Rispondono quest’oggi alle nostre domande i fratelli RIZZELLO, Carlo
& Alessandro, fondatori e colonna portante di una delle band più longeve
della nostra scena Salentina: gli Essenza!
1) Ciao a voi, partiamo proprio
dal dato anagrafico, quest’anno festeggerete i 18 anni di vita degli Essenza,
vero? Un’enormità per una band underground! Qual è il segreto di tanta durata?
Essere fratelli in una band aiuta?
Carlo: Verissimo! Quest’anno, esattamente ad agosto, gli Essenza festeggeranno 18 anni di
attività ininterrotta. Ad essere onesti, non sono in grado di spiegarti come ci
siamo riusciti, perché la cosa è andata avanti in modo del tutto naturale. Non
ti nascondo che in questi 18 anni di problemi ce ne sono stati tanti. Siamo
riusciti a superarli, con un po’ di determinazione, con la nostra testa dura… e
negli ultimi anni, grazie anche al supporto non indifferente di amici, stampa
specializzata e fans.
Alessandro: Fino a che avremo qualcosa da dire e da mettere in
musica, saremo sempre pronti e determinati.
2) In questo lungo lasso di
tempo qual’è stato il punto di maggiore esaltazione e il punto più difficile
per voi?
Carlo: Tirando un po’ le somme, devo dire che i momenti più felici
sono stati quelli successivi alla pubblicazione dei nostri cd. Ognuna delle pubblicazioni,
a partire dai due demo pre ’98, passando dai vari live, ep, compilation… fino
ai tre full lenght (Suggestioni del
2000, Contrasto del 2002 e Devil’s Breath del 2009), è stata
seguita da molto entusiasmo, valanghe di recensioni e concerti fortunati. Ognuna di queste tappe ha contribuito alla
nostra crescita artistica e direi anche “umana”. Certo, non siamo diventati
ricchi e famosi, ma siamo molto orgogliosi di quello che abbiamo fatto!!!
Uno dei momenti più difficili
è stato quello di affrontare l’uscita dalla band di mio fratello Luca (primo
batterista degli Essenza), nel 2003.
Per fortuna abbiamo trovato Paolo Colazzo, che si è integrato benissimo nella
formazione e che ora è un membro insostituibile della band.
3) Le radici e le influenze musicali
degli Essenza affondano
esclusivamente negli anni 80 o c’è anche qualche riferimento moderno? Come la
pensate sull’attuale scena Metal
(locale e non)? Il meglio è già stato detto oppure no?
Carlo: Le nostre influenze musicali sono molto variegate, siamo
tutti e tre dei gran divoratori di musica. Abbiamo ascolti molto disparati,
anche in ambiti lontani dal Metal.
Certo, la base sulla quale abbiamo costruito il nostro sound è una miscela tra
gli schemi dell’Hard Rock anni ’70 e
il Metal classico degli anni ’80, ma
il nostro approccio tecnico e compositivo ha molti aspetti comuni al Thrash ed al Power Metal moderni. La verità è che non abbiamo un unico filone di
riferimento, siamo più propensi a miscelare soluzioni stilistiche che possano
esprimere al meglio l’essenza del pezzo sul quale stiamo lavorando.
Se poi devo descrivere le mie
personali preferenze musicali, sono comunque in difficoltà, perché amo in egual
modo le grandi band dei ’70 (Black Sabbath, Deep Purple, Kansas,
Boston,
Thin
Lizzy, Rush…), l’Heavy
classico degli ’80 (Van Halen, Racer X, Ac/Dc, Riot,
Mr.
Big, Ozzy solista, Judas Priest, Rage…), l’Heavy Glam dei Cinderella, Ratt,
Poison,
Dokken,
il Thrash di Annihilator, Megadeth
ed Anthrax,
l’innovazione dei primi Dream Theater e dei Symphony
X, il Power di Helloween,
Blind
Guardian, Gamma Ray, il Southern
dei Lynyrd
Skynyrd, Pride and Glory e Black Stone Cherry… e, non me ne
vogliate, ma trovo sempre qualcosa di interessante anche in alcune band più
moderne. Sì, per esempio ho apprezzato Scream, Aim And Fire dei BFMV,
Shogun
dei Trivium,
Blackbird
degli Alter Bridge (e tanti altri). Non sono assolutamente d’accordo
sul fatto che solo le vecchie band hanno qualcosa da dire. E sono innamorato
anche dell’underground, in tutte le sue forme più sincere. Così, solo per fare
alcuni esempi di Metal band locali, trovo interessantissimi (senza escludere alcun
sotto-genere) L’Impero delle Ombre, Lonny Blaster, Hopesend, Backjumper,
Black
Rose, Stonecutters, Cast Thy Eyes, Clinicamente Morti, Silvered
e quelle che io considero le “nuove leve” Dreker, Folk ‘n’ Troll, Southern
Cult… Di progetti seri ce ne sono davvero tanti. Purtroppo la scena
locale pecca di un vero e proprio movimento, per cui si è costretti a fare
affidamento a strutture, finanziamenti e canali molto limitati.
4) Il vostro ultimo full Devil’s Breath (recensito qui)
è datato 2009. C’è il progetto di dare alle stampe un successore o ancora non è
nei piani?
Carlo: Abbiamo in cantiere tante nuove idee, ma prima di affrontare
una nuova avventura in studio (e specialmente una lunga trafila promozionale)
speriamo di allacciare nuovi contatti con una buona etichetta. La BigMud Records ci ha permesso di
allargare i nostri orizzonti: interviste, recensioni, compilation, rotazioni in
radio, e tanti contatti all’estero (specialmente in Sud America e Paesi
dell’Est), ma ora che l’etichetta è stata praticamente inglobata in un’altra
Indie italiana, abbiamo necessità di cercare un altro valido supporto alle
nostre attività.
5) Come sono andate le recenti
date? Dopo 18 anni c’è ancora l’emozione del brivido live?
Carlo: Mi ritengo estremamente soddisfatto dei concerti fatti dal
2009 ad oggi. La band ha trovato uno straordinario affiatamento, che si traduce
in un ottimo groove. Per alcune date abbiamo dovuto sostituire temporaneamente
Paolo o Alex, perché purtroppo non è sempre facile pianificare gli impegni
artistici e non, ma a volte dei compromessi sono necessari per il bene della
band, e siamo fiduciosi che i nostri fans e amici ci possano capire. In
definitiva però, abbiamo avuto l’occasione di suonare in ottimi festival e in
rassegne molto partecipate, e ce ne attendono degli altri prossimamente, nei
quali non vediamo l’ora di esibirci… E a dire la verità, recentemente anche
alcuni locali della zona si sono mostrati molto disponibili ad ospitarci.
Alessandro: Suonare nell' underground diventa ogni giorno sempre
più difficile anche perché i posti in cui farlo sono sempre più rari; la scena
pullula di cover bands e di imitatori dei grandi “nomi”. Resta davvero poco
spazio per chi si batte per la propria musica e per le proprie idee. Le “garage
bands” di un tempo spesso adesso si riducono a squallide imitazioni del peggiore
showbusiness di massa.
6) Entrambi siete anche
organizzatori di eventi, tra cui due molto apprezzati qui da noi come il Rock Pride e lo Spongstock , cosa ci potete anticipare delle edizioni di
quest’anno?
Carlo: Ti ringrazio per questa domanda. Organizziamo questi due
eventi totalmente dedicati alla musica Hard
& Heavy underground di qualità, perché crediamo che siano necessarie
delle vetrine professionali per valorizzare l’operato di band che hanno
passione e grandi capacità. Nelle precedenti edizioni abbiamo avuto un ottimo
riscontro di pubblico, ma continuiamo a faticare per l’ottenimento di fondi,
sponsorizzazioni, spazi, permessi… Fortunatamente dei piccoli aiuti ci sono
forniti da radio, webzine, giornalisti, associazioni e piccole imprese locali, anche
se ci resta l’amaro in bocca nel vedere l’attenzione dei mass-media e delle
istituzioni focalizzata su pochi grandissimi eventi non sempre dal grande
valore culturale e artistico. Ma mi fermo qui per non fare polemiche. Resta il
fatto che c’è una grande disponibilità delle band (locali e non) e dei ragazzi
dello staff, che permettono di andare avanti a costo di grandi sacrifici.
Mentre per lo Spongstock III preferisco non
anticipare niente (questo festival è in programma per agosto), ricordo tutti i
lettori che il 7 maggio prossimo a Spongano, ci sarà la seconda edizione del Rock Pride Fest (sito ufficiale www.essenzamanagement.com/RPF) con Mnemos,
Folk
‘n’ Troll, Hopesend, Essenza e i romani GRAAL.
Abbiamo cercato di accontentare i gusti musicali più disparati… ma senza uscire
dal seminato: è di Hard Rock ed Heavy Metal originale di cui vogliamo
occuparci… ed è esattamente quello che troverete sul palco di questo evento.
Abbiamo bisogno di tutto il supporto locale possibile per permettere al
festival di crescere, per cui vi invito a non mancare e a venire a divertirvi.
7) Quale obiettivo vi ponete
per il futuro? Si arriverà a un quarto di secolo di Essenza?
Carlo: Il nostro obiettivo principale è di suonare on stage quanto
più possibile…, di non snaturare mai il nostro “true-sound” e di portare la
nostra musica quanto più lontano possibile!!!
Grazie per aver risposto alle
nostre domande, salutate i nostri lettori come volete voi!
Carlo: Siamo noi a dover ringraziare te e tutti quelli che
supportano le band come la nostra! Invito tutti a visitare il nostro sito
ufficiale www.essenzamanagement.com e
specialmente ad ascoltare i brani di Devil’s
Breath su Youtube, MySpace, LastFM… e magari di acquistare il cd!
Spero anche di incontrarvi
tutti personalmente al Rock Pride fest
II. Non resterete delusi!
Torrrmentor