giovedì 23 giugno 2011

Recensione - ONELEGMAN


ONELEGMAN - The Crack
(2011, Buil2Kill Records)
Hard Rock/Metal

Lo ammetto: quando Torrrmentor mi passò il disco della Rock band Onelegman per recensirlo, ho avuto per qualche istante il pregiudizio che si trattasse della solita band alle prime armi che in mancanza di una propria identità musicale ripropone pari pari le proposte musicali delle gloriose band dell’Hard Rock ottantiano, scopiazzando il songwriting ma (ovviamente) non il loro carisma e la loro, ai tempi, originalità.
Mi son dovuto tuttavia ricredere non appena ho iniziato ad ascoltare The Crack, il loro album in questione. Descriverei gli Onelegman come una band di Hard Rock moderno, che prende spunto anche da generi un po’ più particolari come il Nu Metal, il Crossover e il Post Grunge e che risulta, paradossalmente, originale e convincente. Comincio l’analisi del disco dicendo che alla Dysfunction Productions hanno fatto un lavoro più che discreto, e davvero non si rimpiangono le grandi produzioni della Geffen Records: livellamento dei volumi, cura delle linee vocali e delle coperture coi chorus… ogni cosa è al suo posto.
Come già anticipato, l’Hard Rock trattato dagli Onelegman è quello che contraddistingue gli ultimi due decenni (anni 90 soprattutto), quindi non aspettatevi dei mega assoloni o delle esplosioni di tecnica o di follia e allegria compositiva: il mood generale è pertanto più oscuro, decadente, sincopato e relativamente cattivo. Il disco è composto da nove brevi tracce, e ognuna sembra legata al sound di una particolare band. Troviamo infatti assonanze coi Velvet Revolver (SEE THAT TRUTH), Creed (THE CRACK), Placebo (NAKED HEART), Korn (ENN), gli ultimi e meno scontati Bullet For My Valentine (BLACK LAMB), Deftones (DREAM ON), Marilyn Manson (PRISONS), System Of A Down (VORTEX) e infine i Nickelback (TOMORROW MORNING IMPRESSION). Sembra un aspetto bizzarro, ma provate a sostituire, con l’immaginazione, la voce del cantante degli Onelegman con quelle delle band sopracitate nelle rispettive canzoni e mi crederete. Ogni canzone, pertanto, è come se fosse un tassello di un puzzle, ed è diversissima da tutte le altre senza però rinnegarle o facendo sembrare l’album un miscuglio disomogeneo. The Crack è compatto, diretto, graffiante e originale, a suo modo: sebbene infatti si riprendano in qualche modo i canoni di band già esistenti e famosissime, lo si è fatto in un modo molto particolare, che si limita a “strizzare l’occhio” ma non copia assolutamente nulla.
Personalmente mi ha colpito molto la voce del cantante, e ho iniziato ad odiarlo (scherzosamente parlando) in quanto se avessi avuto anche io una voce così avrei senza dubbio seguito quella vocina interiore che anni fa mi consigliava di seguire attivamente e a tempo pieno la scena musicale, e che decisi di mettere a tacere per mancanza di talento. Che invidia! Non saprei descriverla a parole, potrei magari in alcuni punti rassomigliarla a quella di Jonathan Davis (Korn), ma farei un errore in quanto è molto più eclettica e versatile, riuscendo ad entrare anche nei regimi delle voci estreme e facendo un’ottima figura anche lì.
Davvero una grande prova per gli Onelegman, a cui faccio soltanto due appunti: per prima cosa, il minutaggio: 31 minuti finiscono troppo in fretta! Non si fa nemmeno in tempo a prendere confidenza con l’ambientazione sonora, che l’album è già finito. Infine, avrei (personalmente) gradito la presenza di una ballad propriamente detta (oltre alla splendida Power ballad TOMORROW MORNING IMPRESSION), che confermi la validità degli Onelegman anche a bassi regimi di potenza.
In ogni caso, faccio i miei complimenti a questa band che sebbene non suoni i generi che ascolto abitualmente, ha saputo colpirmi e sorprendermi.

Grewon

Contatti:

Tracklist:

01 – See That Truth
02 – The Crack
03 – Naked Heart
04 – Enn
05 – Black Lamb
06 – Dream On
07 – Prisons
08 – Vortex
09 – Tomorrow Morning Impression