mercoledì 11 maggio 2011

Recensione - BLACK ROSE


BLACK ROSE - Not Safe For Work
(2008, Autoprodotto)

I Black Rose sono una band salentina attiva dal 2003, dedita ad un sano e robusto Hard Rock di matrice ottantiana, che trae la propria ispirazione soprattutto dalla scena statunitense con gruppi come Aerosmith e Guns N’ Roses, ma ascoltando questo album datato 2008, si nota che il combo pugliese strizza l’occhio anche all’Hard Rock inglese. Not Safe For Work si apre con l’inquietante suono di una sirena da sbirri che ci introduce nel roccioso mid tempo di ONE STEP TO FALL, brano che riporta al sound dei primi anni ottanta dei Whitsnake, dove la voce del cantante/chitarrista Eric, pur non toccando tonalità particolarmente alte, ricorda in qualche modo il calore dell’ugola di David Coverdale.
Notevole anche il brano successivo GONE AWAY, dove si alza il tiro e si mette in evidenza l’ottimo lavoro della sezione ritmica con una particolare nota di merito al batterista Alen, e si arriva quindi alla Power ballad OCEAN OF FEELINGS, dove Eric offre una grande prova, oltre alla voce, anche negli assoli di chitarra davvero di gran gusto. LIFE, AN AMAZING GAME è uno dei pezzi più aggressivi e tirati del lotto, un grande esempio di Hard Rock con un 4/4 travolgente che ricorda qualcosa dei primi Guns, e con l’apporto in questo brano dello special guest Giovanni Rizzo alla chitarra solista si notano delle reminescenze che riportano ai Van Halen.
Il disco continua su questi connotati stilistici per tutta la sua durata, Hard Rock senza fronzoli e senza compromessi, non si cerca l’originalità in un genere musicale così definito, ma chi se ne frega!!! E’ Rock allo stato brado, e risulta difficile ascoltare un disco come Not Safe For Work senza stare lì a battere il piede a tempo, quindi il risultato non può che ritenersi positivo. Il Rock c’è e trascina alla grande, forse la pecca del disco è che a mio modo di vedere si poteva “accelerare” di più: brani come LADY VIOLET o la già citata OCEAN OF FEELINGS, e la conclusiva e struggente CLOUD, WORLD, ME sono sicuramente delle ballads ben riuscite che toccano dentro, ma dispiace non dare ulteriore spazio a pezzi come HONEYLIE GIRL, un vero omaggio ai Guns N’ Roses di Appetite For Destruction. In ogni caso l’album in questione si lascia ascoltare molto piacevolmente nonostante la produzione in alcuni punti sembra risultare un tantino piatta, e sicuramente i Black Rose si presentano come una solida realtà del panorama underground italiano… ROCK ON!!!

Piranha

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