Siamo di fronte alla storia
del Black Metal italiano, benvenuti
in quello che è il mondo oscuro e carnale degli HANDFUL OF HATE. A onorarci è
Nicola Bianchi nonché cantante/chitarrista e fondatore della band.
1) Mi parli dei cambi di
lineup che si sono susseguiti e di come hanno influenzato la riuscita del cd You Will Bleed? Che differenze
sostanziali ci sono all'interno degli Handful
fra il passato e adesso?
Gli Handful Of Hate non hanno mai avuto storicamente una line-up fissa
ma sono sempre ruotati intorno a me. Questo per due motivi fondamentali: il mio
carattere che non presuppone compromessi, qui si suona un certo genere e si
progredisce secondo una certa direzione musicale che è questa con coerenza ed
umiltà nel puro spirito underground. Il secondo: l'Italia non è l'America o la
Scandinavia, veri e propri vivai (per ragioni socio-economici) di musicisti
professionisti… qui la gente suona male e dura meno. Non si cresce, o meglio il
nostro paese non ti da la possibilità di intraprendere la carriera di musicista
come lavoro anche nel Metal, quindi
chi lo suona spesso è soggetto a dirazzare.
Inoltre la coerenza è cosa
rara e mi ritrovo tra le mani persone che dopo 2-3-4 anni mettono su caratteri
da "grandi saggi " e si aprono a generi nuovi o semplicemente sono di
intralcio all'attività della band stessa.
Nel 2007 la line-up fu
cambiata nei 3/4 come già feci in passato perché stavamo agonizzando. Sono
ripartito dalle ceneri e con quello che avevo in mano, con molto lavoro e
sforzo, ho fatto You Will Bleed,
ovvero un album che guarda al passato e vuol essere un tributo alle origini del
Black Metal come lo intendo io ed ai
nostri primi due album.
2) I vostri testi di cosa
parlano? So che vi siete definiti Carnal
Black Metal in passato. E' una linea che seguite ancora adesso?
Sì, noi siamo latini! Ci piace
sottolinearlo! A differenza dei nordici ci piace la carnalità, la perversione e
l'estremismo, ragion per cui parliamo di questo!
Me ne frego dei boschi, dei
fiordi, del ghiaccio e di tutto il contorno, idem di quello che va di moda
adesso: i depressi, il suicidio ed il folk. Noi raccontiamo quello che ci
rappresenta e che ci interessa, ovvero l'aspetto
terreno e strisciante della
vita, la palpabile realtà nei suoi aspetti terreni.
Noi sud Europei avremmo delle
gran ragioni per esternare nella musica la violenza e della pura rabbia ed
invece imitiamo il nord che son solo società benestanti!
3) Che ne pensi del Black Metal in Italia?
Non ne penso perché
praticamente tranne 2-3 nomi non esiste.
4) I vostri dischi sono curati
molto bene sia per la scelta dei suoni che l'aspetto grafico, al contrario di
molte altre band del genere. Mi parli di questo aspetto?
Non sono un maniaco della
grafica ma neppure tralascio la cover o il layout. Non mi piace che se ne
occupi l'etichetta e metta quello che più gli piace. Ci deve essere tra musica
ed immagini un riscontro, quindi sto dietro il più possibili ad entrambe le
cose ed i risultati penso che in alcuni casi siano validi. In altri un po’ meno
ma nel complesso discreti. I suoni li reputo importanti: a me piacciono le cose
che abbiano un senso quindi anche la produzione deve piacermi. Quando mi sento
soddisfatto è ok. Un cd rimane, quindi voglio sia fatto bene.
5) Quali sono le vostre
influenze musicali?
Molte! Moltissime, dai
primissimi anni 90 ascolto Metal
estremo dal Grind al Death al Black. Non faccio la solita lista di nomi ma anche adesso mi piace tenermi
più o meno aggiornato grosso modo su alcuni nomi interessanti.
6) Per voi quanto è importante
il live?
Penso che suonare live sia e
debba esser essenziale per tutte le bands. Un conto è il disco un conto è
presentarsi sul palco e far conoscere l'altro aspetto della band. Quello reale,
presente, suonato dal vero. Sensazioni che solo dal vivo si possono dare,
uniche in quel momento ed irripetibili.
7) Il paese che vi ha dato più
soddisfazioni in sede live? E quello che ve ne ha date di meno?
Dipende da cosa... Vendite,
responsi, affluenza? Posso dirti per quest'anno: scarse vendite in Francia,
ottime in Grecia e scarse presenze, ottima la Spagna, buona la Germania e la Svizzera.
Poi vedremo...
8) Il vostro rapporto con le
etichette? Come viene distribuito il lavoro?
Siamo una "working
band" quindi non essendo sotto una major molto dipende da noi. L'etichetta
a noi importa che stampi, che sia onesta e che faccia del suo meglio. Più o
meno vedo che 100 copie più, 100 meno, le vendite sono le solite nel settore… Siamo
noi che incrementiamo da disco a disco e questo ci fa piacere. La distribuzione
c'è ed è mondiale, solo che non avendo grandissima visibilità anche se finisci
negli scaffali di alcuni negozi è logico che le persone preferiscono spendere
soldi per comprare i cd delle bands più rinomate che appaiono sui magazines.
9) Cosa prevede il futuro per
gli Handful Of Hate?
Continuare così come stiamo
facendo, suonare coerentemente quello che ci piace e quando lo riterremo
opportuno dare alle stampe il seguito di You
Will Bleed.
10) Chiudi l'intervista come
meglio credi…
Ti ringrazio per il supporto e
ringrazio chi mi ha letto fino a qua.
Grazie a te, Nicola, da parte
di tutto lo staff della MetalArci Webzine.
SCUM
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