Grimness69 - The Bridge
(2010, Xtreem Musics)
Death
I Grimness di una volta, ora Grimness69, portano questo The bridge che a differenza dei tempi grind dei suoi predecessori si attesta su tempi più cadenzati e ragionati di death metal, primi Obituary, Avulsed, Bolt thrower rappresentano le influenze principali del sound di questo lavoro.
Già con White room è chiaro come abbassando la velocità d'esecuzione, una tonalità gutturale come quella di Gaetano può farla da padrone nell'intero proseguio dell'album stesso.
Le marce distorsioni ed il lento dipanarsi della batteria fanno apprezzare sia Chariot of acrimony che The shining key, pezzi frutto della più accurata scuola americana, dove l'esecuzione tecnica amalgamata ad un ottima prova del frontman rendono ogni pezzo sempre all'altezza delle aspettative da una simile line up.
Down to the bones, Illheaven hells, Feeling regalano anche qualche accelerazione, sempre con le precisazioni del caso, dove tutta la band dimostra di essere all'altezza della situazione anche quando si pigia sull'acceleratore, una batteria versatile con un ottima sezione ritmica che sfoggiano un sound maturo e roccioso in ogni mid tempo di esecuzione.
The first words of a dead ed Adore the ten fathers regalano ennesimi macigni sonori, distorsioni, suoni gutturali, registrazione tutto incastrato a dovere nella ricerca di un sound morboso che padroneggia tutto il groove di quest'album.
Dopo un intermezzo di diversi secondi di silenzio, tanti quanto indicato dal titolo, si rivede la Doomsday Carillon del primo album, che non ha affatto perso la sua spietata ferocia anzi, lenta ed implacabile, pezzo che racchiude in sè tutto il sound di questo lavoro.
Album che segna una svolta, almeno momentanea nel sound di questa band, che dalle sfuriate grind, ora dimostra il suo valore anche in un album più lento, dove la prova più difficile è non diventare monotoni, e credo che questo The bridge abbia superato in parte la prova, soprattutto grazie ale caratteristiche dei componenti della band.
Di sicuro non paragonabile ai suoi predecessori questo The bridge, ma in ambito estremo si difende bene, ben suonato, ben strutturato e ben eseguito ma sicuramente migliorabile, soprattutto visto il valore della band.
Voto: 6
Tracklist:
1 White Room
2 Down To The Bones
3 Chariot Of Acrimony
4 The Shining Key
5 Illheaven Hells
6 The First Words Of a Dead
7 Adore The Ten Fathers
8 Feeding
9 V
10 VII
11 XI
12 XIII
13 XVII
14 XIX
15 XXIII
16 XXIX
17 Doomsday Carillon
(2010, Xtreem Musics)
Death
I Grimness di una volta, ora Grimness69, portano questo The bridge che a differenza dei tempi grind dei suoi predecessori si attesta su tempi più cadenzati e ragionati di death metal, primi Obituary, Avulsed, Bolt thrower rappresentano le influenze principali del sound di questo lavoro.
Già con White room è chiaro come abbassando la velocità d'esecuzione, una tonalità gutturale come quella di Gaetano può farla da padrone nell'intero proseguio dell'album stesso.
Le marce distorsioni ed il lento dipanarsi della batteria fanno apprezzare sia Chariot of acrimony che The shining key, pezzi frutto della più accurata scuola americana, dove l'esecuzione tecnica amalgamata ad un ottima prova del frontman rendono ogni pezzo sempre all'altezza delle aspettative da una simile line up.
Down to the bones, Illheaven hells, Feeling regalano anche qualche accelerazione, sempre con le precisazioni del caso, dove tutta la band dimostra di essere all'altezza della situazione anche quando si pigia sull'acceleratore, una batteria versatile con un ottima sezione ritmica che sfoggiano un sound maturo e roccioso in ogni mid tempo di esecuzione.
The first words of a dead ed Adore the ten fathers regalano ennesimi macigni sonori, distorsioni, suoni gutturali, registrazione tutto incastrato a dovere nella ricerca di un sound morboso che padroneggia tutto il groove di quest'album.
Dopo un intermezzo di diversi secondi di silenzio, tanti quanto indicato dal titolo, si rivede la Doomsday Carillon del primo album, che non ha affatto perso la sua spietata ferocia anzi, lenta ed implacabile, pezzo che racchiude in sè tutto il sound di questo lavoro.
Album che segna una svolta, almeno momentanea nel sound di questa band, che dalle sfuriate grind, ora dimostra il suo valore anche in un album più lento, dove la prova più difficile è non diventare monotoni, e credo che questo The bridge abbia superato in parte la prova, soprattutto grazie ale caratteristiche dei componenti della band.
Di sicuro non paragonabile ai suoi predecessori questo The bridge, ma in ambito estremo si difende bene, ben suonato, ben strutturato e ben eseguito ma sicuramente migliorabile, soprattutto visto il valore della band.
Voto: 6
Tracklist:
1 White Room
2 Down To The Bones
3 Chariot Of Acrimony
4 The Shining Key
5 Illheaven Hells
6 The First Words Of a Dead
7 Adore The Ten Fathers
8 Feeding
9 V
10 VII
11 XI
12 XIII
13 XVII
14 XIX
15 XXIII
16 XXIX
17 Doomsday Carillon
Furia