Trodden Shame - Chaos Let Be My World
(2010, Autoprodotto)
Thrash/Groove
Il disco si apre con l’intro Walking On The Last Mile, che è un break down preceduto da una sequenza sonora che richiama una camminata. La traccia è collegata al secondo brano, You Can’t See My Face, che si apre con una potente intro, che poco dopo lascia spazio ad un ritmo più cadenzato. Degni di nota gli assoli di chitarra e la precisione di esecuzione dei ritmi col doppio pedale del batterista. In Never Look Back c’è un bel lavoro di voce da parte del cantante nelle parti cantate, con un bel flow sulla strofa e un ottimo growl sulle vocali lunghe. Ottima anche la parte strumentale, che rende il pezzo molto coinvolgente. iGOD ha un’intro atipica, ma quando il pezzo decolla nella velocissima strofa, ti obbliga a muoverti ed iniziare a pogare con te stesso, con l’armadio, con il cane, o con qualunque cosa ti stia vicina. Molto bello anche il melodico assolo di chitarra. Jarhead è il pezzo più Hardcore del disco, ed è quindi quello che forse convince di più, essendo più slegato dagli schemi compositivi del Thrash Metal, offrendo intermezzi strumentali molto gradevoli alternati allo splendido timbro di voce del cantante e a rapidissimi assoli di chitarra, richiamando un pochino la struttura di Battery dei Metallica. The Mad è un brano, contrariamente al precedente, molto legato agli schemi Thrash, ma molto gradevole all’ascolto. Batteria potente e precisa, senza troppi fronzoli, riff insistenti di chitarra, linea di basso durissima, e un break down da paura! La penultima traccia è l’immancabile title-track, che è anche il pezzo più lungo del disco (con i suoi 4 minuti e 17 secondi). Avrebbe reso meglio, probabilmente, con il cantanto in scream su tutto il brano, al posto di un’improbabile linea vocale che mi ha un po’ fatto storcere il naso. La canzone, a mio parere, perde un po’ di aggressività senza lo scream. Avrei preteso di più da un pezzo del genere, che sarebbe potuto essere il migliore dell’album. Ancora una volta grande lavoro dei chitarristi negli assoli. L’album si chiude con A.I.M., caratterizzata da continui cambi di tempo e break down strumentali. Concluso l’ascolto, è necessario fare un’analisi ancora più accurata del disco: degna di nota la produzione dell’album, che offre dei suoni molto distinti, ben registrati ed ottimamente mixati. Tuttavia, la band rimane un po’ troppo ancorata a quella che è la tradizione Thrash, distaccandosi poco dal genere ed offrendo un prodotto un po’ troppo old school per il mercato odierno. Questa non vuole essere una critica distruttiva, anzi, spero che il gruppo faccia tesoro della mia riflessione (può darsi che mi sbagli, anche, dato che è una riflessione che ho fatto io, notando che nell’ambiente Thrash/Groove gli unici che sopravvivono nelle classifiche di vendita sono i Megadeth (sì, i Metallica oramai non li considero un gruppo thrash), dato che sono anche spariti addirittura i Machine Head...) dettata dallo sguardo che do quotidianamente a quello che è il mercato mondiale della musica e guardando in che direzione si orientano i gusti dei ragazzi di oggi.
Do un sei e mezzo di stima alla band perché le potenzialità ci sono tutte. La chiave per sfondare sarebbe “modernizzare” un pochino le strutture dei pezzi e lo stile compositivo, perché il Thrash ormai non ha più futuro. Se il gruppo seguisse una svolta verso un Post-Grunge alla Godsmack o un Nu-Metal alla Korn vecchio stampo (Life is Peachy, per intenderci) potrebbe fare un boom pazzesco. Personalmente, l’album mi è piaciuto parecchio, ma è fatto solo per le orecchie degli intenditori... Questo è ciò che frena i Trodden Shame... Spero di sentir parlare presto di loro, e di sapere che hanno applicato i miei consigli o hanno smentito la mia opinione! D’altronde, culturalmente, devo crescere ancora parecchio io!
Tracklist
1) Walking On The Last Mile
2) You Can't See My Face
3) Never Look Back
4) iGod
5) Anger
6) Jarhead
7) The Mad
8) Chaos Let Be My World
9) A.I.M
(2010, Autoprodotto)
Thrash/Groove
Il disco si apre con l’intro Walking On The Last Mile, che è un break down preceduto da una sequenza sonora che richiama una camminata. La traccia è collegata al secondo brano, You Can’t See My Face, che si apre con una potente intro, che poco dopo lascia spazio ad un ritmo più cadenzato. Degni di nota gli assoli di chitarra e la precisione di esecuzione dei ritmi col doppio pedale del batterista. In Never Look Back c’è un bel lavoro di voce da parte del cantante nelle parti cantate, con un bel flow sulla strofa e un ottimo growl sulle vocali lunghe. Ottima anche la parte strumentale, che rende il pezzo molto coinvolgente. iGOD ha un’intro atipica, ma quando il pezzo decolla nella velocissima strofa, ti obbliga a muoverti ed iniziare a pogare con te stesso, con l’armadio, con il cane, o con qualunque cosa ti stia vicina. Molto bello anche il melodico assolo di chitarra. Jarhead è il pezzo più Hardcore del disco, ed è quindi quello che forse convince di più, essendo più slegato dagli schemi compositivi del Thrash Metal, offrendo intermezzi strumentali molto gradevoli alternati allo splendido timbro di voce del cantante e a rapidissimi assoli di chitarra, richiamando un pochino la struttura di Battery dei Metallica. The Mad è un brano, contrariamente al precedente, molto legato agli schemi Thrash, ma molto gradevole all’ascolto. Batteria potente e precisa, senza troppi fronzoli, riff insistenti di chitarra, linea di basso durissima, e un break down da paura! La penultima traccia è l’immancabile title-track, che è anche il pezzo più lungo del disco (con i suoi 4 minuti e 17 secondi). Avrebbe reso meglio, probabilmente, con il cantanto in scream su tutto il brano, al posto di un’improbabile linea vocale che mi ha un po’ fatto storcere il naso. La canzone, a mio parere, perde un po’ di aggressività senza lo scream. Avrei preteso di più da un pezzo del genere, che sarebbe potuto essere il migliore dell’album. Ancora una volta grande lavoro dei chitarristi negli assoli. L’album si chiude con A.I.M., caratterizzata da continui cambi di tempo e break down strumentali. Concluso l’ascolto, è necessario fare un’analisi ancora più accurata del disco: degna di nota la produzione dell’album, che offre dei suoni molto distinti, ben registrati ed ottimamente mixati. Tuttavia, la band rimane un po’ troppo ancorata a quella che è la tradizione Thrash, distaccandosi poco dal genere ed offrendo un prodotto un po’ troppo old school per il mercato odierno. Questa non vuole essere una critica distruttiva, anzi, spero che il gruppo faccia tesoro della mia riflessione (può darsi che mi sbagli, anche, dato che è una riflessione che ho fatto io, notando che nell’ambiente Thrash/Groove gli unici che sopravvivono nelle classifiche di vendita sono i Megadeth (sì, i Metallica oramai non li considero un gruppo thrash), dato che sono anche spariti addirittura i Machine Head...) dettata dallo sguardo che do quotidianamente a quello che è il mercato mondiale della musica e guardando in che direzione si orientano i gusti dei ragazzi di oggi.
Do un sei e mezzo di stima alla band perché le potenzialità ci sono tutte. La chiave per sfondare sarebbe “modernizzare” un pochino le strutture dei pezzi e lo stile compositivo, perché il Thrash ormai non ha più futuro. Se il gruppo seguisse una svolta verso un Post-Grunge alla Godsmack o un Nu-Metal alla Korn vecchio stampo (Life is Peachy, per intenderci) potrebbe fare un boom pazzesco. Personalmente, l’album mi è piaciuto parecchio, ma è fatto solo per le orecchie degli intenditori... Questo è ciò che frena i Trodden Shame... Spero di sentir parlare presto di loro, e di sapere che hanno applicato i miei consigli o hanno smentito la mia opinione! D’altronde, culturalmente, devo crescere ancora parecchio io!
Tracklist
1) Walking On The Last Mile
2) You Can't See My Face
3) Never Look Back
4) iGod
5) Anger
6) Jarhead
7) The Mad
8) Chaos Let Be My World
9) A.I.M
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