sabato 19 marzo 2011

Recensione - DREKER


DREKER – In Thrash We Trust
(2010, Autoprodotto)

I Dreker sono una band salentina nata nel 2008 per volere del vocalist Alessandro Fiore, con l’intento di coniugare il suo spasmodico amore per il Thrash Metal old school con una una sana e potente visione bastardamente ironica di tutto ciò che gira intorno ad ogni singolo individuo! Il monicker altro non è che la più classica storpiazione dialettica salentina della birra Dreher, assolutamente la più abusata nella terra natìa di questa band. Dopo vari cambi di lineup si arriva ad una formazione ben definita in cui ad Alessandro si affiancano Germano Panico e Christian Scigliuzzo alle chitarre, Davide bisanti al basso e Matteo Solida alla batteria, e con questa formazione prende vita il primo ep autoprodotto della band contenente cinque brani!
Il disco si apre con la voce di Homer Simpson che brinda nientepopodimenoche… all’alcool! Solo questa intro vale ottimamente come biglietto da visita, dando una limpida idea della proposta musicale del quintetto salentino, ma se ciò non fosse sufficiente ecco che viene sparata in faccia WE WANT TO DRINK, che più che il titolo di un brano, rappresenta un vero e proprio inno! Riff taglienti, e cassa e rullante sparati, ricetta che non ha niente di originale ma che funziona perfettamente nel contesto del Thrash Metal puramente Speed e senza fronzoli dei Dreker. L’accostamento ai tedesconi Tankard è inevitabile oltre che per la musica, anche per la goliardia dei testi e per l’attitudine prettamente Punk data dal forte impatto di ogni singola traccia, e i brani si delineano tutti sulla stessa lunghezza d’onda, niente tecnicismi particolari a discapito di una schiettezza vomitata ad ogni secondo! Gli altri titoli dei brani la dicono lunga su quanto appena affermato: BIMBOMINKIA (fan dei Tokyo Hotel preparate la vasella… ND/Piranha), WAR OF THE WHORES e la title track IN THRASH WE TRUST. Un episodio a parte è la strumentale A MOMENT OF LUCIDITY, brano dalla struttura decisamente più complessa che in oltre 6 minuti viaggia in diverse direzioni esplorando altri lidi musicali oltre al Thrash… ma a dispetto del titolo sono fermamente convinto che questa è nata fondamentalmente da una sbornia collettiva più truce e significativa delle altre.
La pecca di IN THRASH WE TRUST è senza dubbio la produzione che non esalta il lavoro dei Dreker, e spesso negli episodi solisti le chitarre risultano un po’ troppo impastate, e mentre in sede live la band si dimostra perfettamente e perennemente a proprio agio, in studio si nota ancora un po’ di inesperienza… Ma poco male, questo è solo l’inizio: in alto le bottiglie e rutto libero!!!

Piranha

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