BLACK ROSE - Not Safe
For Work
(2008, Autoprodotto)
I Black Rose sono una band salentina attiva dal 2003, dedita ad un
sano e robusto Hard Rock di matrice
ottantiana, che trae la propria ispirazione soprattutto dalla scena
statunitense con gruppi come Aerosmith e Guns N’ Roses, ma
ascoltando questo album datato 2008, si nota che il combo pugliese strizza
l’occhio anche all’Hard Rock inglese.
Not Safe For Work si apre con
l’inquietante suono di una sirena da sbirri che ci introduce nel roccioso mid
tempo di ONE STEP TO FALL, brano che riporta al sound dei primi anni ottanta
dei Whitsnake,
dove la voce del cantante/chitarrista Eric, pur non toccando tonalità
particolarmente alte, ricorda in qualche modo il calore dell’ugola di David
Coverdale.
Notevole anche il brano successivo GONE AWAY, dove si alza il tiro e
si mette in evidenza l’ottimo lavoro della sezione ritmica con una particolare
nota di merito al batterista Alen, e si arriva quindi alla Power ballad OCEAN OF FEELINGS, dove
Eric offre una grande prova, oltre alla voce, anche negli assoli di chitarra
davvero di gran gusto. LIFE, AN AMAZING GAME è uno dei pezzi più aggressivi e
tirati del lotto, un grande esempio di Hard
Rock con un 4/4 travolgente che ricorda qualcosa dei primi Guns,
e con l’apporto in questo brano dello special
guest Giovanni Rizzo alla chitarra solista si notano delle reminescenze che
riportano ai Van Halen.
Il disco continua su questi
connotati stilistici per tutta la sua durata, Hard Rock senza fronzoli e senza compromessi, non si cerca
l’originalità in un genere musicale così definito, ma chi se ne frega!!! E’ Rock allo stato brado, e risulta
difficile ascoltare un disco come Not
Safe For Work senza stare lì a battere il piede a tempo, quindi il
risultato non può che ritenersi positivo. Il Rock c’è e trascina alla grande, forse la pecca del disco è che a
mio modo di vedere si poteva “accelerare” di più: brani come LADY VIOLET o la
già citata OCEAN OF FEELINGS, e la conclusiva e struggente CLOUD, WORLD, ME
sono sicuramente delle ballads ben riuscite che toccano dentro, ma dispiace non
dare ulteriore spazio a pezzi come HONEYLIE GIRL, un vero omaggio ai Guns
N’ Roses di Appetite For Destruction. In ogni caso l’album in questione si
lascia ascoltare molto piacevolmente nonostante la produzione in alcuni punti
sembra risultare un tantino piatta, e sicuramente i Black Rose si presentano come una solida realtà del panorama
underground italiano… ROCK ON!!!
Piranha
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