora come durata complessiva, si divide comunque in ben 8 tracce
più una brevissima introduzione strumentale.
Gli otto brani che compongono
l’album sono rabbiosi e scorrono via veloci e (fortunatamente) senza cali di tono.
Tuttavia non posso esimermi dal parlare dell’elemento comune che ahimè fa loro perdere diversi punti: la
voce. Niente grunt, niente esplosioni
di collera, niente “conferme” vocali all’aggressività degli strumenti. Abbiamo
invece una voce pulita che si diverte a strillare e in qualche modo si accosta
maggiormente ai canoni del Punk delle
origini (Sex Pistols, qualcosa dei Clash) piuttosto che a quelli del Thrash Metal. L’abbinamento non è certo
dei migliori: le urla al limite dell’estensione (giusto mezzo tono in più e si
stonerebbe di brutto), acute, indecise e imprecise, smorzano tutta
l’aggressività del tappeto sonoro strumentale, che altresì sarebbe più che
dignitoso. E qualche effetto sonoro o coretto di voce estrema inserito qua e là
non migliora purtroppo la resa finale.
Neanche a farlo apposta, trovo
che il pezzo migliore dell’album sia ATOMIC WRATH: un pezzo che inizia a mo’ di
Power ballad, con un cantato adagiato
su note più basse e accompagnato da alcuni effetti di eco, e poi diventa
totalmente strumentale ed esplode con una notevole rabbia fino alla sua
conclusione. In questa traccia il cantante, anche se per pochi secondi, ha dato
un’ottima prova delle sue capacità, e mi ha fatto capire che cantando magari su
note più basse e facendosi affiancare eventualmente da un growler, potrebbe dare il meglio di sé e migliorare il comunque più
che discreto risultato dei suoi compagni strumentisti.
C’è da dire che ad ogni modo
gli Eerie Sin sono stati coraggiosi
e, a loro modo, anche innovativi: dote più unica che rara nel saturo ambiente
della musica in generale (non soltanto del Metal
quindi). Per essere competitivi, però, devono secondo me essere apportate delle
rettifiche a livello vocale, e magari inserito un qualche elemento a livello
strumentale che possa far restare impressi gli Eerie Sin nella mente dell’ascoltatore.
Grewon
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