THE
COLLECTIVE UNCONSCIOUS - The Collective Unconscious EP
(2010, Autoprodotto)
Progressive Metal

La band romana, formatasi nel 2007 grazie a
Giacomo e
Antonio a cui si aggiungono
Marco,
Claudio e
Guglielmo, sceglie un nome particolarmente impegnativo: l'inconscio collettivo rimanda inevitabilmente all'imponente figura di Carl Gustav Jung, successore di Freud nello “studio” della psiche umana, secondo il quale ogni uomo possiede una parte della psiche contenente idee fondamentali che è in comune con tutti gli altri uomini. Cito a tal proposito “Prendimi l'anima”, film del 2002 scritto da Roberto Faenza e tratto dalla vita e dal pensiero del filosofo svizzero. Quelle luci sempre fioche, quella sottile linea di confine tra genio e follia, quelle atmosfere cupe presenti nel film contraddistinguono anche la musica dei
The Collective Unconscious che offre spesso “spazi” di meditazione, di pensiero e che astrae l'ascoltatore dal puro e semplice sentire.
L'ep è vario ed ogni pezzo sembra scontrarsi con gli altri ma, allo stesso tempo, c'è un filo conduttore che, coerentemente con l'idea dell'inconscio collettivo, li unisce. L'influenza maggiore è indubbiamente quella dei Tool, dai quali la band prende molto riuscendo, però, ad aggiungere sempre qualcosa di proprio. Il brano di presentazione è “THE BOUND”, molto meditato, nel quale spicca
il lavoro delle chitarre e della voce. Molto interessante lo stacco
(decisamente Post Rock) in cui la linea di basso incalza e prepara
all'apertura sul “ritornello”. Il secondo brano “TOWARD THE
WAVES” , composto da un semplice arpeggio di chitarra e rumori di
fondo, può essere visto come introduzione al successivo, “PURE
CRADLE”, il cui inizio è molto pacato e riprende il tema
dell'intro. Il pezzo presenta, poi, un ottimo groove di batteria su
cui si innestano chitarre, da una parte quelle distorte, dall'altra
quelle pulite, che si intersecano e che fanno da tappeto alla linea
vocale davvero notevole. In “STUPID SPOILED WHORES” spicca,
invece, la linea del basso in slap (sempre molto efficace) che
insieme al riff di chitarra “spezzato” ricorda un po' i Primus,
anche se i ragazzi romani sanno sicuramente essere più puliti!
Chiude l'ep “WOODWORM”; il brano presenta sonorità più Soft e
Ambient grazie alle chitarre pulite, lontane e lievemente ridondanti
(forse unica pecca del disco; anzi, della canzone!) e grazie al ritmo
lento che accompagna la canzone per tutta la sua durata. In effetti
WOODWORM sembra essere la fine di un viaggio difficile, carico di
tensione, un viaggio attraverso la propria psiche e su cui meditare
una volta usciti.
Insomma
il primo lavoro dei The Collective Unconscious è a dir poco un
ottimo prodotto. I ragazzi sono dotati di notevoli doti tecniche, di
una buona dose di originalità e fantasia (qualità che non sono mai
di troppo) e curano alla perfezione le varie dinamiche che in questo
genere sono fondamentali per non risultare monotoni. Un altro punto
di forza è la voce che riesce ad essere sempre pulita, anche nelle
parti in cui “spinge” di più, e le cui linee vocali non
risultano mai banali. Buona la produzione anche se personalmente
avrei lavorato di più sull'art-working che non combacia troppo con
le idee del disco. Di non facile ascolto (data soprattutto la durata
dei pezzi) questo ep è consigliato agli amanti del Progressive ma
può essere apprezzato anche da chi cerca qualcosa di nuovo e
alternativo. C'è da aspettarsi molto in futuro da questa band!
Pasq
Contatti:
www.thecollectiveunconscious.it
www.myspace.com/thecollectiveunconscious
info@thecollectiveunconscious.it
Tracklist:
01
- The Bound
02
- Toward the waves
03
- Pure Cradle
04
- Stupid Spoiler Whores
05
- Woodworm