martedì 28 settembre 2010

Recensione - MASS OBLITERATION


MASS OBLITERATION - Fratricide
(2008, Autoprodotto)

I Mass Obliteration sono una giovane band laziale, che dire di loro se non che a mio avviso potrebbero meritare molto di più dalla scena nazionale, ma d’altronde siamo in Italia e il Metal in generale non viene ancora digerito come si deve, figuriamoci se si parla di Death Metal.
Il loro sound si ispira a quelli che erano, e a mio parere sono ancora, i vecchi canoni del Death Metal, quei suoni e quelle atmosfere tanto care a chi è patito del genere che ricordano tanto le prime produzioni dei Morrisound come Deicide, Morbid Angel, a volte Obituary e Six Feet Under fino ad oltrepassare l'oceano ed andare a finire in nord Europa con nomi come Entombed (i primi, ovviamente).
I quattro pezzi che fanno parte di questo demo che si chiama Fratricide scorrono molto bene, merito anche di una buona produzione pur essendo un demo (il produttore è lo stesso degli Hour Of Penance).
Ottima anche la capacità tecnica e compositiva della band, non si scivola mai nella banalità, i brani sono ben costruiti e con dei riff davvero interessanti che a volte lasciano intravedere una leggera venatura Black.
Mi hanno interessato molto le tematiche contenute nei testi, una sorta di denuncia a quello che è il panorama mondiale disastrato e afflitto da guerre in ogni angolo del globo, tematiche queste che a mio parere dovrebbero essere affrontate maggiormente da chi suona questo genere senza andare a toccare le solite carrellate di macelleria ormai sentite e strasentite nel Death Metal.
I Mass Obliteration potrebbero essere un ottimo gruppo di punta della scena nazionale, dico potrebbero perché siamo in Italia, ci tengo a scriverlo e sottolinearlo in quanto (essendo anch’io un musicista) sappiamo come girano le cose nel nostro paese. Certo, ancora si sente che il sound non è maturo al cento per cento ma essendo un demo, per quel che mi riguarda, è promosso a pieni voti.

SCUM

Contatti:

Continua…

lunedì 27 settembre 2010

Live Report – PINO SCOTTO


25.09.2010 - Anime Rock Fest @ Heineken Green Stage - Tricase (LE)
Quando vai a vedere un’esibizione di Pino Scotto sai già a cosa vai incontro: lui è così proprio come te lo aspetti, come quando lo incontrai tre anni fa al 5° South Cheyenne… Sanguigno, senza peli sulla lingua, energico (nonostante l’età - oltre trent’anni di carriera), e soprattutto una gran voce!
Già, un live di Pino Scotto è sempre una garanzia.
Lui sale sul palco e si scatena come una bestia cui hanno lasciato aperta la gabbia… Gran voce, dicevo, ma non solo: lui è uno che sa stare sul palco, tiene in piedi lo show da solo, e tra un pezzo e l’altro ne ha per tutti! Chissà a quanti saranno fischiate le orecchie, mandati affanculo senza mezzi termini dallo Zio Pino…
Grande energia e musica che pompa, è davvero un peccato che venga “ghettizzata” e relegata in (pochi) spazi sicuramente non adatti: il Rock meriterebbe ben altri palchi e ben altra considerazione!
Non me ne vogliano i musicisti, tutti ottimi interpreti del fottuto Rock N’ Roll dello Zio - dal chitarrista Steve Volta, allo storico bassista Frank “Kopo” Coppolino, al batterista Marco Di Salvia – ma è lui l’anima (dannata) della festa… che tra un classico e l’altro (e tra un sorso di Jack Daniel’s e l’altro…) infila i brani dell’ultimo lavoro discografico Buena Suerte uscito da pochi mesi, che vanta collaborazioni illustri come Caparezza e Kee Marcello ex Europe.
Ovviamente l’augurio è puramente ironico, come spiega lui stesso, perché c’è poco da stare allegri…
Lo show scivola via tra QUORE DI ROCK ‘N’ ROLL, CHE FIGLIO DI MARIA, DIATRIBAL ROCK, tutte con dovuta dedica, e senza rendersene conto siamo già alla fine. Lo Zio si fa serio per un momento, ricordando lo scomparso Ronnie James Dio e dedicandogli LONG LIVE ROCK ‘N’ ROLL, in un medley con ROCK AND ROLL dei Led Zeppelin. Poi sono foto e autografi per tutti…

PS: non me ne vogliano le altre band che si sono esibite nell’ambito dell’Anime Rock Fest, ma il sottoscritto ha avuto qualche contrattempo ed è arrivato in zona giusto alla fine dell’esibizione degli Ashram Inside… Non posso che scusarmi con voi, mi sarebbe piaciuto vedere e recensire tutti: sarà per la prossima volta…

The Rock Child

Continua…

venerdì 24 settembre 2010

Intervista - Nicola Bianchi


Siamo di fronte alla storia del Black Metal italiano, benvenuti in quello che è il mondo oscuro e carnale degli HANDFUL OF HATE. A onorarci è Nicola Bianchi nonché cantante/chitarrista e fondatore della band.

1) Mi parli dei cambi di lineup che si sono susseguiti e di come hanno influenzato la riuscita del cd You Will Bleed? Che differenze sostanziali ci sono all'interno degli Handful fra il passato e adesso?
Gli Handful Of Hate non hanno mai avuto storicamente una line-up fissa ma sono sempre ruotati intorno a me. Questo per due motivi fondamentali: il mio carattere che non presuppone compromessi, qui si suona un certo genere e si progredisce secondo una certa direzione musicale che è questa con coerenza ed umiltà nel puro spirito underground. Il secondo: l'Italia non è l'America o la Scandinavia, veri e propri vivai (per ragioni socio-economici) di musicisti professionisti… qui la gente suona male e dura meno. Non si cresce, o meglio il nostro paese non ti da la possibilità di intraprendere la carriera di musicista come lavoro anche nel Metal, quindi chi lo suona spesso è soggetto a dirazzare.
Inoltre la coerenza è cosa rara e mi ritrovo tra le mani persone che dopo 2-3-4 anni mettono su caratteri da "grandi saggi " e si aprono a generi nuovi o semplicemente sono di intralcio all'attività della band stessa.
Nel 2007 la line-up fu cambiata nei 3/4 come già feci in passato perché stavamo agonizzando. Sono ripartito dalle ceneri e con quello che avevo in mano, con molto lavoro e sforzo, ho fatto You Will Bleed, ovvero un album che guarda al passato e vuol essere un tributo alle origini del Black Metal come lo intendo io ed ai nostri primi due album.

2) I vostri testi di cosa parlano? So che vi siete definiti Carnal Black Metal in passato. E' una linea che seguite ancora adesso?
Sì, noi siamo latini! Ci piace sottolinearlo! A differenza dei nordici ci piace la carnalità, la perversione e l'estremismo, ragion per cui parliamo di questo!
Me ne frego dei boschi, dei fiordi, del ghiaccio e di tutto il contorno, idem di quello che va di moda adesso: i depressi, il suicidio ed il folk. Noi raccontiamo quello che ci rappresenta e che ci interessa, ovvero l'aspetto
terreno e strisciante della vita, la palpabile realtà nei suoi aspetti terreni.
Noi sud Europei avremmo delle gran ragioni per esternare nella musica la violenza e della pura rabbia ed invece imitiamo il nord che son solo società benestanti!

3) Che ne pensi del Black Metal in Italia?
Non ne penso perché praticamente tranne 2-3 nomi non esiste.

4) I vostri dischi sono curati molto bene sia per la scelta dei suoni che l'aspetto grafico, al contrario di molte altre band del genere. Mi parli di questo aspetto?
Non sono un maniaco della grafica ma neppure tralascio la cover o il layout. Non mi piace che se ne occupi l'etichetta e metta quello che più gli piace. Ci deve essere tra musica ed immagini un riscontro, quindi sto dietro il più possibili ad entrambe le cose ed i risultati penso che in alcuni casi siano validi. In altri un po’ meno ma nel complesso discreti. I suoni li reputo importanti: a me piacciono le cose che abbiano un senso quindi anche la produzione deve piacermi. Quando mi sento soddisfatto è ok. Un cd rimane, quindi voglio sia fatto bene.

5) Quali sono le vostre influenze musicali?
Molte! Moltissime, dai primissimi anni 90 ascolto Metal estremo dal Grind al Death al Black. Non faccio la solita lista di nomi ma anche adesso mi piace tenermi più o meno aggiornato grosso modo su alcuni nomi interessanti.

6) Per voi quanto è importante il live?
Penso che suonare live sia e debba esser essenziale per tutte le bands. Un conto è il disco un conto è presentarsi sul palco e far conoscere l'altro aspetto della band. Quello reale, presente, suonato dal vero. Sensazioni che solo dal vivo si possono dare, uniche in quel momento ed irripetibili.

7) Il paese che vi ha dato più soddisfazioni in sede live? E quello che ve ne ha date di meno?
Dipende da cosa... Vendite, responsi, affluenza? Posso dirti per quest'anno: scarse vendite in Francia, ottime in Grecia e scarse presenze, ottima la Spagna, buona la Germania e la Svizzera. Poi vedremo...

8) Il vostro rapporto con le etichette? Come viene distribuito il lavoro?
Siamo una "working band" quindi non essendo sotto una major molto dipende da noi. L'etichetta a noi importa che stampi, che sia onesta e che faccia del suo meglio. Più o meno vedo che 100 copie più, 100 meno, le vendite sono le solite nel settore… Siamo noi che incrementiamo da disco a disco e questo ci fa piacere. La distribuzione c'è ed è mondiale, solo che non avendo grandissima visibilità anche se finisci negli scaffali di alcuni negozi è logico che le persone preferiscono spendere soldi per comprare i cd delle bands più rinomate che appaiono sui magazines.

9) Cosa prevede il futuro per gli Handful Of Hate?
Continuare così come stiamo facendo, suonare coerentemente quello che ci piace e quando lo riterremo opportuno dare alle stampe il seguito di You Will Bleed.

10) Chiudi l'intervista come meglio credi…
Ti ringrazio per il supporto e ringrazio chi mi ha letto fino a qua.

Grazie a te, Nicola, da parte di tutto lo staff della MetalArci Webzine.

SCUM

Contatti:

Continua…

giovedì 16 settembre 2010

Recensione - AXEN


AXEN - Scream Of Desperation
(2009, Autoprodotto)

Dalla Sicilia, e precisamente da Trapani, arrivano gli Axen, che nel settembre 2009, dopo neanche un anno di vita registrano il loro primo mini cd dal titolo Scream Of Desperation, composto da 4 pezzi più un intro. Poi la sfortuna si abbatterà su di loro in quanto la band verrà decimata dall’abbandono del bassista Enghel e del cantante Butcher, lasciando da soli Bonura e Bemoth, rispettivamente chitarrista e batterista.
Su questi due ora grava il peso della responsabilità di questo progetto: se avranno la costanza e la forza per rinnovare la line-up potranno dare un seguito a questo buon esordio, altrimenti verranno archiviati come una band nata, cresciuta e defunta in pochi mesi… e a dir la verità sarebbe un peccato visto che questo Scream Of Desperation non è niente male.
Il sound di questa band si potrebbe avvicinare ai Death di “Scream Bloody Gore” (marcata l’influenza shuldineriana soprattutto nelle parti chitarristiche) misti al Punk Thrash degli S.O.D, o ai Grip Inc. di Lombardo.
I 4 pezzi viaggiano su un buon livello medio, anche se le prime 2 (la slayeriana SCREAM OF DESPERATION che dà il nome al demo, e l’altrettanto potente THE LAST DAY) sono di livello superiore alle altre 2, dove invece la voce sembra un po’ penalizzare il tutto.
La voce sembra proprio il maggior punto debole del gruppo, non tanto per carenze di timbrica (che ricorda a tratti il Billy Milano dei succitati S.O.D.) quanto per mancanza di grinta o per “scelte di cantato” non azzeccatissime: se infatti nei frangenti Punk Thrash sostenuti non ci sono problemi, il discorso cambia su parti in cui la voce è decisamente più cantata, anziché urlata, evidenziando i propri limiti; FROZEN IN PAIN ad esempio, che sembra essere  il pezzo più elaborato, risente di una voce che a momenti perde di forza sembrando quasi un lamento, e in THE MORBID LAW c’è spazio anche per una parte di cantato pulito, ammirevole l’intenzione di variare ma discutibile l’esecuzione.
Altro piccolo punto a sfavore è il suono della batteria, con il rullante che sa un po’ troppo di “pentola”, ma son dettagli. Questo Scream Of Desperation offre comunque buoni spunti, i componenti rimasti dimostrano di saperci fare, le idee sono buone e i pezzi pur non brillando per originalità hanno un buon tiro e sono ben strutturati, insomma le basi ci sono eccome!
Auguro a gli Axen di riuscire a sistemare i problemi di line-up, in modo da dare alla luce un successore di questo demo.

Torrrmentor

Contatti:

Continua…

Recensione - CRIPPLE BASTARDS


CRIPPLE BASTARDS - Age Of Vandalism
(2010, Selfmadegod Records, boxset)

Per la Selfmadegod Records, una raccolta a dir poco entusiasmante. Siamo di fronte alla storia del Grind italiano: i Cripple Bastards, il tutto per un totale di 4 cd e 1.036 tracce!
I 4 cd presenti nel box contengono ciò che i Cripple sono stati in passato, materiale inedito registrato nei primi anni di formazione, dal 1987 al 1993, con i due membri principali, Giulio The Bastard e Alberto The Crippler.
Parliamo di sonorità che sfociano nel Grind/Noise/Core, modi di concepire la musica che sicuramente all'epoca nella nostra penisola non erano ancora arrivati.
Il primo disco contiene i demo ufficiali e cioè il 94 Songs Demo 1991, Starding Strong e gli split con Agathocles, Dark Season e Violent Headache. Ci sono degli inediti e cioè un demo di 25 pezzi datato 1989. Chiude il tutto con il loro primo live all'estero, in Croatia nell'agosto del 1992.
Il secondo disco parte con il lato A di From 88 To 91. Qui si possono ascoltare molti brani che poi andranno a finire in futuro nell'album Your Lies In Check. Ci sono degli extra e cioè delle registrazioni estrapolate da prove dal 1989 al 1991. In questo cd si possono gustare i Cripple in una strana versione pulita, come ad esempio nel brano KILROYS GREEN CADILLAC.
Il terzo cd comprende ben 348 canzoni e rispetto al secondo, questo è il lato B di From 88 To 91. Ci sono anche delle registrazioni di un live a Torretta del 1991 e 145 brani per uno split mai realizzato con i KSG e una registrazione agli studi Dracma in quel di Torino.
Il quarto e ultimo disco raccoglie i progetti paralleli di Alberto e Giulio risalenti a prima della nascita dei Cripple Bastards. Parliamo dei Dissonance, Hars Feelings, Grim Corpses, Isolation As Cult, e in chiusura gli Streptogrinder, il tutto per un miscuglio di Hardcore e Grind Noise primordiale.
I Cripple Bastards con questa raccolta mettono a nudo tutto il loro intricato passato. Un lavoro tagliente, marcio ma pieno di attitudine, per gli amanti delle vere sonorità Grind un box da inserire urgentemente nella propria collezione.
"We are not musicians, we are CRIPPLE BASTARDS!".

SCUM

Contatti:


Continua…

martedì 14 settembre 2010

Recensione - ETERNAL TRAGEDY


ETERNAL TRAGEDY – Forever
(2008, Autoprodotto)

Gli Eternal Tragedy sono una band di Milano sulla breccia dal 1999, fondata dalla chitarrista Stefania Ponzilacqua. Il 2001 è l'anno del primo demo di due tracce, intitolato semplicemente Demo, durante il quale vari cambi di line-up iniziano ad accompagnare il cammino della band. Dopo 3 anni è la volta del secondo demo Voice Of Instinct, segnato da un sound più  aggressivo per gli Eternal Tragedy. Ma ancora una volta i componenti della band non riescono a trovare un punto di incontro, tanto che la chitarrista Stefania decide di trasferirsi all'estero, in America, dove cerca di portare avanti il progetto con una formazione stabile. E proprio in questa occasione vengono alla luce i primi pezzi che faranno parte del primo album degli Eternal Tragedy: Forever. Alle fasi di registrazione di questo lavoro parteciperanno inoltre componenti di altre band della scena emergente italiana, come Emilio Dattolo (Illogicist) al basso, ed Enrico Francescato (Soulpit) alla voce. Finalmente il 13 dicembre 2008 è la data ufficiale di Forever.
L'album presenta 8 tracce di puro Death Metal che sfocia in ritmi taglienti e veloci senza però tralasciare brevi riff decadenzati, quasi a dare attimi di calma apparente prima di ritornare ad uno stato di inquietudine e frenesia.
Ascoltando attentamente il lavoro, a un primo impatto mi ritornano alla mente i Death, i Carcass ed in alcuni tratti i primi Lamb of God, ma non mancano spunti personali, soprattutto in LIKE A STONE, pezzo che mi ha particolarmente colpito, in cui si intreccia un sound violento ed incalzante a parti in cui una melodia inquietante di chitarre avvolge l'ascoltatore, il tutto enfatizzato da un growl crudele, anche quando viene sussurrato,quasi a dare ancor di più quella sensazione di vana speranza dinanzi ad un destino già segnato da una "Eterna Tragedia".
Vi è OUTSIDE OF MERCY, pezzo già presente nel secondo demo Voice Of Instinct, che insieme ad Eternal Tragedy evidenzia una continuità e uno stile già maturo ai tempi del demo del 2004.
Il cd si chiude con DICTATOR: un breve outro? Decisamente no! Un’altra scarica di violenza senza esclusione di colpi, dai ritmi serrati e possenti come un esercito in guerra che marcia senza tregua.
In conclusione un ottimo lavoro di una band che promette bene, consigliato a coloro che amano un Death Metal cruento e tecnico dei vecchi tempi, ma anche a coloro che cercano particolari sonorità senza distaccarsi troppo dai canoni del genere in questione.

Vlad

Contatti:

Ascoltate gli ETERNAL TRAGEDY:



Continua…

venerdì 10 settembre 2010

Intervista - Luca Alfieri

Inauguriamo oggi una serie di interviste che andranno a coinvolgere i personaggi più influenti della scena Metal Salentina attuale. Il “big” di oggi è Luca Alfieri, attuale chitarrista dei Kronium, nonché punto di riferimento della scena Extreme Metal leccese.

1) Luca, presentati ai lettori di MetalArci con qualche cenno sulla tua pluriennale carriera nel mondo del Metal, dagli inizi sino ai progetti attuali.
Innanzitutto grazie a te per lo spazio concessomi e grazie a tutti quelli che leggeranno il seguito di quest’intervista.
Beh sì, ricordo che all’età di 15 anni mi sono avvicinato per la prima volta a questo mondo per me magico che è l’universo della musica Metal (in tutte le sue forme). Correva l’anno 1988 quando un mio amico mi passò dei vinili (Metallica, StayerIron Maiden, ecc.)… Fui praticamente rapito da quella musica e da quei suoni (soprattutto dalla distorsione delle chitarre), e da lì è nato tutto! La prima chitarra elettrica, le prime band, anche se ragazzi che ascoltavano quel genere non è che ce ne fossero tanti: il massimo del metal che un musicista (delle mie zone) suonava all’epoca era Smoke On The Water dei Deep Purple
Dopo poco tempo formai la mia prima band dove si facevano cover dei Pantera, Ozzy, Metallica, Stayer, ecc… Da lì tante altre band, tanto divertimento, tante esperienze ma anche tanto sacrificio.
Tra le band  per me più di rilievo in cui ho militato posso citare: Bloody Mary (e tra i vari live fatti con quella band ricordo un grandioso live a Parabita insieme agli Hyoid… Ah! Ah! Bella storia…), poi Machine of Hate, Humanash (attuali Ashram Inside), Xanax, Kronium (band dove milito tutt’ora) e i  From Funeral Dust dove suono le tastiere i  sinth.

2) Da quali ispirazioni attinge il tuo background chitarristico? Chi sono stati i tuoi modelli quando, molti anni fa, iniziavi a prendere confidenza con la chitarra?
Quando ho iniziato a suonare la chitarra i chitarristi più influenti sono stati: Kirk Hammett (Metallica) e Randy Rhoads (Ozzy) in seguito è arrivato Dimebag Darrell (Pantera), Chuck Schuldiner (Death), Trey Azgoth (Morbid Angel) solo per citarne alcuni altrimenti la lista sarebbe davvero lunga.

3) I tuoi Kronium hanno raggiunto un buon livello di visibilità in Italia, grazie anche a una serie di trasferte molto fortunate oltre Puglia, tutto nonostante nessun appoggio da parte di agenzie di booking o altro, tanto in voga (e anche tanto criticate) attualmente.  Qual è il tuo punto di vista a riguardo?
Io penso che una band non dovrebbe delegare ad altri quello che può fare da sola (fin quando riesce a farlo). Io e i Kronium sì, è vero, siamo arrivati ad un buon livello di visibilità ma comunque restiamo una band underground (per scelta) e secondo me nell’underground non c’è bisogno di agenzie o roba del genere. Dalle esperienze da me fatte andando a suonare in giro con i Kronium posso dire che siamo sempre stati trattati bene (nelle maggior parte delle circostanze), come una band che si spacca il culo per fare musica propria merita di essere trattata.
Io onestamente preferisco di più farmi un live dove il pubblico è venuto per la mia band e quando sono sul palco vedere un bel pogo, che fare da “contorno” ad un bel concerto di una band “grossa” e non essere cagato da nessuno (sempre che ci sia qualcuno quando tocca a me…) dopo che sono 4–5 mesi che pago l’agenzia solo per stare nel suo roster! Poi, ognuno è libero di pensarla come vuole, ma vedo band che stanno da un bel po’ con agenzie che alla fine sono allo stesso livello se non più basso di una band che lavora per cazzi suoi.

4) Pochi mesi fa arrivasti secondo in un importante contest tra chitarristi (il Top Rock Guitarist)  a livello nazionale.
Che esperienza è stata? Sei soddisfatto del piazzamento o ti girano i coglioni per essere arrivato a un soffio dalla vittoria?
Beh.. un’esperienza formidabile, tutto ad un livello professionale altissimo: il teatro, l’impianto audio, l’organizzazione, la giuria…e anche i chitarristi.
Si suonava su delle basi inedite che ogni partecipante al concorso si era creato, quindi tutti guardavano il tuo modo di esecuzione dei pezzi,  veramente una bella sfida, cazzo… soprattutto con se stessi!
Della posizione soddisfattissimo, anche perché al primo posto è arrivato un chitarrista (molto bravo) che suonava Blues, quindi io primo fra i chitarristi Metal, che non erano pochi ;-)

5) Come procede il tuo progetto solista? Rimarrà uno studio project o hai intenzione di attivarti anche in sede live?
Finalmente ho materiale sufficiente per propormi in sede live e lo faccio quando si presenta l’occasione. Purtroppo o per fortuna anche questo è un settore molto selettivo e ancora più ristretto qui in Italia, comunque si fa quel che si può!

6) Sei da sempre un grande osservatore della scena Extreme italiana, underground e non. Ciò fortunatamente per noi si traduce spesso in eventi da te organizzati, in cui riesci a portarci bands del calibro di Node, Infernal Poetry, Methedras, Gory Blister e addirittura Sadist. Quale band emergente vedi come futura promessa della scena Metal nostrana? E quale band sogni di far scendere qui nel Salento?
Purtroppo gli spazi a disposizione sono ormai limitatissimi: il posto a Parabita dove si organizzavano concerti ormai è chiuso, e anche Casarano…
Per quanto riguarda la scena Metal italiana emergente direi (senza nominare band) che promette bene: buone idee, buone produzioni… Purtroppo sempre meno spazi, e questo anche a causa delle agenzie e di qualche band di sfigati che non hanno neanche le palle per proporsi da soli ad un locale perché hanno bisogno di qualcuno che parli per loro, forse perché si sentono troppo rock star per proporsi da soli!
Ormai ho finito di sognare da un bel po’. Comunque mi piacerebbe organizzare un'altra notte di Halloween, penso il prossimo anno.

7) Qual è il tuo live di cui hai il ricordo più bello? E dei live a cui hai assistito?
Senza dubbio a Maddaloni, provincia di Caserta, poco più di un anno fa: un’accoglienza che mi ha lasciato senza parole (prima, durante e dopo il live) questo mi fatto rendere conto che con i Kronium si stava facendo un buon lavoro.
Invece il più bel live a cui ho assistito, anche qui senza avere dubbi: Pantera, “Monsters of rock” 1992 a Reggio Emilia… Energia allo stato puro… Ah! Ah!

8) A giudicare dal tuo ampio numero di account sei uno che dà molta importanza a Myspace: quanto contano secondo te i social network nella promozione di un gruppo (o più in generale di un artista) e che rapporto hai con le nuove tecnologie?
Sì, il Myspace secondo me è importante per promuoversi come artista in modo autonomo e indipendente perché dà la possibilità di farsi conoscere anche a persone o ad altri artisti che magari senza lo Space non verrebbero mai a conoscenza della tua esistenza o di quello che proponi artisticamente. Gli altri social network li conosco poco per mancanza di tempo, quindi non saprei dirti e comunque cerco di restare al passo coi tempi, anche se rimpiango i tempi delle locandine “fatte a mano” e appiccicate vicino le scuole, del passa parola e dei concerti “clandestini”.

9) A questo punto dell’intervista direi che è arrivato il momento di sputtanarsi un po’, dicci qualcosa che non sappiamo di te, ad esempio quale cd totalmente inaspettato potremmo trovare nella tua collezione di album?
Ah, beh... una cosa ci sarebbe… (perderò la faccia, lo so… Ah! Ah!) Spesso d’estate accompagno mia moglie e le mie bambine ai concerti di Pizzica nel Salento… una sofferenza atroce… Ah! Ah!

10) Tu sei la prova che il Metal non è uno stato “passeggero” che si attraversa in giovinezza per poi rinnegarlo in fase adulta. Non tutti sanno che sei felicemente sposato e padre di famiglia. Si può quindi coniugare una passione vera per il Metal con il ruolo di marito/padre? E quanto la famiglia ti supporta in tutto ciò?
Purtroppo è la verità, la maggior parte dei miei amici con cui ho cominciato ad ascoltare o suonare Metal hanno tutti smesso e ascoltano tutt’altro, per me per fortuna è stato diverso e nonostante gli impegni familiari riesco ancora a “darmi da fare”. Sicuramente sono fortunato anche per il fatto che ho una famiglia che mi appoggia moralmente su quello che faccio ed è una bella soddisfazione per me sentire che anche le mie figlie alle scuole elementari mi fanno pubblicità e i genitori si avvicinano incuriositi per avere notizie più dettagliate sui Kronium.

11) Cosa bolle in pentola nell’immediato futuro per Luca Alfieri e per i suoi progetti?
Coi From Funeral Dust stiamo finendo il mixaggio del nostro promo che conterrà due brani più un intro e un outro molto spettrali a sinfonici, e comunque stiamo pianificando qualche data live. Poi c’è il progetto IntroMania dove mi occupo di creare intro per le band e comporre colonne sonore per film e cortometraggi horror (un’esperienza molto intensa e particolare).

12) Sei notoriamente un tipo senza peli sulla lingua: per concludere l’intervista oltre a ringraziarti per la disponibilità ti do l’opportunità di mandare affanculo chiunque tu voglia, a te la scelta!
Infatti, proprio perché non ho peli sulla lingua chi dovevo mandare a fare in culo l’ho fatto quando lo dovevo fare ;-)
Grazie a te per la disponibilità e a tutti quelli che supportano la scena metal: NON MOLLATE VAGNU’!!!

Torrrmentor

Contatti:
 
Continua…