RAGESTORM – The Meatgrinder
Manifesto
(2010, Autoprodotto)
Metalcore
Quarto EP per i Valdostani Ragestorm. The Meatgrinder Manifesto segue nell’ordine il debutto Storm Inside e i successivi Someone Hears? e The Passion. Questo quarto episodio si propone di essere il più
ambizioso, nonché il più estremo della band, attiva sin dal 2004, e questa
ambizione si palesa già dalla dimensione di concept che inevitabilmente
catalizza una maggiore considerazione. L’idea alla base del disco è una
rivisitazione in chiave moderna del Mito della Caverna di Platone tramite
un’immagine metaforica che vede come protagonisti miliardi di persone
(l’umanità) incastrate a loro insaputa dentro enormi ingranaggi (la società)
che nell’impeto di dimenarsi per raggiungere la figura dello schermo visivo
(che rappresenterebbe la propaganda, ciò che ci viene propinato per tenerci a
bada) finiscono per accelerare la loro morte per stritolamento ad opera degli
ingranaggi.
Affascinante quanto ben curato
nei dettagli quest’interessante prospettiva che il gruppo ci pone davanti con
questo nuovo EP, una riflessione davvero intrigante che merita un plauso, ma
una volta accantonato il concetto logico è la musica che conta, altrimenti ci
troviamo qui a discutere del nulla. Il Manifesto del Tritacarne musicalmente è
valido, seppur con notevoli limiti, riguardanti più che altro la differenza tra
ciò che potrebbero fare e ciò che invece concretamente hanno proposto
nell’EP. Mi spiego: una band che dà una
simile parvenza di professionalità nella cura del sound, della produzione, nei
testi, nella stesura di un concept, non può poi limitarsi a svolgere un
compitino “ordinario”, ma al contrario dovrebbe osare maggiormente, aumentando
anche magari la propria componente di sperimentazione e ricercando
l’innovatività, che per un gruppo come i Ragestorm
(che non sono definibili facilmente con una semplice etichetta) dovrebbe essere
la molla in più che permette di emergere, in uno scenario abbastanza ridondante
qual è quello del Metal moderno.
5 tracce più un intro quindi
per questo EP, per poter elaborare un giudizio completo, 5 tracce di cui la
prima vera è THE MEATGRINDER THEORY che si attesta su coordinate vagamente Thrash-Core, miste al Metalcore. La potenza non manca e il
sound è ottimamente definito, si denota già una batteria portante e una voce
duttile e istrionica nel passare dal growl
più gutturale quasi tendente al Grind
a uno scream più graffiante. Segue CALL OF DUTY, titolo evidentemente
ispirato al videogioco, visto che di guerra tratta, ma in una maniera meno
banale di quella a cui siamo abituati, in quanto invita ad informarsi contro la
disinformazione che si cela dietro al concetto di guerra e patria, che
indirettamente alimentano il “tritacarne”. Qui c’è un leggero rallentamento dei
ritmi rispetto al precedente, con qualche fugace apertura melodica, ed è ciò
che troviamo anche in WHERE HEALTH MEANS DEATH forse leggermente corretto e
migliorato. Anche qui da apprezzare l’ottimo lavoro di testo, la cui tematica
va a toccare la mercificazione della sanità; si subentra sempre più nel Metalcore, accentuato uso di break down
con la voce libera di spadroneggiare, ma comincia a delinearsi a questo punto
anche il problema che accennavo in precedenza cioè la mancanza di novità che
rischia di comprometterne il valore. Fortunatamente arriva NEW WORLD DISORDER e
il livello si alza, le chitarre prendono convinzione e il riffing ne beneficia,
ma in generale tutto il pezzo acquista valore, la solita ottima prova del
singer pensa al resto, e qui si ha la prova che il gruppo se volesse potrebbe
fare di più. IDIOCRACY conclude ripercorrendo quanto fatto dai pezzi
precedenti.
The Meatgrinder Manifesto rimane quindi un buon ep, col rammarico
che però sarebbe potuto essere ben superiore. La band ha il necessario per
poter fare di meglio, con un po’ più di coraggio saremmo stati qui a parlare di
un top disco. Sono certo che la consacrazione potrà arrivare al prossimo
tentativo.
Torrrmentor
Contatti:
Tracklist:
01 Introduction to Indoctrination
02 The Meatgrinder Theory
03 Call of Duty
04 Where Health means Death
05 New World Disorder
06 Idiocracy